
Gli Etruschi sono considerati la prima grande civiltà italiana: vissero nella zona tra l'attuale Toscana, Lazio e Umbria prevalentemente tra il X e il IV secolo a.C. Molta dalla loro storia è andata persa – in particolar modo dopo la loro conquista da parte dei Romani. Sappiamo per certo che erano ottimi artigiani, eccellenti mercanti e che, la loro fine, fu in buona parte legata proprio a questo loro incredibile potere economico all'interno del Mar Mediterraneo.
Origine degli Etruschi
La civiltà etrusca ha origini molto antiche. Nonostante sin dall'antichità vi fossero diverse teorie sulla loro origine, le ricerche archeologiche hanno dimostrato che è un popolo autoctono della penisola italiana. Già a partire dal X secolo a.C. si conoscono le prime testimonianze negli abitati principali che ben presto si espanderanno nelle attuali Lazio, Toscana, Umbria, Campania, Emilia Romagna. La scelta di vivere proprio in questi luoghi non fu casuale. Lungo la costa erano presenti pianure con campagne fertili e in più erano aree ottime per i traffici marini e la pesca.
Più all’interno invece c’erano zone ricche di risorse naturali, come le colline metallifere. Teniamo a mente che a livello temporale siamo al passaggio tra l'età del bronzo e quella del ferro, un periodo in cui ci fu il boom di strumenti, oggetti e armi in metallo, e quindi i popoli per diventare sempre più potenti e sempre più tecnologicamente avanzati, avevano bisogno di miniere metallifere. Tanto per dire, l’Isola d’Elba era ricchissima di miniere di ferro, tanto da essere chiamata in epoca etrusca “l’isola dei mille fuochi”, proprio perché qui oltre alle miniere era pieno di fucine. Lo sfruttamento di queste risorse ha portato rapidamente allo sviluppo degli antichi villaggi che iniziarono ad espandersi, fino a formare delle vere e proprie città.
Le città etrusche
Inizialmente gli Etruschi realizzarono villaggi piuttosto semplici: c’erano principalmente abitazioni di forma arrotondata fatte con muri di fango e canne e tetti di paglia. Con il passare del tempo però le loro abilità da costruttori migliorarono, passando ad abitazioni molto più confortevoli, spesso dotate di camere multiple e comunicanti fra loro. Addirittura a volte avevano anche una grande sala e un cortile privato.
Oltre alle case, nelle città etrusche era possibile trovare numerose botteghe e ben presto si dotarono di mura, che all’epoca degli scontri con Roma erano dotate anche di archi. E pensate un po? Sono stati proprio loro a inventare l’arco a volta! O meglio, l’arco in sé esisteva già da tempo nel Mediterraneo ma loro sono stati i primi attorno al VI secolo a realizzare archi completi con conci di pietra. Cioè noi associamo l’arco ai Romani ma loro applicheranno l’idea proprio dagli Etruschi.
Comunque, come molte città del passato, l’elemento centrale non era l’arco e non erano nemmeno le abitazioni, ma bensì il tempio. Il tempio etrusco, almeno all’apparenza, era piuttosto simile a quello greco che tutti abbiamo in mente… anche se in realtà un po’ di differenze ci sono. Ad esempio le colonne erano solo nel portico frontale, che però era più esteso rispetto alla controparte greca. Insomma, si trattava di grandi opere e pensate che alcune città di origine etrusca esistono ancora oggi, come Tarquinia, Cerveteri, Orvieto o Populonia.
Capite bene che la popolazione che viveva in centri abitati così importanti aveva bisogno di qualcuno che li governasse. Inizialmente a capo di ogni città c’era un re-sacerdote, ma presto si passò ad avere un oligarchia – quindi il potere era nelle mani di poche persone, non di un singolo re. Tra l’altro una cosa interessante sulla civiltà etrusca è il ruolo della donna. Nel senso che rispetto ad altri popoli dello stesso periodo le donne avevano molta più libertà e abbiamo testimonianze di donne di altissimo rango che erano considerate al pari degli uomini. Le donne svolgevano un ruolo chiave anche nella vita religiosa della comunità, visto che – come ora vedremo – la religione per gli Etruschi era la cosa più importante in assoluto.
La religione politeista e divinatoria
Prima parlavamo dei templi e dicevamo che sono simili a quelli greci. Ecco lo stesso vale anche per le loro divinità, nel senso che le divinità etrusche esteticamente erano uguali a quelle greche, anche se loro gli attribuivano spesso valori diversi. E così come i greci, anche gli Etruschi talvolta facevano sacrifici di animali, soprattutto per predire il futuro. Esistevano infatti dei sacerdoti detti aruspici che avevano proprio il compito di analizzare le interiora degli animali sacrificati, soprattutto il fegato, per capire come sarebbe stato il futuro. Ecco ad esempio questo che vedete è il cosiddetto fegato di Piacenza. Si tratta di un reperto importantissimo perché è una sorta di “guida” usata dagli aruspici per interpretare correttamente i segnali divini.
