In tempo di elezioni politiche la confusione spesso regna sovrana. Le leggi elettorali cambiano in continuazione e non è ben chiaro quale sia il meccanismo che sta alla base dell'elezione dei 600 parlamentari che siederanno alla Camera (400 deputati) e al Senato (200 senatori). In questo articolo e nel video presente qui sopra proviamo a fare chiarezza sul funzionamento del Rosatellum, l'attuale legge elettorale, e vediamo cosa si intende per sistema maggioritario uninominale e sistema proporzionale (o plurinominale).
Chi eleggiamo alle “politiche”
Le elezioni politiche, previste dalla nostra Costituzione ogni cinque anni, servono per eleggere i membri del Parlamento, che è composto da due assemblee o camere: la Camera dei Deputati (con sede a Palazzo Montecitorio) e il Senato della Repubblica (con sede a Palazzo Madama).
Il numero dei rappresentanti da eleggere e che poi ci rappresentano è di 400 deputati e 200 senatori, stabilito in seguito al referendum costituzionale del 2020, che ha “tagliato” i parlamentari. In precedenza vi erano 630 deputati e 315 senatori.
Deputati e senatori sono eletti dai cittadini, con l’eccezione dei senatori a vita, nominati dal Presidente della Repubblica per particolari meriti, e dei senatori di diritto, cioè gli ex Presidenti della Repubblica (anch’essi in carica a vita). Per essere eletti alla Camera bisogna aver compiuto 25 anni, mentre per essere eletti al Senato bisogna averne almeno 40. Contemporaneamente detiene il diritto di voto alle elezioni politiche qualsiasi cittadino italiano che abbia compiuto 18 anni (prima del 2021 il voto per il Senato richiedeva di aver compiuto 25 anni d'età).
Come funziona il Rosatellum
La nostra legge elettorale, approvata nel 2017 e nota come Rosatellum (dal nome del deputato Ettore Rosato, che l’ha proposta), prevede un sistema misto: deputati e senatori sono eletti in parte con un sistema "maggioritario uninominale" e in parte con un sistema proporzionale (o plurinominale). A seconda del sistema, il territorio nazionale è stato suddiviso in un preciso numero di aree con un numero simile di abitanti, chiamate collegi.
Sistema maggioritario (uninominale)
Considerando il sistema maggioritario uninominale, i collegi sono 147 per la Camera (potete vedere la mappa nell'immagine qui sotto) e 74 per il Senato. In ogni collegio è eletto in Parlamento un solo rappresentante e ogni partito o coalizione di partiti candida una sola persona a sua scelta. Ribadiamolo: è eletto il candidato che ottiene il maggior numero di voti. È per questo motivo che il sistema si chiama maggioritario uninominale. Quindi, grazie a questo primo sistema, vengono eletti 147 deputati e 74 senatori.
Sistema proporzionale (plurinominale)
Considerando il sistema proporzionale il territorio italiano è suddiviso in collegi "plurinominali": sono 49 per la Camera (che potete vedere nella mappa sottostante) e 26 per il Senato. In ognuno di questi collegi si elegge più di un rappresentante (perciò il sistema si dice “plurinominale”): a seconda di quanto è grande la popolazione del collegio considerato, sono eletti da uno a otto parlamentari, con alcune eccezioni.
In ogni collegio plurinominale possono presentarsi sia liste singole, composte da un solo partito non alleato con altri, sia coalizioni composte da più partiti, che presentano tante liste di candidati quanti sono i partiti che la compongono. Ogni lista deve contenere da due a quattro candidati al massimo.
I seggi sono assegnati ai partiti proporzionalmente ai voti ricevuti. Gli elettori non esprimono preferenze per i candidati, ma, votando per un partito, approvano potenzialmente in blocco la lista dei candidati. Questi ultimi sono eletti in base all’ordine con il quale sono presentati. Se, per esempio, la lista X ha ottenuto due seggi, andranno in Parlamento i primi due candidati dell'elenco.
In che modo eleggiamo i membri del Parlamento
Tirando le somme, i membri del prossimo Parlamento saranno eletti nel modo seguente:
- il 37% (147 deputati e 74 senatori) con il sistema maggioritario uninominale;
- il 61% (245 deputati e 122 senatori) con il sistema proporzionale (o plurinominale);
- il 2% (8 deputati e 4 senatori) tra gli italiani all’estero, che votano con il proporzionale e possono esprime le preferenze sui parlamentari da scegliere, all'interno della lista del partito che votano.
Al seggio, ogni cittadino voterà esprimendo un solo voto per ciascuna delle due Camere. I candidati all'uninominale, infatti, sono automaticamente collegati a una lista proporzionale . Se si vota per un candidato all'uninominale, perciò, il voto vale automaticamente anche per la lista proporzionale collegata e viceversa.
Il sistema proporzionale prevede anche un soglia di sbarramento, cioè una percentuale minima di voti che partiti e coalizioni devono raggiungere a livello nazionale per far entrare i loro candidati in Parlamento. Chi non la raggiunge non elegge nessun deputato o senatore.
Le soglie sono le seguenti:
- 3% del totale dei voti per le liste singole, con eccezioni per le liste che rappresentano minoranze linguistiche e, solo al Senato, per quelle che superano il 20% in una qualunque Regione;
- 10% del totale dei voti per le coalizioni.