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19 Marzo 2025
10:40

Crisi delle uova, gli USA chiedono aiuto all’Italia, Danimarca e ai Paesi europei: cosa sta succedendo

Gli USA stanno affrontando una grave crisi dovuta all'influenza aviaria, e per questo stanno chiedendo ai Paesi europei di avviare l’esportazione di uova per far fronte all’emergenza. Finora l'aiuto è arrivato solo dalla Turchia, che ha spedito 15.000 tonnellate di uova. Ma è una soluzione tampone: secondo l'USDA gli statunitensi consumano infatti almeno 90 miliardi di uova all'anno.

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Crisi delle uova, gli USA chiedono aiuto all’Italia, Danimarca e ai Paesi europei: cosa sta succedendo
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Negli ultimi mesi negli Stati Uniti c'è stato un forte aumento del prezzo delle uova, arrivate a costare 4,95 dollari alla dozzina, che è il prezzo più alto di sempre negli USA. La causa di questo aumento è l'influenza aviaria, che ha portato gli allevatori ad abbattere circa 20 milioni di volatili tra polli e galline ovaiole nell'ultimo trimestre del 2024 per evitare che il virus si diffondesse all'interno degli allevamenti. Meno galline significa anche meno uova, e con l'offerta ridotta così drasticamente il prezzo delle uova è aumentato del 157% rispetto al 2022 (solo nel 2024 il prezzo è salito del 53%, e si prevede che ci sarà un ulteriore incremento del 41% nel corso del 2025). Per questa ragione l'amministrazione Trump sta correndo ai ripari. Oltre ad aver annunciato un piano da 1 miliardo di dollari che prevede investimenti in misure di biosicurezza, aiuti finanziari agli imprenditori del settore e ricerca su vaccini e trattamenti per l'influenza aviaria, ha pensato di rivolgersi all'Europa (una richiesta che cade in tempi di tensione geopolitica con l'UE, viste le prime applicazioni dei dazi statunitensi).

In particolare, il governo USA ha chiesto a Danimarca e a Finlandia di esportare le proprie uova. La Danish Egg Association, però, dopo aver letto la lettera dell'U.S. Department of Agriculture (USDA) che chiedeva informazioni riguardo alla disponibilità di uova per esportarle negli USA, ha momentaneamente rifiutato non potendo fornire il numero di uova richieste. La Finnish Poultry Association, invece, ha declinato perché non sono stati avviati negoziati per l’accesso al mercato USA, e Helsinki non dispone di un'autorizzazione nazionale per spedire le uova.

Tra i Paesi contattati per far fronte all'emergenza uova c'è anche l'Italia, che ha risposto negativamente alla richiesta. All'inizio di marzo, infatti, l'ambasciata di Washington a Roma ha contattato Unaitalia (Unione nazionale filiere agroalimentari carni e uova), chiedendo se fosse possibile fornire uova agli USA da aprile a settembre, ma ciò non è stato possibile. Il presidente del Comitato Uova di Unaitalia, Ruggero Moretti, che siede anche alla presidenza dell’EEPA (European Egg Processors Association), ha commentato:

Abbiamo una autosufficienza che raggiunge a malapena il 97%, quindi non c’è disponibilità per gli USA, e non possiamo permetterci forniture aggiuntive.

In Italia di aviaria si è parlato soprattutto all'inizio del 2025, con 11 casi registrati di focolai in alcuni allevamenti nelle province di Mantova e Verona. Il totale nazionale di focolai durante gennaio è poi salito a 50 (le regioni più colpite sono il Veneto e la Lombardia), ma la situazione è sotto controllo.

Gli USA hanno contattato sia la Francia (che secondo i dati della Commissione UE usciti lo scorso febbraio è il maggior produttore dei 27 Paesi, seguito da Germania, Spagna, Italia, Polonia) che la Lituania, ottenendo anche in quel caso risposte negative.

Con tutta probabilità, sono stati contattati tutti i Paesi europei con l'idea che almeno uno di loro avesse un surplus produttivo. Per ora è stata la Turchia a rispondere positivamente, avendo avviato le esportazioni di circa 15.000 tonnellate di uova oltreoceano già a febbraio (le esportazioni proseguiranno almeno fino a luglio 2025). Questa però non è che una soluzione tampone, se si pensa che in media gli USA producono almeno 7,5 miliardi di dozzine di uova all'anno. Gli Stati Uniti, quindi, dovranno rivolgersi a mercati più lontani, sperando di poter affrontare la domanda abbassando notevolmente i prezzi di un bene che negli USA è sempre stato accessibile a tutti.

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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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