Ma non finisce qui: i sacerdoti si occupavano anche degli auspici, cioè della lettura di presagi in alcuni fenomeni naturali, come fulmini, terremoti o il volo degli uccelli. Infatti ancora oggi, dopo quasi 3000 anni, si utilizza l’espressione “di buon auspicio” proprio per indicare qualcosa che porterà bene in futuro. Un ultimo elemento interessante della loro religione è la sepoltura: gli Etruschi per molto tempo della loro storia hanno praticato la cremazione e i defunti venivano sempre posti all’interno delle necropoli, cioè vere e proprie città per i morti. Vi specifico questa cosa perché quasi molto di ciò che sappiamo sugli Etruschi, e in particolare sulla loro scrittura, lo dobbiamo proprio alle tombe.
Scrittura etrusca
Come vedremo a breve, gli Etruschi vennero conquistati dai Romani. Dopo questa conquista andarono perdute quasi tutte le opere scritte di questo popolo, così come la loro storia. Ciò che è rimasto della scrittura etrusca sono principalmente iscrizioni sui sarcofagi. Quindi ad oggi soprattutto grazie alle tombe etrusche conosciamo il loro alfabeto e siamo riusciti a ricostruire parte della loro lingua, anche se ovviamente con così poche informazioni non sappiamo tutto sulla loro lingua. È come voler imparare il tedesco o il giapponese semplicemente con le frasi che troviamo sulle tombe di un cimitero.. è quasi impossibile.
Le tombe in realtà sono importanti anche per un altro motivo, cioè al loro interno abbiamo trovato una grande quantità di dipinti e soprattutto di gioielli e vasellame etruschi, e ciò testimonia le loro grandissime doti da artigiani.
Artigianato e commercio
Gli Etruschi si specializzarono nella lavorazione dell’oro, e in particolare svilupparono due tecniche che vengono utilizzate ancora oggi, cioè la granulazione e la filigrana. Nella granulazione si creavano delle piccolissime sferette d’oro che poi venivano fuse le une accanto alle altre, per formare delle minuscole decorazioni. La filigrana segue un concetto simile, solo che anziché fare delle palline si facevano dei sottilissimi fili che poi venivano intrecciati tra loro.
Ma gli Etruschi erano famosi non solo per il loro oro, ma anche per il loro vino – la cui tradizione venne poi acquisita anche dai Romani – e per il bucchero. Senza scendere troppo nei dettagli, si tratta di un particolare tipo di ceramica non verniciata ma tutta nera: in fase di cottura veniva cotta lentamente in un forno sigillato e dopo una lucidatura delle superfici, si ottenevano vasi scuri e lucentissimi, simili al metallo, estremamente pregiati e ricercati dalle élites. Vista la loro bravura da artigiani, capirono presto che il modo migliore per fare affari era vendere tutte queste meraviglie agli altri popoli… e guarda caso in poco tempo gli Etruschi diventarono una forza commerciale enorme nel Mediterraneo… e proprio questo, in realtà, contribuì alla loro fine.
Perché gli Etruschi sono scomparsi
Loro infatti, assieme a fenici e greci, diventarono una delle tre principali potenze del Mediterraneo. Pensate che i greci li chiamavano “tirreni”, e proprio per questo il mare in cui erano più presenti ancora oggi si chiama Mar Tirreno. Questo successo, come spesso capita, venne visto in malo modo da tutti gli altri popoli che commerciavano nel mediterraneo, che iniziarono ad essere sempre più invidiosi della potenza commerciale etrusca. E questa invidia presto si trasformò in veri e propri attacchi alle città etrusche, come fecero ad esempio i greci.
Questi ripetuti scontri iniziarono ad indebolire gli Etruschi, e in poco tempo dovettero affrontare non solo questa minaccia via mare ma anche i celti, che da nord iniziarono ad avanzare. Alla fine però il colpo di grazia venne proprio dai loro vicini di casa, dai Romani. A partire dal 396 avanti Cristo infatti Roma – che all’epoca ancora non era un impero – fece capitolare alcune città etrusche come Veio, Orvieto, Vulci e Cerveteri, mettendo la parola fine al primo grande popolo italiano.
Come abbiamo detto prima, i loro scritti andarono per lo più distrutti e quindi ad oggi non sappiamo molte cose sulla civiltà etrusca. Allo stesso tempo, i Romani stessi assimilarono all’interno della loro cultura molte delle loro usanze e tradizioni, andando quindi a preservare una parte della loro cultura che, altrimenti, sarebbe andata irrimediabilmente persa.