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Di nomi bizzarri ne esistono molti, ma pochi possono reggere il confronto con Brfxxccxxmnpcccclllmmnprxvclmnckssqlbb11116. Per quanto possa sembrare assurdo, questa interminabile sequenza di lettere e numeri è il nome che una coppia di genitori svedesi, Elisabeth Hallin e Lasse Diding, ha provato a dare alla propria figlia come segno di protesta nei confronti del Governo e della sua politica di attribuzione dei nomi. Ma andiamo più nel dettaglio.
La prima cosa da tenere a mente è che in Svezia la legge relativa all'attribuzione del nome è piuttosto chiara: entro il quinto compleanno dalla nascita questo deve essere comunicato all'Ufficio delle Tasse. In caso contrario, i genitori saranno costretti a pagare una sanzione. Questo è proprio quello che è accaduto a Elisabeth Hallin e Lasse Diding, che nel 1991 non comunicarono in tempo il nominativo scelto per il nuovo nato e proprio per questo dovettero pagare una multa da 5000 corone, equivalenti all'epoca a circa 740 dollari attuali. Come forma di protesta nei confronti di questa legge, decisero dare al piccolo un nome a dir poco assurdo composto da 43 caratteri: Brfxxccxxmnpcccclllmmnprxvclmnckssqlbb11116 – la cui pronuncia sarebbe "Albin". Questa parola non ha alcun significato, anche se i genitori l'hanno giustificata sostenendo che si trattasse di un'espressione artistica.
Nonostante la motivazione "intellettuale", il Governo lo respinse fermamente. A questo punto la coppia provò un'altra strada, proponendo semplicemente il nome "A" – la cui pronuncia è sempre Albin. Anche in questo secondo caso però il nome venne rifiutato, e in più venne aumentato l'importo della multa da pagare. Dopo il secondo rifiuto, quindi, la coppia si rassegnò, pagò il dovuto e chiamò il bimbo Albin.
Si tratta di una storia assurda, ma di certo non di un caso isolato: proprio in Svezia negli anni sono passati alla cronaca diversi episodi simili, con bambini che hanno rischiato di chiamarsi Metallica, Superman, Veranda e Ikea. Fortunatamente la legge in merito è abbastanza chiara e proibisce nomi che possano recare danno o imbarazzo.