Se avete sentito parlare dei Giorni della Merla, ma non sapete esattamente cosa siano e quando cadano, questo è l'articolo che fa per voi.
Ripercorriamo in sintesi le credenze e il significato di queste tre giornate, legate tradizionalmente a temperature rigide, e ne analizziamo soprattutto il contenuto con occhio scientifico: si dice che i tre Giorni della Merla siano i giorni più freddi dell'anno, ma sarà vero? Come vedremo si tratta più che altro di un detto popolare, senza evidenze scientifiche concrete a supporto.
Quali sono i Giorni della Merla
I Giorni della Merla cadono per tradizione il 29, il 30 e il 31 gennaio, gli ultimi 3 giorni del mese. In base ad altre fonti, tuttavia, questo periodo slitta di un giorno e viene posto tra il 30 gennaio e il 1° febbraio.
Il motivo dietro la scelta del nome potrebbe dipendere dall'associazione comune tra il merlo (uccello passeriforme molto diffuso in Europa) e la primavera, ma sono presenti più ipotesi sulla scelta del termine di cui parleremo in fondo all'articolo.
Prima però andiamo al nocciolo della questione: secondo le credenze popolari i Giorni della Merla sarebbero i più freddi dell'anno, quelli in cui si raggiungono le temperature più basse di tutto l'inverno. Inoltre, per tradizione, se i giorni della merla si rivelano effettivamente freddi, la primavera sarà calda e ci sarà bel tempo; al contrario, se presentano delle temperature più miti, la primavera sarà più lenta ad arrivare e si manterrà fredda. Ma c'è un fondo di verità dietro queste credenze?
Statistiche meteorologiche dei Giorni della Merla
A dire il vero, no, le credenze non sono sostenute da prove scientifiche. Il Centro Geofisico Prealpino, infatti, acquisisce e analizza dati meteorologici da oltre cinquant'anni nella regione Lombardia e ha fatto delle interessanti considerazioni su questi tre giorni.
Il periodo analizzato (1967-2015) è caratterizzato da questi dati:
- Temperatura media dei tre giorni: 3,6 °C
- Media delle temperature massime dei tre giorni: 7,3°C
- Media delle temperature minime dei tre giorni: -0,1°C
Considerando che la temperatura media del mese di gennaio (nell'arco temporale analizzato) si aggira attorno ai 2,9°C, i Giorni della Merla mostrano un aumento di 0,7°C rispetto al dato mensile, confutando la credenza popolare. In altre parole, tanto più il mese procede quanto più la temperatura media cresce e così gli ultimi giorni del mese risultano più caldi. Chiaramente i valori possono variare da luogo a luogo e di anno in anno, ma l'andamento generale è chiaro.
Racconti e tradizioni popolari
La figura del merlo come anticipatore della primavera è parte di tradizioni molto antiche, arrivate fino a noi tramite la letteratura e i racconti popolari. Pensate, ad esempio, che Dante ne parlava già nel 1300 all'interno della Divina Commedia.
Con il passare degli anni questa tradizione non è scomparsa e, anzi, è ancora presente in particolar modo nel cremonese, nel maremmano e nel Friuli, luoghi in cui si usa ancora celebrare questa ricorrenza con feste e grandi falò. Questi giorni sono ricordati anche grazie a racconti, storie e filastrocche che richiamano i concetti di morte e rinascita e dell'alternarsi delle stagioni. Ve ne proponiamo alcuni, i più diffusi, ripresi e diversificati nelle diverse città e regioni a partire da una base comune.
Perché si chiamano "i tre giorni della merla"?
Una prima leggenda spiegherebbe perché i merli sono neri. Si racconta, infatti, che una merla e i suoi pulcini, di colore bianco, si sarebbero nascosti in un comignolo il 28 gennaio, alla ricerca di un posto per sfuggire al freddo invernale. Si sarebbero quindi sporcati di fuliggine e, una volta usciti il 1° febbraio, sarebbero risultati completamente di colore nero, da quel momento in poi l'aspetto tipico della specie.
Un'altra versione del racconto vede protagonisti la merla (da sola) e l'inverno. In questo caso l'uccello si nasconde in un comignolo per la maggior parte di gennaio e ne esce solo alla fine, pensando di essere riuscito a sfuggire all'inverno, sbeffeggiando quest'ultimo e vantandosi. L'inverno non la prende bene e, per darle una lezione, chiede in prestito a febbraio qualche giorno e fa tornare freddo, neve e ghiaccio.
Una storia diversa viene proposta da Sebastiano Pauli nel suo Modi di dire toscani ricercati nella loro origine (1740) e ha per protagonista un cannone chiamato "la Merla". I suoi possessori avrebbero dovuto aspettare gli ultimi giorni di gennaio per poterlo trasportare da una riva all'altra del Po. Solo in quel frangente, infatti, il fiume si sarebbe ghiacciato a causa del freddo gelido.
Un ultimo racconto tratta la storia di due giovani sposi, Merlo e Merla, costretti ad attraversare il Po per tornare a casa. Anche in questo caso siamo a fine gennaio e il fiume è ghiacciato. Purtroppo nel passaggio di Merlo la lastra cede sotto il peso del giovane che cade in acqua e muore. La giovane sposa, sopravvissuta ma vedova, piange così tanto che i suoi lamenti diventano parte del fiume. Si narra, infatti, che ancor oggi sia possibile udire il suo pianto nelle notti di fine gennaio.