
Vi siete mai chiesti dove vanno a finire le foto e i video che salviamo online? Non rimangono ovviamente sospesi nell’aria: esistono dei luoghi fisici, degli edifici, dove vengono conservati tutti i file che consultiamo online. Questi luoghi sono i data center. E non servono solo a conservare informazioni: ogni volta che diamo un comando a un sito internet, dai social network alle piattaforme di streaming, sono i data center a eseguire queste operazioni.
Come sono fatti i data center
Se volessimo analizzare nello specifico come è fatto un data center, potremmo riassumere il tutto in tre funzioni principali.
1. Calcolo
Con questa parola si fa riferimento alla capacità dei data center di elaborare i dati, espressa in termini di potenza. Un po’ come la CPU del nostro computer, che ci dice quanto è veloce nel fare le cose, ma in scala molto ma molto più grande. I data center devono avere infatti tanti computer con grandi capacità di calcolo, perché è a loro che si appoggiano tantissimi siti internet. Pensate alle banche o alle pubbliche amministrazioni, ma anche ai social network o ai servizi di streaming. Tutti questi siti, a cui accediamo online, hanno una loro struttura di computing all’interno dei data center.
Non bisogna però immaginare un unico gigantesco computer che lavora da solo per tutti. Questa funzione viene infatti divisa tra tanti computer di dimensioni contenute, i server, che condividono la stessa struttura portante e lo stesso sistema di raffreddamento. I server più comuni sono tipo dei cartoni per la pizza: tanti rettangoli dalla forma schiacciata, disposti uno sopra l’altro all’interno di una struttura chiamata rack. I server rack sono sicuramente i più diffusi, ma esiste anche un’altra tipologia, i server blade, che a differenza dei rack sono più sottili e inseriti all’interno di un telaio. In questo modo i server blade condividono tra loro non solo il raffreddamento, ma anche l’alimentazione e i cablaggi, rendendo il tutto ancora più compatto.
2. Archiviazione
Con questo termine si fa riferimento alla capacità dei data center di accumulare e conservare informazioni, rappresentata fisicamente dai dischi di memoria. Non ci riferiamo solo alle foto e ai video delle nostre vacanze: ogni sito, piattaforma o app si porta dietro un pacchetto di informazioni a cui attingere ogni volta, e queste informazioni trovano anche loro una sistemazione all’interno dei data center. Si parla di DAS (Direct-Attached Storage) se le informazioni sono collegate fisicamente al proprio server di riferimento, mentre si parla di NAS (Network-Attached Storage) se sono collegate al server tramite un collegamento ethernet. Esiste poi un’ulteriore evoluzione di questi due sistemi rappresenta dal SAN (Storage Area Network) che permette ai server di attingere a queste informazioni non per singoli file ma per blocchi (come nell’esempio di grossi database) tramite dei più moderni collegamenti in fibra.
3. Rete
Con questa parola si fa riferimento a quel gigantesco insieme di cavi, switch, router e firewall che collega tra loro server e dischi di archiviazione, e che, allo stesso tempo, mette in comunicazione entrambi con il mondo esterno. In questi casi si parla di traffico est-ovest per i collegamenti interni, e di traffico nord-sud per quelli da e verso l’esterno.
Come si mantengono in funzione i data center
Quando parliamo di alimentazione elettrica, il concetto chiave è quello della “ridondanza”, che dice che ci deve essere sempre almeno un canale extra di alimentazione, scollegato dagli altri, pronto a subentrare in caso di necessità. Per garantire questa cosa, i data center più comuni sono provvisti di generatori di riserva diesel o a gas, o di grandi impianti di batterie. Altra cosa fondamentale è evitare il surriscaldamento dei server, dal momento che tutta questa elettricità genera inevitabilmente del calore. Per risolvere questa cosa, i data center sono solitamente progettati per incanalare i flussi di aria condizionata lungo dei corridoi, chiamati "corridoi freddi”, sui quali si affaccia il lato del rack predisposto ad aspirare l’aria. Sul retro invece, ovvero dal lato dove il rack espelle l’aria, si creano i cosiddetti “corridoi caldi”. L’aria calda espulsa viene poi generalmente riconvertita in aria fredda, tramite degli appositi condizionatori che utilizzano acqua refrigerata, ma potrebbe pure essere riciclata verso l’esterno: un esempio è il data center Avalon 3 di Milano, il cui calore di scarto verrà utilizzato per riscaldare circa 1.600 abitazioni nell’area milanese. L’ultima importante condizione per il funzionamento dei data center è quella legata alla sicurezza. Dal momento che da loro dipende il funzionamento di servizi essenziali, i data center devono infatti anche essere protetti contro i tentativi di danneggiamento e di hacking. Per questo motivo sono strutture dotate dei più moderni sistemi di sorveglianza, sia per quanto riguarda la sicurezza dell'edificio in sé, sia per quanto riguarda la cybersecurity, tramite firewall, crittografia dei dati e monitoraggio delle attività sospette.
Quanti data center ci sono in Italia
Avrete capito, arrivati a questo punto, che i data center sono a tutti gli effetti il cuore nevralgico delle nostre economie. Senza di loro verrebbe meno l’infrastruttura fisica su cui si poggiano praticamente tutti i servizi digitali, fondamentali per molte delle azioni che compiamo tutti i giorni. Ma quanti data center abbiamo in Italia? A novembre 2025 in Italia erano presenti oltre 200 data center, un numero in costante aumento che ci posiziona come tredicesima nazione al mondo. Un esempio è quello di Retelit, azienda italiana che vanta una rete di 38 data center sparsi per tutta la penisola. Al centro di questa infrastruttura c’è l’Avalon Campus di Milano, uno dei punti di interconnessione più importanti del Paese: attraverso i suoi tre edifici, l’Avalon 1, 2 e 3, transita infatti la gran parte del traffico internet italiano, con più di 170 operatori nazionali e internazionali ospitati al loro interno. Retelit ha inoltre in progetto di realizzare 3 data center di nuova generazione per far fronte alle sfide tecnologiche del prossimo futuro, una su tutte quella dell’intelligenza artificiale, che con le sue richieste di elaborazione dati sta letteralmente rivoluzionando il settore dei data center.