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Il tunnel sotterraneo di Tokyo che protegge la metropoli dai pericoli delle inondazioni

Nella periferia Nord di Tokyo, sotto un campo da calcio e un piccolo parco per skateboard, c'è un’opera ingegneristica di dimensioni colossali che sembra uscita direttamente da un film di fantascienza. Il nome ufficiale è “Sistema di Drenaggio esterno dell'Area Metropolitana di Tokyo”, ed è un complesso di gallerie sotterranee che ha lo scopo di contenere il fenomeno delle inondazioni.

A cura di Videostorie
7 Ottobre 2021
21:15
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Il tunnel sotterraneo di Tokyo che protegge la metropoli dai pericoli delle inondazioni
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Il Sistema di Drenaggio esterno dell'Area Metropolitana di Tokyo, anche conosciuto come “G-Cans Project”, è un'infrastruttura idraulica sotterranea progettata per accogliere l’acqua in eccesso generata da un’inondazione.  È stato costruito tra il 1992 e il 2006, al costo di circa 2 miliardi e mezzo di euro, e consiste in un complesso di 6,4 km di tunnel, situati fino 50 metri sotto la superficie, che collegano 5 silos giganti a un unico grande serbatoio conosciuto come “il Tempio”. Dal momento che la città di Tokyo sorge in un'area posta al di sotto del livello del mare e che, di conseguenza, è maggiormente esposta al rischio di inondazioni, questa struttura sotterranea, formata da gallerie, funge da sistema anti-alluvione, diventando a tutti gli effetti un capolavoro dell'ingegneria moderna.

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Il sistema di gallerie dei G–Cans – foto credit Japan Go!

Come funzionano i G-Cans?

L’acqua di un'inondazione viene raccolta attraverso i canali di scolo in giro per la città che la fanno confluire all’interno dei 5 silos disposti lungo il tunnel sotterraneo. Ciascuno dei silos è profondo 65 metri e largo 32 metri, ed è grande abbastanza da contenere al suo interno una Statua della Libertà o uno space shuttle. Quando i silos si riempiono, secondo il semplice principio dei vasi comunicanti, l'acqua si fa strada fino a un serbatoio posto al termine del tunnel, delle dimensioni di 25 metri d’altezza, 177 di lunghezza e 78 di larghezza. Una volta terminata l’emergenza in superficie, quattro turbine a motore, simili a quelle di un aereo di linea, spingono l’acqua del serbatoio di nuovo verso l’esterno, rimettendole nel vicino fiume Edo con una potenza tale da pompare 200 metri cubi d'acqua al secondo, che è come svuotare una piscina olimpica in appena 12 secondi.

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Le turbine dei G–Cans – foto credit Japan Go!

I benefici dei G-Cans

Il sistema dei G-Cans si trova nella prefettura di Saitama, in una zona ricca di fiumi e di torrenti che dal Nord del paese scorrono verso la Grande Area di Tokyo. Dal momento in cui è stato completato si calcola che abbia ridotto dell’80% i danni causati dalle inondazioni, proteggendo dal pericolo dell’acqua un’area di circa 13 milioni di abitanti. Il Consiglio centrale di gestione dei disastri di Tokyo ha calcolato che se una pioggia di 550 millimetri colpisse la città per tre giorni, questa causerebbe l'esondazione del fiume Arakawa e l’allagamento di ben 97 stazioni della metropolitana. Uno scenario che statisticamente potrebbe capitare una volta ogni 200 anni, ma che i G-Cans aiuterebbero comunque a contrastare. Si tratta della più grande struttura di controllo delle inondazioni esistente al mondo, un sistema di prevenzione per certi versi anche esagerato, tant’è che è stato oggetto di diverse discussioni riguardo i suoi costi-benefici.

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Vista dall’alto del serbatoio – foto credit Japan Go!

Le visite guidate

Di media si riempie 7 volte all’anno, e nei restanti giorni, quando è asciutto, accoglie persino dei visitatori, con delle visite guidate condotte, purtroppo, solo in giapponese. Il punto forte del tour è senza dubbio il serbatoio, conosciuto come “il Tempio” per via della sua imponenza e per i 59 pilastri portanti che ricordano quelli di un tempio greco. Qui sotto l’atmosfera è davvero mistica, alimentata dalla nebbiolina che si crea per la condensazione dovuta alla grande differenza di temperatura che c’è tra l’esterno e il sottosuolo. Questo serbatoio ha fatto e fa da location a tantissimi film, serie tv e videoclip musicali, tra cui un capitolo della serie Hunger Games. E in effetti dove altro si può trovare un posto del genere?

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