0 risultati
video suggerito
video suggerito
9 Novembre 2025
6:00

Autodromo di Interlagos, la storia del circuito José Carlos Pace: record e caratteristiche del GP del Brasile

Il circuito di Interlagos è la quarta pista più corta del Mondiale e la seconda per altitudine (800 metri s.l.m) dietro solo al circuito del Messico. Tra sezioni lente come la "S do Senna" e un lungo rettilineo di 1240 metri, domenica 9 novembre alle ore 18:00 scatterà il semaforo verde all’Autodromo José Carlos Pace per il Mondiale 2025 di F1.

Ti piace questo contenuto?
Autodromo di Interlagos, la storia del circuito José Carlos Pace: record e caratteristiche del GP del Brasile
Immagine
Il circuito di Interlagos di Formula 1, via Wikimedia Commons

Il circuito di Interlagos si trova a circa 25 km dalla metropoli brasiliana di San Paolo. Il tracciato prende il nome di Interlagos in quanto la sua collocazione lo vede posizionarsi in mezzo a due laghi artificiali: il Guarapiranga e il Billings che in passato venivano utilizzati per portare acqua alla città di San Paolo. Domenica 9 novembre 2025 alle 18:00 i piloti dovranno percorrere i 71 giri previsti per la gara su una distanza totale di 305.879 km. Il giro record in gara sul circuito di Interlagos appartiene al finlandese Valtteri Bottas che nell'edizione 2018 ha fermato il cronometro sull'1'10"540 con la Mercedes ad una velocità media di 223 km/h.

Perché si chiama José Carlos Pace? Storia del circuito

L’Autódromo José Carlos Pace, intitolato al pilota brasiliano scomparso tragicamente in un incidente aereo nel 1977, fu inaugurato nel 1940 con il nome originale di Autódromo de Interlagos. Dal 1973 è la sede storica del Gran Premio del Brasile di F1, fatta eccezione per le edizioni comprese tra il 1980 e il 1989 disputate sul tracciato di Jacarepaguá a Rio de Janeiro. Dopo la pausa del 2020 a causa della pandemia, la gara è tornata stabilmente a Interlagos dal 2021. In totale, il circuito di Interlagos ha ospitato 41 Gran Premi, ma solo gli ultimi quattro hanno assunto la denominazione della città paulista. Come molti circuiti, negli anni ha cambiato pelle più di una volta, il primissimo layout della pista era lungo 8 km, poi venne accorciato e reso più sicuro grazie a significativi lavori di ristrutturazione completati nel 1990.

Il tracciato brasiliano oggi misura 4309 metri e sono presenti 15 curve di cui 5 a destra e 10 a sinistra. La pista si posiziona al quarto posto tra le più corte del Mondiale di Formula 1 dietro a quelle di Monte Carlo, Zandvoort e Messico. Inoltre, è il secondo circuito più elevato in termini di altitudine dopo quello di Città del Messico, qui in Brasile si correrà ad 800 m s.l.m. Alta severità per quanto riguarda le power unit, su questa pista i piloti rimangono con il gas completamente spalancato per ben il 70% del tempo su un giro totale. La composizione del tracciato presenta due rettilinei: quello principale di 1240 metri da percorrere in circa 15 secondi che porta alle curve 1 e 2 "S do Senna" e quello secondario che porta a curva 4 lungo 820 metri. Non è un layout che impone molto stress sui freni, sollecitati solo per il 17% del tempo su un giro.

Statistiche e record del circuito brasiliano

Negli anni spesso la gara di Interlagos ha visto alcuni dei momenti più "drammatici" sportivamente parlando del motorsport scriversi proprio qui. È qui che nel 2008 andò in scena uno dei finali più iconici della Formula 1 moderna: Felipe Massa tagliò il traguardo da campione del mondo con la Ferrari, ma pochi secondi dopo Lewis Hamilton superò Timo Glock all’ultima curva, soffiandogli il titolo (il primo della sua carriera) per un solo punto.

In questa sezione prenderemo in considerazione solo i numeri e i record legati alle edizioni disputate sul circuito di Interlagos, escludendo dunque quelle corse su altri tracciati brasiliani come Jacarepaguá. Vediamo ora alcuni dei dati più significativi di questo storico autodromo:

  • Piloti con più vittorie: ad Interlagos il pilota più vincente è Michael Schumacher con ben 4 vittorie. Dietro di lui troviamo Sebastian Vettel, Lewis Hamilton e Max Verstappen a quota 3.
  • Scuderie più vincenti: tra i team invece svetta la Ferrari con 9 successi, davanti alla McLaren (8), Red Bull (7), Mercedes (6), Williams (4).
  • Pole position: discorso diverso per quanto riguarda le qualifiche, dove non c’è un dominatore assoluto. In testa alla classifica troviamo infatti Ayrton Senna, Mika Häkkinen, Felipe Massa, Rubens Barrichello e Lewis Hamilton, tutti a quota 3 pole position.
  • Piloti con più podi conquistati: Michael Schumacher (10), Fernando Alonso (9), Kimi Raikkonen, Lewis Hamilton (7), Max Verstappen (6).
  • Piloti con più giri percorsi in gara: Fernando Alonso (1351), Michael Schumacher (1233), Lewis Hamilton (1162), Kimi Raikkonen (1116), Jenson Button (1038).
  • Giro record in gara: 1'10"540, stabilito da Valtteri Bottas nel 2018
  • Giro record in qualifica: 1'07"281, siglato da Lewis Hamilton nel 2018

Parlando di griglia di partenza, c'è una statistica interessante: su 41 edizioni fin qui disputate, 18 volte (43,90%) la vittoria è andata al pilota che partiva dalla pole position, mentre in 13 occasioni (31,71%) ha vinto il pilota che partiva secondo. A dimostrazione di quanto la qualifica conti relativamente su questo circuito, nelle 41 edizioni disputate all’Autódromo José Carlos Pace, solo in 17 occasioni (41%) il pilota partito dalla pole position è riuscito a vincere la gara. In oltre 6 casi su 10, quindi, la vittoria è andata a chi partiva più indietro.

