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13 Luglio 2025
13:00

Perché si dice che i gatti abbiano nove vite?

Il mito delle nove vite del gatto nasce nel Cinquecento, citato da Shakespeare e John Heywood. Deriva dalla straordinaria agilità e capacità di sopravvivenza di questi animali. In Italia si parla spesso di sette vite, mentre in Turchia e nel mondo arabo si crede che siano sei.

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Perché si dice che i gatti abbiano nove vite?
gatto dorme
Gatto domestico che dorme; credits: Creative Commons Zero, Public Domain Dedication; via Wikimedia Commons

Il mito secondo il quale i gatti hanno nove vite deriva dalla loro capacità di salvarsi in situazioni difficili e dall’abilità di compiere azioni che per altri animali risulterebbero fatali. Si tratta di una credenza popolare soprattutto nei Paesi anglosassoni, che non ha nessun fondamento scientifico: le sue origini risalgono almeno al Cinquecento e tra i primi autori che l'hanno menzionata figura nientemeno che William Shakespeare. Con il passare degli anni, il mito è diventato molto popolare, ma in alcuni Paesi, tra i quali l’Italia, è più diffusa la versione secondo la quale le vite dei gatti sono “solo” sette.

Perché si dice che i gatti abbiano 9 vite: le origini del mito

L’idea che i gatti abbiano nove vite deriva dal fatto che sono animali estremamente agili e capaci di sopravvivere in situazioni pericolose, che per altri esseri viventi risulterebbero fatali. I gatti camminano sui cornicioni e sui bordi dei tetti senza cadere, fanno salti difficili riuscendo sempre ad “atterrare” sulle gambe e a minimizzare i danni, sono capaci di infilarsi in spazi angusti e adattarsi alle strettoie. Queste abilità sono rese possibili dalla loro struttura ossea, che è molto flessibile e permette di girarsi in aria e di essere agili in tutte le situazioni in cui è necessario. Nei gatti, l’istinto svolge un ruolo fondamentale nel riconoscere e fronteggiare situazioni di pericolo, per questo si dice che riescano a salvarsi più volte e dalle situazioni più pericolose. Ma da quando esiste questa credenza?

Gatto a caccia
Gatto a caccia; via Wikimedia Commons

L’idea che i gatti abbiano nove vite risale a diversi secoli fa. Le prime attestazioni si collocano nell’Inghilterra del Cinquecento, più specificamente la prima menzione in assoluto compare nella raccolta poetica Proverbi di John Heywood, risalente al 1564, nella quale l’autore scrive: “A woman hath nine lives like a cat”, cioè “Una donna ha nove vite come un gatto”.

Pochi anni più tardi, il mito delle nove vite fu menzionato da William Shakespeare nella celeberrima tragedia Romeo e Giulietta, scritta tra il 1594 e il 1596.

Tybalt: “What wouldst thou have with me”? – Mercutio: “Good king of cats, nothing but one of your nine lives”

In italiano si traduce così:

Tebaldo: “Cosa vorresti da me?” – Mercuzio: “Buon re dei gatti, niente tranne una delle tue nove vite”.

Con il passare del tempo il mito delle nove vite si è evoluto e si è affermato un proverbio secondo il quale “A cat has nine lives. For three he plays, for three he strays and for the last three he stays”, cioè “Un gatto ha nove vite. Per tre gioca, per tre si smarrisce e per le ultime tre resta”.

Romeo e Tibaldo
Romeo e Tibaldo; via Wikimedia Commons

Quante vite ha un gatto, 7 o 9? Le varianti del mito

L’idea che le vite dei gatti siano proprio nove è dovuta ai significati esoterici che il numero ha in molte culture. Inoltre, il fatto che il numero sia composto da tre gruppi di tre ha permesso l’affermazione del proverbio secondo il quale per tre vite gioca, per tre si smarrisce e per tre resta. Non in tutti i Paesi, però, le vite dei gatti sono nove: in Italia e in Spagna è più diffusa la versione del mito con il numero sette. Si tratta di un altro numero dal denso significato simbolico: sette sono i vizi capitali, le virtù, i giorni della settimana, ecc.  Nelle culture arabe e turche, invece, i gatti hanno “solo” sei vite.

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