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L'individualismo è un fenomeno sociale che consiste in un allentamento dei legami sociali a favore dell'espressione individuale. È un fenomeno complesso e sfaccettato: da una parte si può dire che abbia permesso agli individui di raggiungere un livello di libertà personale e di autodeterminazione senza precedenti, dall'altra che abbia contribuito a costruire società molto frammentate e poco solidali. Un esempio concreto di individualismo nella società odierna, soprattutto occidentale, è rappresentato dai social media, che riflettono il desiderio crescente di mettere al centro se stessi rispetto agli altri. Capiamo cosa si intende esattamente per individualismo, quali effetti ha e cosa distingue società individualiste e collettiviste.
Cosa si intende per individualismo
L'individualismo è una caratteristica dominante di molte società contemporanee ed è spesso associato alla perdita dei legami sociali cosiddetti “tradizionali”. Nelle parole di alcuni famosi studiosi:
- “L’individualismo è il valore delle società in cui i legami tra gli individui sono perduti: ognuno è ritenuto essere responsabile della propria vita e si prende cura di sé e della propria famiglia” (Sennett, 1998). Questa visione riflette una concezione in cui l'individuo è al centro della propria esistenza e la collettività assume un ruolo secondario.
- “l'individualismo è la dottrina che concepisce la società come la coesistenza di individui che operano secondo criteri propri, con lo Stato che funge da garante per il rispetto reciproco delle libertà” (Gobetti, 1926). In poche parole, si chiede allo Stato di non limitare l’iniziativa privata e di intervenire solo a garanzia e protezione dei beni privati. Questo modello funziona bene in contesti dove i tanti interessi individuali sono tra loro compatibili, ma può fallire quando siamo di fronte a interessi in conflitto tra loro.
- “L'individualismo è la dottrina secondo la quale ogni fenomeno sociale va spiegato in termini di azioni e preferenze individuali” Treccani (2023). Questo implica che i comportamenti collettivi e le dinamiche sociali non siano altro che la somma delle scelte individuali, una considerazione che ha delle implicazioni sociologiche profonde, portando a una riduzione della fiducia nelle istituzioni, considerate come semplici strumenti al servizio degli individui piuttosto che come rappresentazioni dei valori della collettività.
Gli effetti dell'individualismo sulle persone e sulla società
L'individualismo ha effetti contrastanti sulla società. Da una parte, promuove la libertà personale, l'autodeterminazione e l'innovazione, ma, d'altro canto, la responsabilità per il successo o il fallimento ricade così quasi interamente sugli individui.

Questo modello di pensiero si riflette anzitutto su ciò che chiamiamo “meritocrazia”: il successo è visto come il frutto di meriti individuali (così come il fallimento è visto come una colpa personale) ignorando le disuguaglianze strutturali e le barriere sociali che limitano le opportunità per certi gruppi di persone.
Inoltre, come analizzato da diversi studiosi, l'avvento dell'individualismo ha portato al declino delle reti di supporto collettivo, come la famiglia o la comunità, lasciando le persone più vulnerabili nei momenti di crisi, e ha contribuito alla riduzione della partecipazione civica e delle attività comunitarie: quando ci concentriamo esclusivamente sui nostri interessi personali, la capacità di agire in modo cooperativo per il bene comune si indebolisce.

Individualismo nella società di oggi: indipendenza e alienazione degli individui
Nelle società individualiste, quindi, le persone in media condividono come valore fondante la valorizzazione del proprio benessere personale, il prendere decisioni autonome e il considerare l'indipendenza come un valore centrale. Charles Taylor ha osservato, tuttavia, che il concetto stesso di identità individuale è una costruzione sociale: l'individuo non sviluppa la propria identità in isolamento, ma all'interno di un contesto sociale e culturale preciso. Quindi le persone definiscono chi sono non solo sulla base delle proprie preferenze personali, ma anche in relazione ai valori, alle tradizioni, alle aspettative, alle pratiche e ai modelli di vita che la società considera importanti.
Non solo: David Graeber, antropologo e teorico anarchico, ha esplorato come l'individualismo, in contesti economici moderni, possa generare alienazione. Nel suo libro Debt: The First 5000 Years (2011), affronta il tema del debito come una costruzione sociale che, sebbene appaia popolarmente come una "questione strettamente individuale", vincola profondamente gli individui a dinamiche di potere e controllo, dimostrando le contraddizioni dell'individualismo economico all'interno del capitalismo.

Le caratteristiche delle società collettiviste
Le società collettiviste, al contrario di quelle individualiste, pongono l'accento su valori e norme che privilegiano il benessere del gruppo e l'identità personale è strettamente legata alle relazioni sociali, ai ruoli comunitari e agli obblighi verso gli altri membri della società. Uno degli esempi più famosi è quello delle società nordamericane Navajo e Haudenosaunee (Irochesi): all'interno di questi popoli l’identità personale non è separabile dal contesto sociale e ambientale e i valori di reciprocità, condivisione e responsabilità verso il gruppo sono alla base dell’organizzazione sociale. Nella società irochese i beni, le risorse e le responsabilità sono distribuiti e condivisi in modo tale da mantenere l’equilibrio e la coesione all'interno del gruppo. Le decisioni non sono così prese da individui isolati, ma attraverso processi collettivi che coinvolgono l'intera comunità, spesso con un forte rispetto per il consenso.