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3 Novembre 2025
18:30

Com’è avvenuto il furto dei gioielli al Louvre: la ricostruzione 3D minuto per minuto

Quattro ladri hanno rubato 8 gioielli di Napoleone (valore 88 mln €) dal museo del Louvre a Parigi. Sono entrati dalla Galleria di Apollo usando un montacarichi e una smerigliatrice in un angolo cieco delle telecamere. All'allarme, le guardie hanno evacuato i turisti, dando ai ladri il tempo di fuggire.

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Com’è avvenuto il furto dei gioielli al Louvre: la ricostruzione 3D minuto per minuto
clean louvre

Il furto al Louvre, avvenuto la mattina di domenica 19 ottobre, è uno tra i più discussi dell'ultimo periodo: quattro ladri hanno rubato in meno di 8 minuti ben 8 gioielli, tra i più preziosi di tutta la collezione dal valore di 88 milioni di euro. Il fatto ha sollevato grandissimi dubbi in merito alla sicurezza del museo e, per vederci chiaro su quanto accaduto, dobbiamo partire proprio dal Louvre, il museo più famoso al mondo, visitato da quasi 9 milioni di persone ogni anno, e dalla sua struttura. Il furto è avvenuto nella sfarzosa Galleria di Apollo, la sala dove sono conservati i gioielli della corona francese, mentre i primi visitatori erano già nel museo.

Com’è fatto il Louvre, il museo più famoso della Francia

Il Museo del Louvre è in assoluto il museo più famoso di tutta la Francia e probabilmente del mondo: pensate che ogni anno è visitato da qualcosa come 8-9 milioni di visitatori. Al suo interno si trovano collezioni che spaziano dalla storia antica all’Ottocento e che sono suddivise in tre diverse ali del museo: l’ala Richelieu, l’ala Sully e l’ala Denon. Tra tutte, l’Ala Denon è forse la più famosa perché qui, nella sala 711, si trova la Gioconda. Ma l’ala Denon è anche la protagonista della nostra storia visto che a poca distanza, sullo stesso piano, nella sala 705, si trova la Galleria di Apollo: si tratta di una meravigliosa galleria che riflette il gusto del romanticismo francese e al suo interno si trovano vasi di pietra dura e, soprattutto, i gioielli della Corona Francese.

Struttura louvre
La suddivisione delle aree del Louvre ricostruita in 3D

Al suo interno ci sono 9 teche e due di queste, la quarta e la quinta, contengono – o meglio, contenevano – alcuni tra i gioielli più preziosi di tutta la collezione. Nella quarta teca si trovavano infatti la spilla a fiocco dell’imperatrice Eugenia e la sua tiara di perle. Nella quinta teca invece c’erano un diadema, una collana e un orecchino della parure della regina Maria-Amalia e della regina Ortensia, più una spilla dell’imperatrice eugenia, una collana di smeraldi e una coppia di orecchini della parure di Maria-Luisa, la seconda moglie di Napoleone.

Teche louvre
Alcune delle 9 teche della Galleria Apollo del museo del Louvre.

Parliamo di gioielli composti da migliaia di diamanti, pietre preziose e perle il cui valore, inizialmente ritenuto inestimabile per il significato storico, è stato in realtà valutato più realisticamente a circa 88 milioni di euro. Chiaramente dei gioielli così preziosi saranno super sorvegliati, no? Beh, andiamo a vedere un po’ i sistemi di sicurezza della sala.

I sistemi di sicurezza della sala

Al Louvre sono presenti fondamentalmente due sistemi di sorveglianza: uno interno e uno esterno. Partendo da quello interno, ogni sala del museo – inclusa la Galleria di Apollo – è dotata di telecamere e di allarmi. Questi sono progettati per azionarsi nel caso in cui venisse rotta una teca, oppure in caso di effrazione. L’allarme viene inoltrato agli addetti alla sorveglianza che, analizzando i video, possono decidere quale procedura di sicurezza mettere in atto.

Qui vale la pena porre l’accento sul fatto che i video di sorveglianza interna pare non siano monitorati h24 da operatori specializzati ma vengano visionati solo nel momento in cui viene lanciato l’allarme. Questo, chiaramente, causa un maggior tempo di risposta in caso di emergenze. Inoltre anche per quanto riguarda il numero di telecamere interne – anche se non ne conosciamo l’esatto numero – pare che siano insufficienti. Secondo un report realizzato dalla Corte dei Conti francese, si stima che il 60% delle sale dell’ala Sully e il 75% di quelle dell'ala Richelieu non sarebbero protette da dispositivi di videosorveglianza, come riportato anche dal quotidiano Le Monde.

