Uno tra i più importanti fattori di cui tener conto è l’aderenza, cioè l’attrito tra gli pneumatici e il fondo stradale. Questo particolare principio fisico influenza radicalmente lo stile di guida del pilota. Le principali tipologie di attrito sono:
– attrito volvente – quello legato al rotolamento degli pneumatici sulle superfici; – attrito radente – quello legato allo scivolamento degli pneumatici (ad esempio durante una frenata).
A seconda della tipologia di tracciato ci sarà una percentuale di attrito che prevale sull’altra, anche se in linea generale possiamo dire che più c'è aderenza più l’equilibrio si sposta verso il rotolamento. Da qui è possibile classificare le superfici in base all’aderenza: l’asfalto è al primo posto (cioè quella che offre una maggiore aderenza), seguita a ruota da sterrato e neve.
Sempre parlando di fisica del rally, un altro importantissimo aspetto da considerare sono i salti. Ne esistono principalmente di due tipologie: a dente e a gobba morbida. Nel primo caso c’è un vero e proprio scalino che deve essere affrontato decelerando e dando un colpo di acceleratore solo nella parte finale della rampa; nel secondo caso invece il salto va affrontato a tutta velocità, così da atterrare con tutte e quattro le ruote assieme.
Ovviamente, come per tutti gli sport estremi, non basta conoscere la fisica del rally per riuscire ad essere dei campioni: c’è un mondo che va oltre, fatto di intuito, istinto e altre qualità che non sono “misurabili”. Queste abilità definiscono un bravo pilota da un talento e un partecipante da un vincitore.