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14 Giugno 2024
16:30

Come monitorare e migliorare la qualità dell’aria di casa

Quando pensiamo alla qualità dell'aria, spesso ci vengono in mente il traffico e l'inquinamento cittadino. In pochi sanno che anche gli ambienti interni possono essere insalubri e inquinati. Ma come fare a migliorare la qualità dell'aria in casa propria?

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Come monitorare e migliorare la qualità dell’aria di casa
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Quando pensiamo all’inquinamento, viene spontaneo immaginare strade trafficate e polverose, auto incolonnate o aree industriali. Le emissioni dovute alle attività umane hanno un enorme peso sulla qualità dell’aria che respiriamo, ed è certamente piacevole lasciarsele alle spalle una volta tornati nel nostro “rifugio”.

Ci impegniamo molto per rendere pulita, accogliente e profumata la nostra casa, dove passiamo mediamente 14 ore al giorno per dormire, mangiare o rilassarci.

Purtroppo però, anche in casa, l’aria può essere inquinata da gas nocivi o particolato: ad esempio, tra le mura domestiche i valori di PM 2,5 (particelle fino a 2,5 micron, in grado di entrare negli alveoli polmonari) possono essere fino a 3 volte più alti che all’esterno.

Per migliorare l’ambiente casalingo possiamo ridurre l’uso di alcuni prodotti, arieggiare i locali in determinate ore della giornata e durante le pulizie, ma anche usare dispositivi per purificare l’aria. Questi strumenti sono in grado di filtrare le particelle sospese e trattenere i gas nocivi, rinfrescando al contempo la stanza, per donarci un ambiente salubre e piacevole a tutte le ore del giorno, anche durante le ondate di calore estive sempre più frequenti in Italia.

Perché l’aria di casa nostra è così inquinata?

I PM 2,5 e 10 sono inquinanti molto diffusi nelle nostre città: tra le cause troviamo l’uso di combustibili fossili, ma anche i microscopici residui di gomma rilasciati dai trasporti o i pollini emessi dalle piante. Anche i COV (Composti organici volatili) possono essere di origine naturale, come il limonene che dona il caratteristico odore al limone, ma anche antropogenica, ad esempio dovuta alla benzina incombusta nei gas di scarico delle automobili.

Insieme ai gas come gli NOx o il biossido di zolfo, questi inquinanti rappresentano un mix pericoloso, che causa sintomi immediati come tosse e difficoltà respiratorie, ma favorisce anche effetti a lungo termine come tumori o asma.

Si stima infatti che per le sole PM 2,5 in Europa nel 2020 siano ben 238 mila le persone decedute prematuramente, un dato inquietante seppure in costante calo da decenni, grazie alle politiche di riduzione delle emissioni.

Nelle nostre case, l’inquinamento può ovviamente arrivare dall’esterno, ma esistono anche fonti interne, spesso trascurate.

Le PM possono essere emesse da candele e caminetti o in cucina, usando fornelli a gas; un grosso contributo è dato poi dalla polvere, composta anche dalle cellule morte della nostra pelle o dal pelo degli animali domestici. Anche i COV hanno diverse origini domestiche, dall’uso di detergenti ai profumi per ambienti, passando per colle, siliconi e vernici.

Un composto volatile particolarmente critico è la formaldeide, una sostanza che può causare irritazione agli occhi e le vie aeree, starnuti e tosse, nonché eritemi. Nel 2004, la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) l’ha inserita tra i composti del gruppo I, ossia quello delle sostanze sicuramente cancerogene: per questo motivo, è consigliabile ridurre al minimo l’esposizione.

La formaldeide può essere prodotta dalla combustione, come nel caso del fumo di sigaretta. Esistono però altre fonti domestiche, come i prodotti in legno, sia “puro” (massello) che soprattutto nei truciolati o compensati. Per realizzare i pannelli si usano infatti resine all’urea-formaldeide; altre resine sono invece utilizzate in tessuti per tappezzerie o tende, soprattutto come trattamenti anti-piega.

Queste fonti fanno si che la sua concentrazione nell’aria sia particolarmente alta in case ristrutturate o arredate da poco, specie se non si è fatta attenzione nella ricerca di mobilio a basso tenore di formaldeide: in casa si registrano spesso valori tra i 0,01 e 0,05 mg/m3.