Parlando, invece, dei sistemi esterni, qui la situazione è molto più grave. Al momento non si sa esattamente quante telecamere siano disposte lungo il perimetro ma è dato per certo che il loro numero sia ampiamente insufficiente. Secondo alcuni giornali francesi, come il Libération, addirittura ce ne sarebbero solamente 5. Si tratta di un numero ridicolo, se fosse vero, ma non è confermato e quindi è da prendere con le pinze.

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La possibile posizione delle telecamere all’esterno del Louvre di Parigi.

Quello che invece è stato confermato dal Laurence des Cars, la presidente del museo, è che su quel lato della galleria di apollo effettivamente una telecamera c’era, ma era rivolta verso ovest e quindi non copriva il balcone dal quale sono entrati i ladri. Si trattava quindi di un angolo cieco e, con ogni probabilità, i ladri lo sapevano bene.

La ricostruzione degli eventi

Vediamo ora l'esatta cronologia degli eventi, andando a vedere cosa è accaduto minuto per minuto.

Ore 9:30

Alle 9.30 quattro ladri raggiungono il Louvre. Due ladri sono a bordo di due scooter T-Max mentre gli altri due a bordo di un montacarichi Böcker Agilo rubato. Si tratta di un mezzo piuttosto comune in città per i traslochi, e nessuna sospetta di loro dal momento che al museo sono in corso dei lavori; in più, hanno la più potente arma proprio addosso: le pettorine gialle. La pettorina gialla significa “addetto ai lavori” e quindi nessuno ci ha fatto troppo caso.

Una volta giunti sul posto, hanno parcheggiato il mezzo vicino l’ala Denon e, per rendere la messa in scena ancora più credibile, hanno anche posizionato dei coni attorno al montacarichi. Grazie alla scala elettrica, due di loro salgono immediatamente sul balcone antistante alla Galleria di Apollo.

furto louvre
Alle 9.30 due ladri a bordo di due scooter T–Max e due a bordo di un montacarichi Böcker Agilo rubato hanno raggiunto il Louvre.

Ore 9:34

Alle ore 9.34 i ladri usano un flessibile per rompere la finestra della Galleria, riuscendo ad entrare nel Museo. A questo punto suona l’allarme all’interno della sala, all’interno della quale erano già presenti dei turisti. Nell’area prossima a quella del furto sono presenti 5 guardie: come dichiarato dal Ministro della Cultura alla stampa e come riportato anche dal New York Times, il protocollo in questi casi prevede di dare priorità alla sicurezza delle persone piuttosto che all’inseguimento dei ladri. Le guardie, quindi, evacuano tutti. Nel frattempo i ladri agiscono quasi indisturbati e con il flessibile scassinano senza esitazione la quarta e la quinta teca, facendo scattare i rispettivi allarmi, e prelevando in pochi secondi i gioielli di maggior valore.

furto louvre teche
Ricostruzione del momento in cui un ladro ha usato una smerigliatrice per aprire una teca della Galleria Apollo contenete i gioielli.

Ore 9:36 – 9.38

Alle 9:36 viene chiamata la polizia mentre alle 9:38 i ladri escono dalla Galleria di Apollo e tornano a terra usando sempre la scala. Uno dei due tenta di dar fuoco al montacarichi per bruciare le prove ma un agente di polizia che nel frattempo aveva raggiunto il mezzo, riesce a impedirglielo. I malviventi fuggono quindi con la refurtiva sui due scooter, sfrecciando lungo la Senna e poi nel traffico parigino, facendo perdere le proprie tracce in pochi minuti.

Fuga ladri louvre
I ladri fuggono dopo il furto a bordo degli scooter.

Durante la fuga i ladri hanno lasciato dietro di loro due smerigliatrici, una fiamma ossidrica, benzina, guanti, un walkie-talkie e una coperta. Ma soprattutto hanno lasciato indietro la corona dell'imperatrice Eugenia, che da sola contiene 1.354 diamanti, 1.136 diamanti taglio a rosa e 56 smeraldi.

Non è chiaro se sia stata persa, cosa probabile, o se sia stata lasciata dietro di proposito, ma fatto sta che a oggi questo è l’unico dei nove gioielli che sia stato recuperato dalle autorità, anche se danneggiato.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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