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Andrea Camilleri non è stato soltanto "il papà" del commissario Montalbano, la sua vita e la sua opera raccontano quasi un secolo di storia italiana, intrecciando teatro, televisione, letteratura, impegno civile e una lingua inconfondibile che mescola l’italiano al dialetto siciliano. Nato in Sicilia il 6 settembre 1925 e morto a Roma il 17 luglio 2019, all’età di 93 anni, è sepolto nel Cimitero Acattolico di Testaccio. La sua eredità non è solo letteraria: nei suoi libri ha saputo intrecciare memoria storica, ironia e impegno civile, raccontando “i casi minimi” della Sicilia e dell’Italia con uno sguardo che oggi parla ancora al presente. Più che il creatore di Montalbano, serie tv nata alla fine degli anni '90 e trasmessa su RAI 1, Camilleri è stato un narratore universale: un uomo che ha trasformato la lingua e la tradizione siciliana in una lente con cui osservare la modernità.
La nascita di Andrea Camilleri e la giovinezza: da Porto Empedocle a Roma
Nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925, in una famiglia agiata ma destinata a ridimensionarsi dopo la guerra, Camilleri crebbe a pochi chilometri da dove era nato Luigi Pirandello, suo lontano parente. La Sicilia della sua infanzia fu segnata dai bombardamenti e dallo sbarco alleato del 1943: esperienze traumatiche che lasciarono un segno nella sua formazione. Fin da ragazzo mostrò un carattere ribelle e insofferente all’autorità: arrivò persino a falsificare la pagella e a farsi espellere dal collegio religioso in cui i genitori lo avevano mandato. Ma in quel periodo nacquero anche le sue grandi passioni: il mare, i romanzi d’avventura e i primi tentativi di scrittura. Pubblicò poesie e racconti già negli anni '40, con l’incoraggiamento di figure come Ungaretti e Quasimodo.
Nel 1948 si trasferì a Roma per frequentare il corso di regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Da lì iniziò una lunga carriera come regista teatrale e soprattutto in RAI, dove tra il 1958 e il 1988 firmò innumerevoli regie e sceneggiature radiofoniche e televisive.

In quegli anni Camilleri divenne un uomo di spettacolo affermato, insegnò in istituzioni prestigiose come il Centro sperimentale di cinematografia e l’Accademia e sperimentò uno stile che avrebbe influenzato anche la sua narrativa: dialoghi teatrali, ritmo serrato, capacità di mescolare registri diversi.
Gli esordi letterari e il successo tardivo
La voglia di raccontare storie “con parole proprie” lo portò, tra gli anni '60 e '70, a scrivere i primi romanzi. "Il corso delle cose" (1967-68, pubblicato nel 1978) e "Un filo di fumo" (1980) mostrano già il suo interesse per la storia siciliana e il suo gusto per l’intreccio ironico e grottesco. Ma il grande successo arrivò solo in età matura, con "La stagione della caccia" (1992) e soprattutto con "La forma dell’acqua" (1994), il libro che diede vita al commissario Montalbano. Ridurre Camilleri a Montalbano sarebbe però ingiusto. Scrittore prolifico (più di 100 libri, oltre 10 milioni di copie vendute), si cimentò anche con romanzi storici come "Il birraio di Preston" (1995), "La concessione del telefono" (1998) o "Il re di Girgenti" (2001), e con opere civili e saggistiche che riflettono la sua passione politica e il suo impegno civile.
La sua scrittura, che lui stesso definiva "artigianale", fondeva comicità, grottesco e una lingua inventata, il "vigatese", in grado di rendere universale una Sicilia profondamente locale.
Andrea Camilleri e Montalbano: un eroe molto italiano
Il commissario Salvo Montalbano, protagonista di romanzi e racconti ambientati nella immaginaria Vigàta, incarna un’Italia fatta di contraddizioni. Giusto ma insofferente delle regole, ironico, radicato nella sua terra, diventa presto un personaggio familiare a milioni di lettori. La serie esplode grazie al successo televisivo con Luca Zingaretti e conquista il mondo, tradotta in oltre 120 lingue.
Camilleri stesso raccontava che:
Il primo Montalbano fu scritto “per disciplina”, il secondo “per insoddisfazione” e il terzo “per soldi”.
Ma la serie, proseguita per oltre vent’anni, ha restituito un ritratto ironico e insieme realistico della società italiana contemporanea.

Riconoscimenti e lascito
Camilleri ricevette numerose onorificenze: tra le più importanti, il Premio Letterario Chianti (1997), il Premio Vittorio De Sica (2003), la medaglia di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (2003) e varie lauree honoris causa, tra cui quella dell’Università di Cagliari nel 2013. Nel 2017, persino un asteroide è stato battezzato col suo nome: 204816 Andreacamilleri.
Si definiva "uno scrittore italiano nato in Sicilia", ed è proprio da lì che ha saputo parlare al mondo intero. Dal 1999 le sue opere sono entrate anche nella prestigiosa collana dei Meridiani Mondadori, consacrandolo come "classico contemporaneo".