A Interlagos, inoltre, i finali al cardiopalma non sono certo una rarità. Il margine di vittoria più ridotto risale al 2002, quando Michael Schumacher tagliò il traguardo con appena 0,588 secondi di vantaggio. Sempre il tedesco detiene anche il record opposto: nel 1994 vinse con oltre un giro di margine, una delle ultime volte in cui accadde in Formula 1. Negli ultimi dieci appuntamenti, il distacco medio tra primo e secondo al traguardo è stato di 7,076 secondi.

Un giro "onboard" a Interlagos, tra rettilinei infiniti e le iconiche "S do Senna"

Il circuito di Interlagos presenta un importante dislivello che raggiunge i 40 metri dall'uscita di curva 12 fino ad arrivare alla prima staccata che porta alle curve 1-2, le iconiche "S do Senna". Il giro inizia sul rettilineo principale, in salita, dove le monoposto toccano punte superiori ai 330 km/h prima di affrontare la curva 1, il punto di frenata più impegnativo dell’intero circuito, si frena a soli 40 metri dal punto di corda per 2,39 secondi, applicando circa 139 kg di pressione sul pedale del freno. La decelerazione tocca 4,6 g, con la vettura che scende fino a 123 km/h di velocità minima in terza marcia.

Superata la Descida do Lago, dove si frena a circa 90 metri dal punto di corda per 1,91 secondi, scendendo da 333 km/h a 175 km/h,  il tracciato entra nella sezione più tecnica e guidata. La curva 5 è una piega veloce in salita che prepara al tratto della Ferradura (curva 6) e della Laranjinha (curva 7), due curve da percorrenza medio-veloce. Qui i piloti mantengono una velocità di circa 225 km/h nella 6 e 237 km/h nella 7, entrambe in sesta marcia, con picchi di 4,2 g di accelerazione laterale.

Il settore finale comincia con la curva 10 (Mergulho), una sinistra in discesa da affrontare in piena accelerazione controllata, seguita dalla curva 11, quasi impercettibile ma utile per impostare la curva 12 (Junção). Questa è una sinistra secca, affrontata in quarta marcia a circa 138 km/h, con frenata a 70 metri dal punto di corda. È una curva fondamentale per il tempo sul giro: una buona trazione in uscita determina la velocità lungo tutta la salita successiva. Da qui infatti, parte la celebre Subida dos Boxes, il tratto in salita verso il traguardo che attraversa la Curva da Arquibancada (curva 13), una lunga piega sinistra percorsa in pieno gas a oltre 290 km/h, in appoggio costante. Il giro si chiude sul rettilineo principale, ancora in salita.

Il tracciato, con due lunghe zone DRS che hanno prodotto oltre 70 sorpassi nel 2024, mette a dura prova la power unit, costringendo i piloti a usare marce alte per gran parte del giro.

Immagine
La mappa del circuito di Interlagos suddivisa nei tre settori utilizzati per il cronometraggio durante le gare (Settore 1 – Rosso, Settore 2 – Blu, Settore 3 – Giallo). Credit: via Wikimedia Commons

Strategia e gestione pneumatici sul tracciato di Interlagos con l'incognita del meteo

Per l’edizione 2025 del Gran Premio di San Paolo, Pirelli ha optato per una scelta di mescole più dure rispetto al 2024: C2, C3 e C4 saranno rispettivamente Hard, Medium e Soft. È un ritorno a un approccio più conservativo, pensato per contenere il degrado su una pista notoriamente impegnativa per gli pneumatici posteriori. Il circuito di Interlagos, con le sue curve in appoggio e i frequenti cambi di pendenza, tende a surriscaldare rapidamente l’asse posteriore, soprattutto nella sezione centrale. Nelle curve 6 e 7, percorse a oltre 220 km/h, e nella successiva “Pinheirinho”, la trazione richiesta in uscita aumenta il rischio di graining e usura termica, due fenomeni che nel 2024 si erano già manifestati chiaramente durante le sessioni asciutte del venerdì.

Nonostante la riasfaltatura recente, la rugosità ridotta e la presenza di numerosi dossi favoriscono un degrado termico più che meccanico, difficile da tenere sotto controllo nei lunghi stint.Per questo motivo, Pirelli ha scelto una gamma più robusta, in grado di prolungare la “performance life” e di ampliare la finestra strategica. La pit-lane di Interlagos, lunga 392 metri, comporta una perdita media di 21–22 secondi (inclusa la sosta), un dato che spinge le squadre a limitare le soste, ma che in caso di Safety Car (presente nel 52% delle edizioni dal 1993) può trasformare un pit-stop anticipato in un vantaggio tattico cruciale.

A Interlagos anche il meteo è parte integrante dello spettacolo, infatti si stima che dal 2000 in poi, i Gran Premi disputati all'Autódromo José Carlos Pace abbiano visto la pioggia protagonista in circa il 30% delle edizioni, a testimonianza della variabilità meteo che rende la gara brasiliana ancora più imprevedibile. Inoltre, Novembre coincide con la stagione delle piogge a San Paolo, e le previsioni indicano un elevato rischio di scrosci improvvisi per la gara. Le temperature dell’asfalto possono variare anche di oltre 15 °C tra una sessione e l’altra, influenzando in modo sensibile le pressioni e la finestra operativa degli pneumatici.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views