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22 Luglio 2024
12:56

Cosa sono le Smart Road: le tecnologie delle strade intelligenti e lo stato attuale in Italia

Le Smart Roads rappresentano una delle possibilità per il futuro della mobilità, grazie alla loro capacità di integrare la connettività dei veicoli con altri sistemi di comunicazione “smart” presenti a bordo.

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Cosa sono le Smart Road: le tecnologie delle strade intelligenti e lo stato attuale in Italia
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38,1 milioni di italiani si spostano ogni giorno su gomma e lo fanno in media per 47 km. Secondo alcune stime ogni giorno percorrono 1,8 miliardi di chilometri, il che equivale a 12 volte la distanza fra il pianeta Terra e il Sole. Ben l’89% degli italiani sceglie la gomma ad altre forme di mobilità (come l’aereo e il treno che, rispettivamente, vengono scelti dal 7% e dal 3% delle persone). Anche le merci viaggiano prevalentemente lungo la rete stradale e autostradale italiana. Si calcola che ogni anno vengono movimentate 579 miliardi di tonnellate di merci per chilometro e l’84% del totale viaggia su gomma.

Visti questi dati, è evidente che il trasporto su strada non sia sostituibile e che questo costituisca un pilastro importante della vita di praticamente ciascuno di noi. Ecco perché c’è urgente bisogno di soluzioni che rendano la mobilità stradale e autostradale più sicura e sostenibile. Tra queste figurano flotte di droni dedicate alle ispezioni e al monitoraggio del traffico, strade intelligenti che dialogheranno e assisteranno i veicoli sempre più a guida autonoma.

Ma in che modo queste tecnologie potranno effettivamente garantire maggiore sostenibilità e un livello di sicurezza così elevato? La risposta potrebbe essere riassunta con una parola soltanto: digitalizzazione. Questa comprende la raccolta e l’analisi in real time di grandi quantità di dati e informazioni, tramite cui sarà possibile automatizzare i processi operativi e migliorare significativamente l’esperienza di guida per gli automobilisti. Cosa significa all’atto pratico? L’adozione di soluzioni digitali consentirà di monitorare le condizioni in cui versano le infrastrutture (permettendo di eseguire interventi di manutenzione in modo preventivo), monitorare il traffico, gestirne i flussi da remoto con alert immediati in caso di emergenza, uso di sistemi di controllo della velocità e della distanza di sicurezza tra i veicoli connessi e azzeramento degli errori umani che, nel 90% dei casi, sono all’origine degli incidenti, troppo spesso imputabili alla distrazione o alla cattiva condotta degli automobilisti.

In quella che a tutti gli effetti sarà una vera e propria rivoluzione della mobilità, un ruolo importante lo avranno i veicoli a guida autonoma e semi-autonoma che negli anni avvenire saranno sempre più presenti anche sulla rete autostradale italiana. Quest’ultima sarà completamente automatizzata e potrà così accogliere un numero maggiore di veicoli grazie al fatto che i flussi di traffico e la velocità saranno monitorati dalla sensoristica stradale che, grazie alla copertura 5G lungo l’intera reta autostradale, potrà dialogare con i sistemi a guida autonoma delle auto offrendo un’esperienza di viaggio confortevole, oltre che sicura.

Inoltre, i veicoli che sono dotati di un sistema di intelligenza artificiale, potranno comunicare continuamente con l’infrastruttura per ricevere via radio o Wi-Fi informazioni aggiornate su condizioni del traffico, condizioni meteo, percorsi alternativi consigliati, e così via.

Tutte queste tecnologie ci portano in un futuro che è ormai imminente.  Autostrade per l’Italia, ad esempio, sta sperimentando il programma Falco, un sistema che tramite l'impiego di droni, permette di inviare flussi video in tempo reale direttamente al Centro Radio Informativo, consentendo di monitorare lo stato della viabilità e intervenire tempestivamente, riducendo del 50% i tempi di intervento. Anche le Smart Roads sono ormai realtà, un nuovo modo di concepire la mobilità che, grazie all’innovazione tecnologica, consentirà il dialogo tra i veicoli e l’infrastruttura per un’esperienza di viaggio più sicura e sostenibile.

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Il lavoro di Autostrade per l’Italia insieme ad altri partner

Chiaramente il tema della sicurezza stradale e della sostenibilità ambientale è piuttosto complesso, e richiede il coinvolgimento di varie tecnologie e professionisti del settore digitale. È per questo motivo che Autostrade per l’Italia ha deciso di affrontare il tema utilizzando un interessante approccio multidisciplinare, chiedendo il supporto di un gruppo di esperti del mondo accademico, della ricerca e primari operatori del settore, tra cui Eni, Snam, Aspi, Cdp, Enea, Rse, Cnr, Università Federico II di Napoli, Unicampania e Politecnico di Milano.

Tutti questi attori hanno fatto un lavoro congiunto per contribuire al dibattito sulle decisioni da prendere e sugli investimenti da fare per una transizione energetica adeguata e per attuare un processo di potenziamento e modernizzazione delle autostrade italiane.

