
Se avete qualche problema di vista, potreste aver fatto qualche pensiero sull’intervento laser agli occhi. Ma lo sapevate che in media dura solamente 10 minuti? Per migliorare la vista, infatti, ci vogliono circa 20 secondi di laser e 10 minuti di altri passaggi.
Ma come fa un laser a correggere i difetti degli occhi, e come funziona esattamente? Come potete vedere dalle animazioni 3D presenti nel video, esistono ben 3 tecniche di intervento di chirurgia refrattiva.
I difetti dell’occhio: miopia, astigmatismo e ipermetropia
Prima di capire come funziona l’operazione laser agli occhi cerchiamo di capire come funziona l’occhio e quali sono i difetti della vista più comuni: miopia, astigmatismo e ipermetropia.
Quando guardiamo un oggetto, la luce che viene riflessa da quell’oggetto arriva nel nostro occhio. La luce poi passa attraverso la cornea — una piccola lente che rappresenta strato curvo più esterno — poi entra nella pupilla (che è letteralmente un buco ed è per questo che è nera) e poi incontra il cristallino, una lente flessibile che cambia forma per mettere a fuoco oggetti vicini o lontani, e infine colpisce la retina, una membrana situata nella parte posteriore dell'occhio dove ci sono tantissime cellule che captano la luce, i fotorecettori, che inviano le informazioni attraverso il nervo ottico al cervello, che le trasforma in immagini. Ed è così che funziona la vista.
Per le persone che non hanno problemi di vista, la luce converge in un unico punto detto punto focale, che cade proprio sulla retina. Per le persone che hanno problemi alla vista, invece, il punto focale cade in altre parti, e la vista viene compromessa.
Come si può vedere nel video, se il punto focale cade prima della retina, si è miopi, e si vedono male gli oggetti lontani e bene quelli vicini. Questo difetto può essere causato da diversi fattori, tra cui una cornea più “in fuori” — quindi con un raggio di curvatura più piccolo — oppure da un occhio leggermente più lungo.

Se il punto focale cade dopo la retina, si è ipermetropi. In questi casi, generalmente, si vedono bene gli oggetti lontani e male quelli vicini. Il problema può essere causato da una deformazione della cornea — in questo caso più “schiacciata” — o da un occhio più corto.

Se invece la luce non converge in un unico punto ma in punti diversi, si parla di astigmatismo, ossia di una condizione che peggiora la vista sia da lontano, sia da vicino. In questo caso, la cornea ha una curvatura deformata, quindi non forma un arco perfetto: ecco perché si vedono immagini sfocate e/o distorte.

Come viene svolta l'operazione laser: la differenza tra le tecniche

Per eliminare questi difetti, è necessario migliorare la curvatura della cornea, cosa possibile con l'operazione laser.
Ad oggi esistono 3 tecniche chirurgiche: la prima si chiama PRK, acronimo inglese che sta per cheratectomia fotorefrattiva. Durante la PRK si rimuove uno strato sottilissimo superficiale dell’occhio, l’epitelio corneale, e poi si va a modificare con il laser la curvatura della cornea in base al difetto del paziente. In seguito si inserisce una piccola lente protettiva che permette all’epitelio corneale di rigenerarsi. Nel giro di una settimana si percepisce già un netto miglioramento della vista.
Nella PRK si utilizza un laser ad eccimeri: il nome arriva dal’inglese “EXCIted diMER”, che significa “dimero eccitato”. Dimero significa coppia, eccitato significa che gli è stata fornita energia: infatti nel laser è presente una coppia di Argon e Fluoro che viene eccitata con una scarica elettrica. Una volta eccitata, la coppia emette un fascio laser di luce ultravioletta a 193 nm. Questo laser è in grado di nebulizzare il materiale della cornea con estrema precisione, e ne migliora la curvatura correggendo così il difetto.
La seconda tecnica, la FemtoLasik, non prevede la rimozione dell’epitelio corneale: in questo caso si crea un lembo di epitelio corneale con un laser a femtosecondi, si solleva il lembo, e poi si modella la cornea sempre con un laser ad eccimeri. Al termine dell’operazione, il lembo si riappoggia, e in circa 24h si ha il miglioramento della vista.
Ma che sono questi laser a femtosecondi? Sono laser a infrarossi a 1053 nm che vengono applicati con impulsi nell'ordine appunto dei femtosecondi, e 1 femtosecondo è 0,000’000’000’000’001 s. Questi impulsi di luce infrarossa sono così piccoli, che permettono di controllare in modo estremamente preciso la quantità di energia da trasmettere e di creare l’incisione senza danneggiare i tessuti esterni.
L'ultima tecnica è ancora più sofisticata, e non prevede né la rimozione né il sollevamento dell’epitelio corneale. Si focalizza il laser a femtosecondi sotto l’epitelio, direttamente sulla cornea, per modellarla creando una specie di lenticolo che poi viene estratto grazie ad una incisione di 2 mm. Questa tecnica si chiama SMILE (Small Incision Lenticule Extraction) e assicura un recupero molto rapido (24-48h), dato che l’intervento sull’esterno è praticamente nullo, ma rispetto alle altre due non può essere usata per l’ipermetropia.
Prima dell’intervento: analisi del paziente
Prima dell’operazione laser, i medici compiono un accurato lavoro di analisi dell’occhio del paziente, collezionando dati per poter impostare lo strumento alla perfezione.
In particolare, si fa l'anamnesi, cioè una serie di domande per capire la storia dell'occhio: se ci sono stati problemi in passato, se il difetto è rimasto stabile nel tempo, e così via. Poi si passa agli esami veri e propri: si misurano le dimensioni al micrometro della cornea con la Tomografia a Coerenza Ottica, si verifica quanto la pupilla si dilata in base alle condizioni di luce con la Pupillografia, e si fa anche una microscopia endoteliale per controllare lo stato di salute delle cellule dell'endotelio corneale.
Una volta raccolti tutti questi dati precisi, a volte si fa anche una simulazione al computer dell'intervento per avere un'idea del risultato finale. Tutto questo processo permette al chirurgo di capire se il paziente è adatto all'intervento e quale sia la tecnica migliore per il suo caso specifico.
Come qualsiasi operazione, possono insorgere delle complicanze, che nella maggiorparte dei casi sono di lieve entità, come ad esempio la secchezza oculare, che si può risolvere con l'applicazione di lacrime artificiali, o problemi di visione notturna che tendono a diminuire nel tempo. Le complicanze gravi, invece, sono estremamente rare per due ragioni: in primis per la dettagliata analisi pre-operatoria, ma soprattutto per l’estrema potenza della tecnologia laser che interviene con precisione micrometrica.