
Secondo il monitoraggio trimestrale di Motus-E, al 30 settembre 2025, gli stalli attivi per la ricarica pubblica sul suolo italiano erano 70.272; l’aumento di capillarità della rete di ricarica italiana, spalmata sempre più omogeneamente da Nord a Sud (Isole comprese), ha una doppia chiave di lettura: da un lato significa che oggi è possibile viaggiare su un’auto elettrica, anche per lunghe distanze, senza ansia da ricarica o da autonomia.
Dall’altro, che le vetture a batteria stanno entrando nel nostro vivere quotidiano (sono 339.231 le BEV circolanti sulle nostre strade, con un aumento del 28,71% delle immatricolazioni – nel 2025 – rispetto ai numeri del 2024); la loro diffusione sta attirando investimenti importanti da parte di aziende che decidono di migliorare la rete di ricarica (per numero di stalli disponibili, potenza erogata e competitività del costo al kWh).
Oggi, per quasi ogni modello di auto in vendita sono disponibili diverse alimentazioni: oltre alle classiche fossili (benzina, diesel, metano e gpl) la scelta prevede anche le opzioni ibride (mild hybrid, full hybrid, hybrid plug in) e il 100% elettrico.
Maggiore efficienza, maggiore sicurezza, filiera di approvvigionamento più pulita
A giocare a favore delle auto a zero emissioni sono soprattutto i progressi fatti nel campo delle batterie, il serbatoio delle BEV, dal punto di vista dell’autonomia, della sicurezza e della sostenibilità:
– maggiore densità energetica delle singole celle, a parità di dimensione e peso;
– maggiore sicurezza dei pacchi batteria in caso di forti urti, con una drastica diminuzione che possa innescarsi un incendio in caso di danno e/o perforazione delle celle;
– una filiera sempre meno dipendente da litio e cobalto quali elementi chiave dei diversi componenti, a favore di chimiche che sfruttano anche altri elementi (LiFePo o NMC).
La ricarica si fa ovunque: al supermercato, al mare, in viaggio
Quello che alcuni anni fa era visto come l’anello debole della mobilità a zero emissioni in Italia, ora è la vera forza trainante della diffusione delle auto elettriche nel Bel Paese: parliamo della rete di ricarica pubblica, ovvero delle colonnine accessibili a tutti, sia privati che imprese.
La capillarità della rete aumenta di pari passo con la diversificazione della potenza disponibile; oggi gli stalli di ricarica si dividono in tre categorie, Quick (da 22 kW in corrente alternata, AC), Fast (da 50 a 100 kW in corrente continua, DC o CC) e Ultra-Fast (oltre i 150 kW in DC).
Questo ventaglio di opzioni permette a chi guida un’auto elettrica di inserire la ricarica della batteria all’interno dei propri impegni, gestendo il tempo necessario all’operazione con quello a disposizione. Se, ad esempio, ci stiamo godendo una giornata al mare, uno stallo Quick è ideale, se facciamo la spesa sceglieremo una colonnina Fast. Se invece ci siamo fermati in autogrill per una breve sosta, opteremo sicuramente per una colonnina Ultra-Fast.
Secondo gli ultimi dati disponibili, il 48% delle aree di sosta presenti lungo le autostrade italiane ospita punti di ricarica per auto elettriche, numeri alla mano, chi si mette in viaggio può contare su 1.274 punti di ricarica, composti per l’86% da colonnine Fast e Ultra-Fast. Il tempo di una pausa, e si riparte!
A guidare le installazioni delle colonnine pubbliche è il Nord Italia, Lombardia in testa (14.242 stalli, +2.255 negli ultimi 12 mesi), seguita dal Lazio, con Roma in testa alla classifica delle province (nella capitale i punti di ricarica sono 5.881, +962 dal 2024). Anche Napoli si dimostra attenta al crescente numero di BEV circolanti, mettendo a disposizione 3.120 colonnine, +241 dallo scorso anno).
Oltre al piacere di guida, i vantaggi di chi guida elettrico in città
Scegliere una vettura a batteria, una volta superata la criticità dell’autonomia e della ricarica, permette di godere di interessanti vantaggi economici, che vanno oltre gli incentivi all’acquisto (presenti, è il caso di dirlo, anche quando si sceglie un’auto termica): l’esenzione dal bollo e le agevolazioni nella mobilità cittadina (ingresso in aree ZTL e parcheggio gratuito anche negli spazi blu).
In tutta Italia le auto a batteria non pagano il bollo per i cinque anni successivi all’immatricolazione: dal sesto anno in avanti la tassa di possesso è scontata del 75% (ipotizzando 100 euro di bollo, il proprietario pagherà solo 25 euro, quindi il 75% in meno di quanto dovuto). Fanno eccezione a questa regola la Regione Piemonte e la Regione Lombardia, che non hanno messo limiti all’esenzione dal bollo.
Chi guida un’auto elettrica e vive in città in cui i parcheggi gratuiti sono come oasi nel deserto, o che si trova a dover passare frequentemente dentro le ZTL, ha ulteriori vantaggi: nella maggior parte dei casi potrà utilizzare gratuitamente anche i parcheggi blu, e entrare nelle zone a traffico limitato senza spese.
Il caso più emblematico è Milano che, al fine di ridurre il più possibile l’inquinamento legato al traffico stradale (NOx, SOx, particolato e CO₂), ha attuato ogni agevolazione per favorire la diffusione di auto a emissioni zero/ibride: sul sito del Comune si trovano tutte le informazioni per chiedere il pass per parcheggiare gratuitamente anche negli spazi blu e gialli.
I grandi player nel mondo della mobilità elettrica
Numerose sono le aziende impiegate in questa transizione. Tra le più grandi, c’è il Gruppo Enel che sta investendo in prima persona nella transizione dalla mobilità legata al carburante fossile a quella elettrica, legata sempre più profondamente alle fonti di energia rinnovabile.
Per le lunghe percorrenze, Enel ha investito nello sviluppo di una rete di ricarica pubblica che conta oltre 70.000 punti di ricarica distribuiti nei Paesi in cui il Gruppo opera (per l’Europa sono l’Italia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia e la Germania) ed è attivabile via roaming tramite app o tessera RFD. Questo reticolato ha permesso a chi guida un veicolo elettrico di percorrere un miliardo di km a emissioni zero, tagliando circa 200.000 tonnellate le emissioni di CO₂. In Italia l’ex fornitore nazionale di energia elettrica gestisce 24.000 punti di ricarica: quota destinata ad aumentare, grazie anche ai fondi messi a disposizione del PNRR, pari a 741 milioni di euro.
Per sfatare il mito della difficoltà di ricarica delle auto elettriche, e per raccontare le azioni intraprese, Enel ha sviluppato il corto ‘Back to Energy‘, facendo leva proprio sulla paura di molti, ormai infondata, di rimanere con la macchina scarica.