Questo progetto ha dato vita all’opera edita da Il Sole 24 Ore dal titolo “La rivoluzione della mobilità sostenibile parte dalle autostrade. Sicure, digitali, decarbonizzate”, da cui sono tratte alcune delle informazioni presenti nel nostro articolo. Questo lavoro ha posto l’accento su tutti gli argomenti più rilevanti per individuare soluzioni che possano rendere la rete autostradale italiana più sicura e “green”: dai limiti e peculiarità delle autostrade italiane alle innovazioni tecnologiche, passando per le regole per un nuovo modello di mobilità. Un aspetto particolarmente caro ad Autostrade per l’Italia riguarda il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e sicurezza posti dall'Unione Europea. Sono infatti “pietre miliari” come queste a stimolare lo sviluppo di varie soluzioni, come la guida autonoma, le smart roads e i vettori energetici alternativi.

Comprendere i macro-temi legati alla rivoluzione della mobilità sostenibile utilizzando una narrazione logica che permetta di farsi un’idea concreta di quanto sia sfidante rendere gli spostamenti su gomma meno impattanti dal punto di vista ambientale è un approccio che può senz’altro sensibilizzare l’opinione pubblica e la Pubblica Amministrazione.

Partendo dai numeri, dall’evoluzione storica della rete autostradale italiana e dalle sue caratteristiche morfologiche, il libro va via via ad affrontare le possibili soluzioni al problema illustrando in che modo la digitalizzazione delle infrastrutture autostradali e l’evoluzione tecnologica che riguarda le auto avrà un ruolo determinante nel vincere la sfida della mobilità sostenibile, mettendo anche in evidenza gli aspetti riguardanti i vettori energetici per la decarbonizzazione del trasporto su gomma, illustrando quali investimenti sono stati fatti a questo riguardo a livello nazionale e illustrando le nuove regole per un nuovo modello di mobilità.

Dal momento che il libro è nato dal lavoro congiunto di player così importanti (come quelli menzionati poc’anzi) la sua lettura può fornire un’idea a tuttotondo sul tema della rivoluzione della mobilità sostenibile.

Cosa sono le Smart Roads e come funzionano le strade intelligenti del futuro

Una soluzione su cui certamente vale la pena puntare, e a cui abbiamo in parte accennato prima, sono le cosiddette Smart Roads, che potrebbero potenzialmente rivoluzionare il settore dei trasporti su gomma. Una “strada intelligente” sarebbe infatti in grado di integrare la connettività dei veicoli con altri sistemi di comunicazione “smart” presenti a bordo.

Sulla rete di Autostrade per l’Italia le Smart Roads sono già attive su 26 chilometri del tratto di A1 Milano-Napoli tra Firenze Sud e Firenze Nord, in entrambe le direzioni, e altrettanti chilometri sul nodo urbano di Bologna, per un totale di 52 chilometri di “strada intelligente”. Si tratta di un nuovo modo di concepire la mobilità: grazie all’innovazione tecnologica e al dialogo tra veicoli e infrastrutture, le strade e gli utenti vengono considerati come un unico spazio interconnesso.

Lo sviluppo delle Smart Roads facilita l’esperienza di viaggio dei veicoli a guida autonoma, rendendola più sicura e sostenibile. La più importante sperimentazione in questo ambito è quella avviata da Autostrade per l’Italia e Movyon, centro di eccellenza per la ricerca e l’innovazione del Gruppo Autostrade per l’Italia e leader nei servizi di Intelligent Transport Systems, in collaborazione con il Politecnico di Milano, che ha visto un’auto a guida autonoma per la prima volta in Italia viaggiare su un tratto di autostrada a traffico aperto.

La guida autonoma e le Smart Roads possono avere un ruolo cruciale nel rendere la mobilità del futuro più sicura e sostenibile. Oggi una buona fetta delle automobili in commercio, infatti, integrano già alcuni sistemi di assistenza alla guida che, grazie a una serie di sensori e di attuatori comandati da un “cervello” computerizzato, permettono all’auto di eseguire alcune operazioni autonomamente, come il mantenimento della velocità più idonea, l’avviso di disattenzione e stanchezza del conducente; la frenata automatica di emergenza (AEB) e l’assistente al mantenimento di corsia (ELKS), solo per menzionarne alcuni.

L’evoluzione tecnologica porterà i veicoli a connettersi all’infrastruttura stradale delle Smart Roads tramite connessioni wireless e grazie alla lettura dei dati provenienti dai sensori e dalle fotocamere presenti sui veicoli: informazioni preziose per gestire in modo eco-friendly il traffico e per garantire una guida sicura in tutta la rete stradale che è stata oggetto di digitalizzazione.

Questi sistemi, infatti, non solo migliorano il comfort di guida ma, cosa ancora più importante, riducono al minimo gli errori umani (la principale causa di incidenti) aumentando così la sicurezza a bordo. Non è un caso che l’Unione Europea abbia deciso di rendere obbligatori la presenza di simili sistemi per le auto di nuova omologazione a partire da luglio 2022.

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Integrare auto a guida autonoma con autostrade digitalizzate potrebbe essere la “ricetta” giusta per raggiungere obiettivi importanti in tema di sicurezza e sostenibilità ambientale. Questo perché flussi di traffico e velocità saranno monitorati dalla sensoristica stradale che, comunicando con i sistemi a guida autonoma integrati nelle automobili, andranno a fluidificare il traffico, ridurre gli incidenti azzerando gli errori umani e abbattere le emissioni di inquinanti del 10-20%.

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