Come migliorare la qualità dell’aria indoor: i purificatori

I purificatori d'aria per interni sono dispositivi progettati per rimuovere contaminanti e allergeni dall'aria, migliorando la qualità dell'aria interna e creando un ambiente più sano e sicuro.

Ma come fanno i purificatori ad abbattere gli inquinanti? La risposta è nella serie di filtri che l’aria deve attraversare, prima di essere riemessa dal ventilatore.

Il Dyson Purifier Cool Formaldehyde fa uso di filtri meccanici HEPA (high efficiency particulate air), che filtrano fino al 99,95% di particelle con dimensioni di 0.1 micron. In questo primo stadio vengono rimossi dall’aria pollini e polvere, ma anche batteri, virus come il ceppo influenzale H1N1 o muffe diffuse negli ambienti chiusi e umidi.

Successivamente, un filtro a carboni attivi trattiene le sostanze gassose sulla sua superficie: in chimica si parlerebbe di adsorbimento. La superficie dei carboni è molto ampia rispetto al volume del filtro, per la caratteristica presenza di canali e microscopici pori, che intrappolano i COV. Così facendo si abbattono anche gli odori, evitando di dover usare profumatori per ambienti ed evitando quindi il rischio di reazioni allergiche.

Una delle caratteristiche più innovative di questo modello è il terzo filtro, detto “ad ossidazione catalitica selettiva”. Questo stadio è stato sviluppato esclusivamente per l’abbattimento della formaldeide, vista la sua diffusa presenza in ambienti chiusi e la pericolosità spesso sottovalutata del composto.

Grazie a canali con una struttura affine, ispirata a quella del minerale criptomelano le molecole di formaldeide intrappolate sono scomposte in anidride carbonica e acqua. Il filtro si riattiva per reazione con l’ossigeno, e non necessita quindi di essere cambiato periodicamente.

Quando l'inquinamento dell'aria in casa è maggiore durante l'anno

Il progetto Air Quality Connected Data di Dyson, che ha analizzato i dati di milioni di purificatori utilizzati in tutto il mondo, evidenzia come l’inquinamento indoor sia più alto in inverno: in questo periodo le finestre vengono aperte di meno e il ricambio d’aria con l’esterno è molto ridotto, soprattutto negli edifici più moderni, con un maggiore isolamento termico. Gli orari peggiori risultano essere quelli serali, tra le 18 e mezzanotte, quelli dove la maggior parte di noi rimane a casa, dopo aver passato a lavoro o a scuola la prima parte della giornata.

Si stima che solamente in Italia, il 7% dei decessi (30.000 persone) sia legato al particolato fine PM 2,5, e che l’inquinamento abbia un legame con l’incidenza di infarti, ictus e tumori del polmone. La stessa diffusione di malattie respiratorie nei bambini, secondo uno studio della George Washington University, è legato agli effetti irritanti della NO2 al punto che 6 nuovi casi su 10 di asma si verificano nelle aree urbane più inquinate.

Soprattutto per anziani e soggetti allergici o asmatici, però, i mesi primaverili o estivi possono essere anche più problematici dell’inverno: negli ultimi decenni sono stati registrati aumenti della mortalità durante le ondate di calore, soprattutto per gli “over 65”.

La circolazione dell’aria è ridotta nei lunghi periodi di tempo sereno (alta pressione atmosferica) e l’assenza di piogge impedisce all’atmosfera di ripulirsi dagli inquinanti: si accumulano così il particolato, ma anche gas come l’ozono O3, il monossido di carbonio CO e i già citati biossido d’azoto NO2 e anidride solforosa SO2.

Durante le giornate più afose, il nostro corpo cerca di dissipare il calore aumentando la frequenza respiratoria e la circolazione di sangue nelle aree più periferiche: questo aumenta ulteriormente la diffusione nei polmoni e nel sistema circolatorio degli inquinanti respirati.

Per difendersi da questi effetti è certamente importante idratarsi ed evitare sforzi nelle ore più calde, ma i purificatori Dyson possono aiutarci a rinfrescare la casa anche di notte, grazie alla loro silenziosità e alla portata di 290 litri d’aria al secondo con una oscillazione fino a 350°.

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