Era tanto attesa, e ora è realtà: Webuild ha completato la costruzione della linea M4 di Milano, che collega la città da ovest a est in soli 30 minuti e il centro con l’Aeroporto di Linate in soli 12 minuti. Abbiamo avuto la fortuna di assistere al dietro le quinte della sua costruzione, e vogliamo raccontarvi le sfide tecniche e in particolare capire com’è stato possibile scavare sotto la città, senza danneggiare i palazzi in superficie.
Pensate che per evitare che si rovinassero durante gli scavi alcuni famosi monumenti sono stati addirittura smontati, messi al sicuro e poi ricollocati una volta terminati i lavori di scavo.
Qualche (sorprendente) dato sulla nuova linea blu
A partire dal luglio 2023, era già attiva una tratta della M4, da Linate a San Babila, che collega l’aeroporto di Linate con il centro città in soli 12 minuti.
Ora è stata completata l’intera linea, che attraversa la città da ovest (capolinea San Cristoforo) a est (capolinea Linate).
La nuova linea metropolitana garantisce quindi un collegamento veloce e diretto, anche grazie alla frequenza dei treni: nelle ore di punta ne passerà uno ogni 90 secondi, per un totale di 40 treni in funzione (più 7 di riserva). I tempi così ottimizzati sono possibili grazie alla guida driverless, ossia la guida autonoma (senza conducente), che riduce al minimo i tempi morti, rendendo il traffico il più efficiente possibile.
I macchinari utilizzati per scavare i tunnel della Linea M4
La linea M4 passa in pieno centro, sotto a palazzi storici, chiese e opere d’arte dal valore inestimabile: proprio per questo si è dovuto scavare a una profondità maggiore rispetto a quella standard, cioè circa 20-25 metri (30 metri in corrispondenza della stazione di Dateo) al di sotto del piano stradale.
Per realizzare i tunnel sono state utilizzate 6 talpe meccaniche, anche note come Tunnel Boring Machine (TBM), che sono in grado di scavare e parallelamente di rivestire la galleria per circa 20 metri al giorno in sicurezza. Pensate che per far funzionare questi portentosi macchinari che potete vedere nel video (la cui costruzione dura circa 10 mesi) lavorano 24 ore su 24, grazie a squadre formate da circa 80 professionisti. Se siete curiosi di vedere la testa di una delle TBM che hanno scavato questa linea, al Museo nazionale della Scienza e Tecnologia di Milano ne trovate una esposta, che si chiama Stefania. Sì, tutte le TBM hanno nomi femminili!
Come sono stati preservati i monumenti in superficie durante gli scavi
Ma quando si scava nel sottosuolo di una città, sopra, in superficie, non si rischia di danneggiare i palazzi, gli edifici storici, i monumenti?
Ebbene no! Questo perché gli scavi sono stati realizzati generando un livello di vibrazioni molto basso e in totale sicurezza proprio grazie all’eccellenza tecnologica di questi macchinari e agli studi di fattibilità svolti in fase di progettazione. Inoltre, il Consorzio dei costruttori ha strutturato una collaborazione tecnica con la Soprintendenza, e per ogni sito interessato dal passaggio delle TBM sono stati raccolti i dati geometrici e strutturali, così da individuare preventivamente eventuali criticità e prevedere tutte le necessarie azioni di consolidamento dei monumenti.
Pensate che per ridurre a zero i rischi in alcuni casi si è deciso addirittura di spostare alcuni monumenti (Colonna del Verziere con la Statua del Redentore in Largo Augusto, del Busto di Cesare Correnti in Piazza della Resistenza Partigiana e del muro medievale in via Francesco Sforza), per restaurarli e riportarli al loro posto una volta completati i lavori.
Ma non è tutto! Un’altro aspetto molto interessante è il metodo utilizzato per scavare alcune tratte, che è il metodo ad azoto liquido. Se si scava un terreno che non è bello duro e consistente (ma sciolto e saturo di acqua) il rischio è che il fronte di scavo venga giù, collassando; ma se invece prima di scavare si congela l’acqua di falda contenuta negli spazi tra i granuli di terreno sciolto attraverso il passaggio di azoto liquido a – 196 gradi Celsius in delle tubazioni infisse nel terreno, che diventa più consistente e compatto. In questo modo, si può scavare meglio e in maggiore sicurezza. In pratica il metodo di congelamento artificiale dei terreni è una tecnica di impermeabilizzazione e consolidamento temporaneo necessario per effettuare scavi nel terreno evitando possibili cedimenti delle pareti durante gli scavi.
Questo metodo di scavo, però, non è una novità: è stato utilizzato per la prima volta nella seconda metà dell’800. In Italia è stata messa in pratica la prima volta nel 1937 a Roma e si è diffusa poi un po’ ovunque a partire dagli anni 50 del ‘900.
La linea M4 si tinge di verde
Durante i lavori c’è stata anche molta attenzione verso gli aspetti ambientali. Ad esempio, per evitare l’utilizzo dei camion in pieno centro città per portare via il materiale di scavo si è messo a punto un complesso sistema di nastri trasportatori sotterranei, che dal centro hanno portato il materiale più in periferia. Così facendo sono stati evitati circa 75mila viaggi di camion in pieno centro storico e quindi si è impattato meno sul traffico cittadino. Inoltre, si stima che questa linea della metropolitana trasporterà 86 milioni di persone ogni anno, che tradotto significa circa 180mila viaggi in auto in meno, e quindi circa 75mila tonnellate di CO2 in meno emesse in atmosfera ogni anno.
E infine, ecco il punto più verde: il progetto prevede la piantumazione di 1900 nuovi alberi lungo la linea, 246.000 mq di aree urbane riqualificate e circa 66.000 mq di aree a verde e chi vive in centro città sa bene quanto sia importante la presenza di verde.