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26 Settembre 2024
17:30

Virus Nipah, cos’è la malattia che allarma l’India: cos’è, sintomi, come si trasmette e cura

Il 9 settembre 2024 un giovane della Regione del Kerala, in India, è deceduto in seguito a un’infezione da virus Nipah e il governo indiano ha subito preso provvedimenti sanitari. Si tratta di una zoonosi virale con possibilità di contagio tra esseri umani che può provocare encefalite, coma e sintomi neurologici e ha un alto tasso di mortalità.

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Virus Nipah, cos’è la malattia che allarma l’India: cos’è, sintomi, come si trasmette e cura
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In questi giorni il Governo indiano ha deciso di chiudere scuole e università e ha emanato provvedimenti sanitari (tra cui l'obbligo di mascherine) nella regione del Kerala in seguito al decesso di un giovane di 24 anni avvenuto il 9 settembre 2024 per infezione da Nipah Virus (NiV). Si è trattato della seconda vittima in India di questo virus negli ultimi tempi, dopo la morte di un quattordicenne lo scorso giugno sempre nella regione del Kerala che costrinse a indire un periodo di quarantena. La malattia virale è una zoonosi che viene trasmessa all'uomo da pipistrelli e maiali e può essere trasmessa da persona a persona, che provoca encefalite e sintomi neurologici. È ben nota in India ormai da alcuni anni e si ripresenta periodicamente. Il fenomeno preoccupa perché il virus Nipah, benché attualmente diffuso solo in una determinata area geografica (India, Bangladesh, Malesia, Singapore e Filippine), presenta un tasso di mortalità che va dal 43% al 100% negli esseri umani. Per questo motivo, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha incluso il Nipah nell’elenco delle prime 10 malattie monitorate nel Research and Development Blueprint, un piano strategico internazionale programmato per intervenire rapidamente con misure efficaci di controllo di queste forme infettive per evitare crisi su larga scala. Al momento non si registrano casi di virus Nipah in Italia.

Cos’è il virus Nipah e come si cura

Il Nipah è un virus a RNA, un paramyxovirus il cui ospite naturale è il pipistrello della frutta del genere Pteropus. Questi pipistrelli, noti anche come volpi volanti, con diverse specie tutte della famiglia Pteropodidi, sono diffusi in gran parte delle regioni del Pacifico occidentale, del sud-est e dell'Asia meridionale e del Madagascar, in tutta l’Africa e in alcune zone del Medio Oriente. Il virus è stato isolato per la prima volta nel 1998 durante un'epidemia scoppiata tra gli allevatori di maiali in Malesia; i maiali infetti presentavano sintomi lievi, ma gli esseri umani avevano una grave encefalite. Da quel momento sono stati segnalati altri focolai nel Bangladesh occidentale, in India, nella regione del Kerala oltre che a Singapore e nelle Filippine.

L’infezione da NiV è una zoonosi, cioè una malattia che può essere trasmessa direttamente o indirettamente dagli animali all’uomo, o attraverso il consumo di alimenti contaminati o per contatto diretto. Il virus può essere trasmesso da pipistrello a uomo, da uomo a uomo e in casi più rari da pipistrello a maiale a uomo. È considerata una malattia emergente e, come nel caso del coronavirus responsabile del COVID-19, la diffusione del virus è spesso favorita dalla perdita di habitat naturali che spingono molte specie di pipistrelli ad entrare involontariamente in contatto con ambienti antropizzati o con risorse alimentari legate alla presenza umana, favorendo così fenomeni di spillover (il “salto di specie”) da animale a uomo.

Al momento la cura della malattia consiste sopratutto nelle strategie di prevenzione e nel trattamento dei sintomi.

Sintomi e mortalità del NiV

Il virus Nipah infetta il sistema nervoso centrale, con la possibilità dello sviluppo di encefalite e gravi manifestazioni neurologiche. La malattia può progredire fino al coma entro 24-48 ore e ha un tasso di mortalità stimato tra il 43% e il 75%, con picchi fino al 100%. Le cure tempestive e il trattamento dei sintomi possono migliorare la sopravvivenza, ma al momento non esiste un trattamento autorizzato o un vaccino per il NiV. Diverse terapie immunologiche sono in sperimentazione.

Purtroppo i sintomi iniziali non sono specifici e, quindi, spesso vengono mal interpretati o interpretati tardivamente. Non esistono test diagnostici e la malattia latente può manifestarsi mesi o anni dopo l’infezione iniziale, complicando le indagini epidemiologiche. Nelle aree endemiche per il NiV, centinaia di pazienti ogni anno vengono ricoverati negli ospedali con una diagnosi di encefalite ma non hanno un'infezione da NiV. Attualmente si sta lavorando molto per migliorare i sistemi di prevenzione e soprattutto di diagnosi precoce per arginare non solo il decorso, ma anche la diffusione della malattia.

La distribuzione della malattia

Uno studio condotto da un’equipe di ricercatori dell’Istituto di microbiologia ed epidemiologia di Pechino e pubblicato a luglio 2024 ha studiato le infezioni da virus Nipah negli esseri umani e negli animali dal 1998 al 2021 per ricavare una serie di informazioni sui comportamenti o sulle aree più a rischio per la diffusione del virus. Sono stati individuati due gruppi differenziati di forme virali, uno più aggressivo per tasso di mortalità in Bangladesh e uno meno aggressivo in Malesia, entrambi con un antenato comune. In totale, dall’identificazione del virus sono stati segnalati 749 casi di infezione umana così suddivisi: l'89% di casi riguarda adulti di età compresa tra 15 e 59 anni, di cui il 74% su uomini e il 26% su donne. Nella maggior parte dei casi si sono infettati allevatori di bestiame, persone che erano frequentemente a contatto con animali o che avevano mangiato frutti di palma da datteri, bevuto linfa di palma da datteri o si erano arrampicati sulle palme. L'infezione è associata al contatto con le palme da dattero perché sono spesso frequentate dai pipistrelli della frutta.

Come si trasmette il virus

Studi epidemiologici dimostrano che il NiV presenta diverse modalità di trasmissione: il passaggio da una specie all’altra è veicolata principalmente attraverso il consumo di prodotti alimentari contaminati dai pipistrelli della frutta, in particolare la modalità più comune è il consumo umano di linfa grezza di palma da dattero o del mango contaminati dai pipistrelli della frutta e la successiva trasmissione da persona a persona. A volte frutti contaminati vengono somministrati nell’alimentazione dei maiali e quest’ultimi diventano vettori di trasmissione all’uomo. In Bangladesh si verificano epidemie quasi annualmente, con maggior frequenza da novembre ad aprile in coincidenza con il consumo di linfa di palma. Nel Kerala, in India, le vie di trasmissione sembrano non essere connesse a questo tipo di consumo, ma ad altre forme di contaminazione.

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