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27 Novembre 2025
13:00

Nuova coincidenza tra cometa 3I/ATLAS e Giove, ma non c’entrano le astronavi aliene: la “teoria” di Avi Loeb

Avi Loeb torna sull'ipotesi artificiale di 3I/ATLAS basandosi sulla coincidenza che la minima distanza tra la cometa e Giove sarà pari al raggio di Hill del pianeta. Tuttavia, i dati sull'accelerazione sono troppo incerti per parlare di un "fine-tuning" della traiettoria.

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Nuova coincidenza tra cometa 3I/ATLAS e Giove, ma non c’entrano le astronavi aliene: la “teoria” di Avi Loeb
giove atals loeb

L'astrofisico Avi Loeb ha evidenziato nuova coincidenza della cometa 3I/ATLAS, il terzo oggetto interstellare scoperto nel nostro Sistema Solare. E di nuovo, purtroppo, la usa per ribadire la sua ipotesi che potrebbe trattarsi di un manufatto extraterrestre.

La coincidenza è questa: il 16 marzo 2026 la cometa raggiungerà la sua massima vicinanza con Giove a una distanza di circa 53,5 milioni di km dal gigante gassoso. Cos'ha di speciale questa distanza? È sostanzialmente identica a quello che in tale data sarà il valore del cosiddetto raggio di Hill di Giove, cioè il raggio entro cui l'influenza gravitazionale del pianeta supera quella del Sole. In pratica, secondo Loeb, questa coincidenza porterebbe a pensare che questa minima distanza sia in qualche modo voluta da qualcuno che, con una manovra precisa, avrebbe "mandato" 3I/ATLAS nel Sistema Solare, al fine di rilasciare sonde che studino il pianeta.

Loeb sostiene che questa coincidenza è resa possibile dal fatto che la cometa ha mostrato, nei dintorni del suo punto di massima vicinanza al Sole, una accelerazione non gravitazionale che – secondo l'astrofisico di Harvard – avrebbe avuto il valore esatto per permettere di raggiungere con precisione il raggio di Hill di Giove.

Perché questo ragionamento traballa? Semplicemente perché se vogliamo parlare di fine-tuning (cioè di regolazione precisa) dell'accelerazione non gravitazionale, dovremmo come minimo conoscere con precisione il valore di tale accelerazione. Ma questo valore non lo conosciamo con precisione.

Nel suo intervento su Medium, Loeb usa per l'accelerazione il valore di 5 · 10–7 unità astronomiche per giorno quadrato, riportando come fonte lo Small Body Database del Jet Propulsion Laboratory della NASA. Questo valore però non è chiaro, perché non torna rispetto ai dati forniti dal JPL stesso. Facendo i calcoli, l'accelerazione non gravitazionale totale risulta infatti circa un'ordine di grandezza inferiore (8,22 · 10–8 unità astronomiche per giorno quadrato). Il valore 5 · 10–7 compare (ma in metri al secondo quadrato) in uno studio recentemente pubblicato su arXiv. Studio che, per inciso, sosteneva che l'accelerazione non gravitazionale di 3I/ATLAS fosse completamente spiegabile dalla sua perdita di materiali volatili, confutando quindi l'ipotesi che la cometa stesse accelerando grazie all'azione di presunti propulsori. Tra l'altro, nei pressi del Sole la cometa mostrava diversi getti contemporaneamente diretti in varie direzioni, e non è assolutamente chiaro come questo comportamento possa essere un modo efficace per una presunta astronave per cambiare in modo ultrapreciso la propria traiettoria.

Ricordiamo inoltre – come riportato peraltro dal JPL – che le stime dell'accelerazione non gravitazionale presentano ancora notevoli margini di incertezza, superiori al 30%: insomma, non abbiamo neanche lontanamente numeri abbastanza precisi per poter parlare di fine-tuning.

Poi si può dire che, qualunque sia questo valore, in ogni caso rende possibile la coincidenza tra la minima distanza da Giove e il raggio di Hill di Giove in quella data. Ma di questo si tratta: una coincidenza. Che deriva non solo dall'accelerazione non gravitazionale, che è estremamente piccola, ma soprattutto da quella gravitazionale – e lì non c'entrano niente le tecnologie aliene – e dalla traiettoria di ingresso di 3I/ATLAS nel Sistema Solare. Insomma, coincidenza molto interessante ma non c'è alcun margine, al momento, per interpretarla come vorrebbe Loeb.

Fonti
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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator, Autore
Coordinatore editoriale di Geopop, autore di contenuti e responsabile del magazine geopop.it, dove scrivo principalmente di astronomia, spazio, fisica e meteorologia. Ho una laurea in Astrofisica, un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste e in passato ho fatto divulgazione scientifica con il progetto “Chi ha paura del buio?”.
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