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26 Maggio 2023
12:05

Siamo figli di molti padri: lo studio che smantella la teoria della monorigine dell’uomo

Un nuovo studio pubblicato su Nature sostiene che, a differenza della teoria dell'origine africana dell'homo sapiens, non deriviamo solo da un singolo progenitore. Anzi, l'origine dell'uomo sarebbe da attribuire a diverse popolazioni africane.

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Siamo figli di molti padri: lo studio che smantella la teoria della monorigine dell’uomo
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L'origine dell'uomo non è più da ricercare in una singola popolazione africana. Lo dimostra uno studio pubblicato su Nature il 17 maggio, che riporta le ricerche di un team di archeologi evoluzionistici guidato da Eleanor Scerri.
Lo studio dimostra ciò che, a primo impatto, ci potrà apparire già introiettato, ma che in verità risulta essere un grande passo in avanti nelle teorie dell'evoluzione: la specie umana non deriva da un singolo progenitore, ma da molteplici popolazioni co-evolute tutte all'interno del continente africano.

Ripassiamo un po' di fatti: il modello finora attuale era la teoria dell'origine africana dell'homo sapiens, anche detta Ipotesi africana. Secondo questo modello paleoantropologico, l'uomo più "antico" del mondo sarebbe l'uomo di Kibish, localizzato nell'africa orientale, circa 200 mila anni fa. I dati a supporto dell'ipotesi erano di natura paleontologica, come la presenza di resti di ossa di cranio, i quali suggerivano che maggiore era la distanza dall'Africa subsahariana, maggiore la differenza fenotipica tra le specie. A supporto anche delle evidenze microbiologiche: la maggiore varietà di batteri presenti nel territorio africano suggerisce che fosse proprio lì l'origine della nostra specie.

Ad oggi, lo studio ha rivelato dei notevoli cambiamenti: il luogo d'origine rimane lo stesso, l'Africa, ma la sostanza cambia. Non deriviamo da un'unica popolazione africana, bensì dall'unione di diverse sub-popolazioni che si sono evolute pressoché contemporaneamente nel continente africano, avvicinate, allontanatesi e poi tornate unite, in chissà quanti modi.

Lo studio si basa su una recente raccolta di dati genomici effettuata su molteplici popolazioni: 4 diverse popolazioni africane, alcune europee e il genoma arcaico dell'uomo di Neanderthal. Dai dati emersi, il modello predittivo sembra chiaro: le cose funzionano meglio se si suppone che la popolazione attuale non derivi da un solo homo ancestrale, bensì dall'unione sporadica tra i geni di più popolazioni singole, solo leggermente differenti l'un l'altra. Inoltre, questo modello spiega meglio anche i ritrovamenti fossili: essi sembrano essere simili in una varietà di luoghi intorno all'Africa, e non avere un centro d'origine unico.

Lo studio è riportato su Nature in maniera molto dettagliata, per cui se desiderate provare a ricostruire le origini comuni dell'homo sapiens vi scontrerete, come gli autori, con una marea di difficoltà tecniche e teoriche. Per ora, ci accontentiamo di riportare la notizia che una grande scoperta è avvenuta, la quale mette in luce sia le controversie delle nostre ipotesi scientifiche, sia la bellezza essere animati da una continua sete di conoscenza.

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