Quando gli pneumatici della nostra auto iniziano a deteriorarsi è necessario sostituirli… Ma che fine fatto tutti gli pneumatici fuori uso? Esiste un processo di riciclo che tramite diversi passaggi è in grado di ottenere gomma pura a diverse granulometrie: a seconda della dimensione ottenuta la gomma può essere impiegata ad esempio per la realizzazione di pavimentazioni, asfalti e campi sportivi.
Ma come viene eseguito il processo di riciclo? E quanti pneumatici riesce a riciclare l'Italia ogni anno?
Come è fatto uno pneumatico?
Prima di spiegare il processo di riciclo è necessario spendere due parole in merito allo pneumatico in sé. Per semplicità possiamo riassumere la sua composizione nel seguente modo:
- 41% gomma (sia naturale che sintetica);
- 30% additivi (per migliorare proprietà tecniche);
- 15% fibre tessili e metalli (tessute tra loro per creare lo "scheletro" dello pneumatico);
- 14% additivi chimici per la produzione e la durabilità dello pneumatico.
Essendo quindi contenuti al suo interno anche tessili e metalli, è necessario separare queste componenti dalla gomma per riuscire a portare a termine il riciclo.
Il processo di riciclo degli pneumatici
Andando al nocciolo della questione, vediamo brevemente quali sono i passaggi principali che permettono di ottenere gomma riutilizzabile a partire da uno pneumatico.
1. Raccolta e stoccaggio del materiale
La prima operazione che viene fatta è la raccolta degli pneumatici fuori uso (solitamente da gommisti e autofficine) e il loro stoccaggio all'interno degli impianti di riciclaggio.
2. Stallonatura
La stallonatura prevede la rimozione del "cerchietto", cioè un anello di acciaio che si trova nello pneumatico, più precisamente nella sua porzione a contatto con il cerchione. Per rimuoverlo si utilizza solitamente un gancio che afferra il bordo dello pneumatico e, tirando, riesce a "strappare" il cerchietto di metallo. In alternativa esistono sistemi a base di lame che, concettualmente, funzionano come un apriscatole. Una volta recuperato, questo filo d'acciaio può essere inviato alle fonderie per essere a sua volta riciclato.
3. Prima frantumazione
La prima macinazione dello pneumatico viene fatta tramite ruote dentate che permettono di ottenere frammenti spessi dai 5 ai 40 centimetri che prendono il nome di "ciabatte". Al loro interno sono presenti ancora frammenti di metallo e di tessile: per questo motivo o vengono inceneriti tal quali per produrre energia, oppure proseguono il processo di riciclo per rimuovere le impurità al loro interno.
4. Seconda frantumazione
Le ciabatte vengono inviate da nastri trasportatori ad altri macchinari che li tritano ancora più finemente. Durante questo processo vengono separati dalla gomma anche i residui metallici (tramite magneti) e di tessuti (tramite tavole vibranti). Per quanto riguarda la gomma invece, la granulometria finale che si ottiene varia a seconda della destinazione d'uso finale. Solitamente le granulometrie ottenute sono:
- cippato di gomma (20 – 50 mm);
- granulato di gomma (0,8 – 20 mm);
- polverino di gomma (<0,8 mm).
Il riutilizzo della gomma
Cosa si può fare con la gomma riciclata ottenuta dal riciclo di uno pneumatico? Tutto dipende dalla sua granulometria.
- Ciabattato – dal momento che contiene ancora frammenti di tessile e acciaio al suo interno, viene incenerito o prosegue la filiera del riciclo;
- Granulato – impiegato principalmente per la creazione di pavimentazioni come campi da calcio in erba sintetica, campi da basket, palestre, aree giochi per bambini e dossi stradali;
- Polverino – utilizzato principalmente per asfalti speciali, capaci di ridurre il rumore e di drenare meglio l'acqua.
Quindi da uno pneumatico non si ricava un altro pneumatico? E come se la cava l'Italia in questa tipologia di riciclo? Per scoprirlo non ti resta che guardare il video!