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Coperchi dello yogurt, lattine, blister dei medicinali, bombolette spray… è quasi ovunque! Stiamo parlando dell’alluminio, un materiale prezioso, resistente, malleabile, riflettente e molto leggero, oltre ad essere ottimo per condurre elettricità e calore. Come se tutte queste caratteristiche non fossero abbastanza, c’è anche da considerare che è notevolmente resistente all’ossidazione grazie a un sottile strato di ossido sulla superficie (Al2O3) che non permette all’ossigeno di penetrare e corrodere il metallo sottostante. Questo metallo – che sulla tavola periodica è rappresentato dal simbolo AI e dal numero atomico 13 – si estrae principalmente dai minerali di bauxite, una roccia sedimentaria rossastra al cui interno sono contenuti gli idrossidi di alluminio. Il principale produttore mondiale di alluminio è la Cina, seguita da India e Russia.
Stiamo parlando di un elemento fondamentale per l’economia, che viene impiegato ovunque: nei trasporti per la costruzione dei mezzi pubblici e delle biciclette; nell’industria meccanica ed elettrica per vari tipi di oggetti, e persino nello spazio: pensate che la navicella Shuttle è costituita al 90% da alluminio! Per non parlare del fatto che è in tantissimi imballaggi e oggetti d’uso quotidiano.
Quello che forse non tutti sanno è che l’alluminio è riciclabile al 100% e all’infinito senza che perda le sue caratteristiche tecniche. Proprio per questa ragione è importante smaltirlo correttamente. Ma come funziona il processo di riciclo, e come smaltirlo correttamente?
Dove si riciclano i rifiuti in alluminio e come funziona il riciclo

Partiamo col dire che la raccolta alluminio non è uniforme, ma che va da comune a comune. In alcuni esiste una raccolta solo per i metalli, ma generalmente l’alluminio viene gettato insieme alla plastica (raccolta multi-leggera), al vetro (vetro-metalli), o con entrambi (raccolta multipesante).
Una volta giunto nel centro di selezione, l’alluminio viene separato dal vetro o dalla plastica passando su un nastro elettromagnetico dell’impianto di separazione.

L’alluminio viene poi compattato in balle e portato in fonderia. Prima di essere fuso, l’alluminio viene sottoposto a un processo di riscaldamento (a 500 gradi) per rimuovere eventuali residui di vernici presenti sui granuli. In seguito viene fuso fino a un massimo di 700 gradi, per poi essere colato negli stampi. Ed è così che si ottengono dei lingotti di alluminio che verranno reintrodotti nel ciclo di produzione dell’alluminio. Come detto in precedenza, l’alluminio è riciclabile all’infinito, e a seguito di tutto questo processo di riciclo non perde le sue proprietà tecniche (lucentezza, impermeabilità, conduttività, ecc.).

Cosa va buttato nell’alluminio e cosa no
L’Italia, a pari merito con la Germania, è prima in Europa per il riciclo di questo preziosissimo metallo: ricicliamo oltre il 72% degli imballaggi di alluminio. Come se non bastasse, il nostro Paese è al terzo posto nella classifica mondiale, condividendo il podio con Stati Uniti e Giappone.
Secondo i dati siamo bravi a smaltire l’alluminio: carta stagnola (ricordando di compattare e appallottolare insieme i pezzi più piccoli e sottili per agevolare le prime fasi del riciclo), lattine, borracce in alluminio, mestoli, ecc. Qualche volta, però, potrebbero sorgere dei dubbi su alcuni rifiuti, che non sappiamo se gettare nell’alluminio, nella plastica o nell’indifferenziato.

È risaputo che gli imballaggi sporchi, con rimasugli di cibo o altro materiale, vanno gettati nell’indifferenziato. Se avessimo utilizzato una vaschetta di alluminio per contenere e trasportare una prelibatezza e i resti di cibo si possono rimuovere facilmente, può essere buttata nell’alluminio anche se non perfettamente pulita, ma appallottolandola per ridurne il volume. Se non fosse possibile rimuovere i rimasugli di cibo, la vaschetta andrebbe gettata nell’indifferenziata.
Un altro tipo di rifiuto metallico che genera dubbi sono caffettiere, padelle e pentole di piccole dimensioni, che possono essere tranquillamente gettate nell’alluminio. Se sono oggetti più grandi, invece, per essere smaltiti vanno portati all’isola ecologica.
E le bombolette del deodorante? Come tante altre bombolette finiscono nell’alluminio, ma è necessario ricordarsi di gettare il cappuccio nella plastica. E le bombolette “pericolose” come quelle degli insetticidi? Per smaltirle correttamente bisogna seguire le istruzioni del proprio comune.
Se avete altri dubbi riguardo allo smaltimento dell’alluminio potete consultare il sito di CIAL, Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio.
Perché è importante raccogliere l’alluminio e differenziarlo
Ricordiamo infine che il riciclo dell’alluminio consente di risparmiare circa il 97% delle emissioni di gas serra prodotte nel processo di produzione primaria, e che per ogni tonnellata di alluminio riciclata si risparmiano 9 tonnellate di emissioni di anidride carbonica e 4 tonnellate di bauxite (materia prima d’estrazione). Il riciclaggio quindi vale sempre la pena, perché permette di salvaguardare l’ambiente e le sue risorse naturali, nell’ottica di un futuro sempre più sostenibile.