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Dalla compartimentazione alle porte antincendio: cosa fare per rendere i traghetti un mezzo di trasporto sicuro?

In caso d'incendio su un traghetto, l'ultima cosa da fare è buttarsi in mare. Le imbarcazioni sono infatti progettate per essere sicure, con porte antincendio e scialuppe di salvataggio.

18 Luglio 2024
18:30
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Dalla compartimentazione alle porte antincendio: cosa fare per rendere i traghetti un mezzo di trasporto sicuro?
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Ogni anno in Europa, i traghetti effettuano circa 137.000 viaggi l’anno. In tutti questi viaggi, nel corso del 2023, si sono registrati incidenti solo nello 0,03% dei casi.

Nel corso del video, spieghiamo cosa viene fatto per avere un’imbarcazione quanto più sicura possibile.

L’importanza dei materiali scelti e di compartimentare il traghetto

La prima cosa, fondamentale, è la progettazione. Nel video vi raccontiamo due elementi principali: la compartimentazione tagliafuoco e la scelta dei materiali.

Potrete vedere una ricostruzione 3D della compartimentazione, che prevede una divisione del traghetto in sezioni, che in caso di fuoco vengono isolate da porte antincendio, per evitare che le fiamme si propaghino nel resto della nave.

Affronteremo poi l’altro aspetto fondamentale, in caso d’incendio: i materiali con i quali è fatto il traghetto, che devono limitare la propagazione della fiamma. Oggi le cabine sono protette da rivestimenti più resistenti alla combustione, come la lana di roccia, mentre le parti superficiali, come la moquette e la vernice usata sulle pareti, propagano la fiamma più lentamente.

In caso di incendio a bordo il tempo è tutto

L’incendio è un’eventualità remota, certo, ma non impossibile: un camion che fa cortocircuito in garage o un’avaria in sala macchine e il rogo è innescato.

Nel video, raccontiamo cosa succede in questi casi. A partire dall’attivazione dei sistemi antincendio installati a bordo.

E in questo caso il tempo è tutto: rallentare la propagazione del fuoco con i materiali giusti, regala all’equipaggio tempo prezioso per gestire la situazione, fino all’intervento di una squadra di soccorso, che non è rapido come sulla terra ferma.

Ma anche il personale di bordo può fare la differenza, abilitato a gestire queste situazioni e a tranquillizzare i passeggeri.

Con un incendio a bordo, magari il primo istinto sarebbe quello di buttarsi in acqua e fuggire il più lontano possibile dai fumi. Ma in realtà una volta in mare è difficile essere avvistati. In più, l’acqua può essere fredda, il mare mosso…

Il posto più protetto dove stare è la nave. Proprio perché è stata progettata per essere un luogo sicuro.

In più, oggi i mezzi di salvataggio presenti a bordo possono contenere un numero di passeggeri addirittura maggiore di quelli che la nave può ospitare e, sui traghetti di ultima generazione, si può salire sulle zattere autogonfiabili tramite degli scivoli gonfiabili, come quelli degli aerei.

Enti che controllano le navi

Se questi scenari estremi vi hanno messo un po’ in allarme, sappiate che i traghetti che circolano in Europa, devono passare numerosi passaggi, per poter circolare.

C’è l’IMO, Organizzazione marittima Internazionale che fa capo all’ONU, e fissa le norme internazionali per la sicurezza in mare.

Poi, tocca ai singoli Stati farle rispettare. Questo compito è affidato alle società di classificazione private. Cosa fanno? Fanno delle ispezioni periodiche per controllare che la nave sia progettata correttamente e mantenuta con tutti i crismi da chi la gestisce. Poi se è tutto ok, rilasciano alle navi dei certificati, indispensabili per la navigazione.

Le società di classificazione sono a loro volta controllate da Enti internazionali, e infine, se ancora non vi sentite abbastanza sicuri, ci sono i port state control, che per conto del porto fanno ulteriori ispezioni sulle navi.

E se un traghetto non dovesse rispondere a tutti i requisiti di sicurezza? Viene fermato e può ripartire solo dopo avere sistemato le cose che non vanno.

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