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Nuova diga foranea di Genova, la più profonda d’Europa: a cosa serve e come sarà costruita

A breve partiranno i lavori per la nuova diga foranea di Genova, l’opera ingegneristica che proteggerà il porto della città dal moto ondoso, consentendo l’accesso di navi cargo sempre più grandi.

3 Maggio 2023
18:30
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Nuova diga foranea di Genova, la più profonda d’Europa: a cosa serve e come sarà costruita
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La nuova Diga foranea di Genova sarà realizzata a circa 450 metri più a largo di quella attuale, con lo scopo di proteggere il porto dal moto ondoso e di accrescere il transito in sicurezza delle grandi navi commerciali.

La diga attuale infatti, a causa della sua posizione di prossimità alle banchine, non permette l’accesso delle navi cargo più grandi.

L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale dunque ha deciso di realizzarne una più a largo, in sostituzione della vecchia diga. L’opera verrà realizzata dal consorzio PERGENOVA BREAKWATER guidato da Webuild con Fincantieri e Fìncosit e i lavori cominceranno a maggio 2023, con la posa della prima pietra prevista per il 4 maggio.

Come viene costruita la diga foranea?

La nuova diga di Genova poserà su un fondale sabbioso e argilloso, stabilizzato grazie all’inserimento di colonne di ghiaia.

Verrà poi realizzato un basamento roccioso, che sorreggerà la struttura: un centinaio di cassoni di cemento armato alti come un edificio di dieci piani.

Stabilizzazione dei fondali

Il fondale nei pressi del porto di Genova è costituito da sabbie e argille, quindi il primo passo è quello di stabilizzare gli strati di fondale meno resistenti, perchè altrimenti la diga foranea, che è in buona sostanza una barriera protettiva di più di 50 metri di altezza, rischierebbe di sprofondare. Questa operazione, in gergo tecnico, è definita “consolidamento dei fondali” e verrà eseguita mediante l’inserimento di colonne di ghiaia.

La base della diga: 7 milioni di tonnellate di materiale roccioso

Dopodiché viene costruita la base della diga: 7 milioni di tonnellate di materiale roccioso.

Per darvi un metro di paragone: si stima che il materiale usato per la Piramide di Cheope pesi all’incirca 6 milioni di tonnellate. Ma gran parte di questo materiale roccioso è recuperato dallo smantellamento della vecchia diga foranea, in ottica di economia circolare.

I cassoni prefabbricati: una muraglia protettiva

A questo punto arriva il pezzo forte, la struttura che blocca gran parte del moto ondoso: circa 100 cassoni prefabbricati, di dimensioni fino a 30 metri di larghezza, 67 di lunghezza e 33 metri di altezza (come un edificio di 10 piani) costituiscono un vero e proprio muro semisommerso, lungo oltre 6 km.

Si tratta di strutture in calcestruzzo, costruite direttamente in porto, su impianti galleggianti e poi trasportate in galleggiamento sul punto di posizionamento.

La loro parte interna è formata da una serie di celle vuote, come fossero enormi scatoloni. Le celle vengono riempite d’acqua, in modo che il peso trascini i cassoni verso il fondo.

Una volta che i cassoni sono adagiati sulla base della diga, le celle vengono riempite questa volta con materiale sciolto di recupero proveniente dallo smantellamento della vecchia diga e dal dragaggio dei fondali.

Gli elementi finali: il profilo paraonda e il sistema di monitoraggio

A sormontare i cassoni, c’è una struttura con un profilo paraonda, che ha il compito di spezzare la cresta dell’onda.

Sarà poi installato un sistema di monitoraggio i cui sensori verificheranno in tempo reale le deformazioni del fondale sotto il progressivo carico, fino al raggiungimento della stabilizzazione.

Come sarà la nuova diga: lo spazio di manovra incrementato

La diga che oggi permette l’accesso al porto alle navi, attraverso il canale Sampierdarena, consente uno spazio di manovra dal diametro di 550 metri.

La nuova diga sarà spostata di 400-450 metri rispetto a quella vecchia e lo spazio di manovra ne guadagnerà, raggiungendo un diametro di 800 metri. 

Dovete pensare che lo spazio di manovra è importante per le grandi navi da carico di ultima generazione, che sono lunghe fino a 400 metri e possono attraccare solo nei porti grandi abbastanza per poterle accogliere.

Quali vantaggi porterà l’opera?

Ad oggi gran parte delle navi cargo moderne, provenienti dalle rotte commerciali mondiali, circumnavigano mezza Europa fino al porto di Rotterdam.

Con la nuova diga invece, sempre più grandi navi potranno fermarsi al porto di Genova, che sarà finalmente competitivo rispetto ai grandi porti europei.

Ad oggi, il più grande porto d’Europa è proprio Rotterdam, con 15 milioni di TEU, unità di misura dei container merci, nel 2021, mentre i porti italiani sono ancora indietro: Genova, che è il primo porto container in Italia, nello stesso anno ha raggiunto 2,5 milioni di TEU.

Accrescendo la capacità portuale, il traffico merci aumenterà, gli addetti ai lavori prevedono una crescita annua fino al 30% con un impatto economico positivo per tutto il Paese, già in fase di lavori, con l’impiego di più di 1000 persone.

Genova diventerà un punto nevralgico per le principali rotte mercantili: quella est-ovest, (Far East-Europa e America-Europa) e quella tra il Nord Europa e il Mediterraneo.

Questo anche grazie al Terzo Valico dei Giovi, una tratta AC e AV, che collega Genova con Tortona e Milano e quindi con il nord Europa.

Quali sono le ripercussioni sull’ambiente marino?

Chiaramente ci sono anche gli aspetti ambientali da tenere in considerazione. La costruzione di un enorme muro di cinta in mezzo al mare, avrà qualche ripercussione sull’ambiente marino, si può pensare.

Noi siamo andati a consultare la Valutazione d’impatto ambientale. 

Si tratta del documento approvato dalla pubblica amministrazione prima di ogni grande opera, che analizza gli effetti che la diga avrà su diversi fattori: sulla biodiversità terrestre e marina, sul suolo, sulle correnti, sulla qualità delle acque e sull’aria.

Per la fase dei lavori, considerata la più critica, sono previsti diversi interventi di monitoraggio e di mitigazione.

Un esempio è quello della cortina di bolle d’aria: un tubo sottomarino soffia aria sott’acqua e crea così uno strato di bolle tutto intorno all’area di cantiere. Questo “recinto di bolle” riduce i rumori del cantiere, per la salvaguardia delle specie marine.

D’altronde, uno dei motivi per cui il progetto ha vinto la gara è relativo alle soluzioni meno impattanti possibili sull’ambiente, a partire per esempio dal riuso dei materiali di demolizione.

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