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16 Dicembre 2025
12:00

Perché la cometa 3I/ATLAS è diventata verde e continua ad avere un’anti-coda: la spiegazione scientifica

Mentre la cometa 3I/ATLAS si prepara a raggiungere il massimo avvicinamento alla Terra il 19 dicembre, emergono nuove caratteristiche, tra cui un cambiamento cromatico da rossastro a verde. Persiste inoltre una lunga anti-coda.

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Perché la cometa 3I/ATLAS è diventata verde e continua ad avere un’anti-coda: la spiegazione scientifica
Con la consulenza di Filippo Bonaventura
Astrofisico e Content editor coordinator
Immagine
Foto amatoriale di 3I/ATLAS ripresa con un telescopio Celestron EdgeHD 800 il 16 novembre. Credits: Satoru Murata, Wikimedia Commons.

La cometa interstellare 3I/ATLAS non smette di stupire la comunità scientifica e continua a far parlare di sé a mesi di distanza dalla sua scoperta: tra le ultime novità c'è il fatto che quando la cometa è “riemersa” da dietro il Sole ha presentato da subito un colore verde, mentre quando era “sparita” dietro il disco solare il colore era rossastro. C'è inoltre la persistenza di un'anti-coda, ovvero una “coda” apparente diretta però verso il Sole e non in direzione opposta, che non sembra dovuta a un effetto prospettico ma a una genuina emissione di materiale. L'anti-coda era già stata scoperta da mesi e, pur non essendo inedita anche per le comete del Sistema Solare, è importante perché potrebbe fornire grandi quantità di informazioni sull'oggetto interstellare.

Con l'emergere di questi nuovi elementi, l'astrofisico Avi Loeb ha rimarcato le sue teorie sulla presunta natura aliena di 3I/ATLAS: in realtà, esiste una chiara spiegazione scientifica sia per la nuova colorazione che per la presenza dell'anti-coda. Tutto questo accade mentre 3I/ATLAS si prepara a raggiungere il punto di massima vicinanza alla Terra, atteso per il 19 dicembre a una distanza di circa 270 milioni di km.

A cosa è dovuto il cambiamento cromatico della cometa 3I/ATLAS

Come confermato anche dall'INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), al momento la chioma di 3I/ATLAS appare di colore verde: al contrario, prima di sparire dietro il Sole nei mesi scorsi, appariva rossastra. Secondo gli esperti, la colorazione colore verde sarebbe conferito dal carbonio biatomico presente nella chioma. Si tratta di una molecola composta da due atomi di carbonio (C2) che emette luce proprio a lunghezze d’onda verdi.

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Un’immagine della cometa 3I/ATLAS atturata dallo spettrografo multi–oggetto Gemini (Gmos) sul Gemini North a Maunakea, isole Hawaii. Credits: International Gemini Observatory/NoirLab/Nsf/Aura/B. Bolin.

Il cambiamento di colorazione sarebbe dovuto al calore del Sole ricevuto dalla cometa durante la sua massima vicinanza al Sole, che ha attivato la sublimazione degli strati più interni finendo per conferirle questo colore.

Cos'è l'anti-coda di una cometa e come si è formata quella di 3I/ATLAS

Più interessante è l'anti-coda della cometa interstellare. Ma di cosa si tratta? Mentre viaggia, il calore solare provoca la sublimazione (cioè il passaggio diretto dallo stato solido allo stato gassoso) dei suoi materiali volatili, che può creare tensioni meccaniche nella struttura del corpo celeste favorendo la perdita di detriti. Mentre le polveri più sottili vengono “spinte all'indietro” dal vento solare, formando la coda della cometa, eventuali detriti più grossi non ricevono abbastanza spinta dal vento solare, e di conseguenza restano intorno alla cometa creando così un debole disco: vista di “taglio”, la parte anteriore di questo disco appare proprio come un'anti-coda che precede la cometa, al posto di seguirla.

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Il segmento bianco più a sinistra in questa immagine indica l’anti–coda della cometa 3I/ATLAS. Credit : M. Jäger, G. Rhemann, E. Prosperi

Questo è un fenomeno osservato in svariate comete del nostro Sistema Solare, quindi non è strano in sé. Si tratta però di un fenomeno che per 3I/ATLAS non sembra dovuto a un effetto prospettico. L'astrofisico di Harvard Avi Loeb – ormai noto per le sue teorie “alternative” su 3I/ATLAS – ha sottolineato che la NASA non si sia preoccupata di questa anomalia durante la sua conferenza stampa su 3I/ATLAS di fine novembre.

In realtà l'anti-coda di questa cometa interstellare è stata studiata dalla comunità scientifica: già a settembre, infatti, uno studio scientifico pubblicato sulla piattaforma ArXiv (quindi non ancora sottoposto a revisione paritaria) è riuscito a spiegare le caratteristiche di questa anti-coda in base al confronto tra osservazioni compiute dal telescopio Hubble e modelli teorici. In particolare, lo sviluppo di questa coda “opposta” è dovuto a una non-uniformità nell'emissione del nucleo cometario – dovuta a sua volta a una non-uniformità nell'illuminazione solare sulla superficie della cometa – che porta a tassi di emissioni diverse in diverse direzioni attivando così la perdita di detriti più grossi in alcune direzioni piuttosto che altre. Proprio questi ultimi creano una sorta di anti-coda visibile davanti alla cometa e in direzione del Sole, creando quella forma allungata che vediamo nelle immagini.

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