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Una forte esplosione a Roma in un distributore di benzina e GPL ha provocato un grosso incendio. Quando si parla di combustibili fossili, uno tra i più comuni è il GPL, cioè il Gas di Petrolio Liquefatto. Si tratta di una miscela di propano (C3H8), butano (C4H10) al cui interno sono presenti anche piccole percentuali di altri idrocarburi come etano, propilene o isobutano. Questo combustibile viene prodotto dalla raffinazione del petrolio e a temperatura ambiente si presenta allo stato gassoso. Solitamente per il trasporto viene liquefatto: questo permette di trasportarlo e stoccarlo in maniera molto più agevole, e da qui l'aggettivo "liquefatto" nel nome. Purtroppo i recenti fatti di cronaca hanno puntato i riflettori su una sua particolare caratteristica, cioè l'infiammabilità. Ma dal punto di vista tecnico, per quale motivo può prendere fuoco e arrivare addirittura a causare esplosioni? Prima di proseguire con la spiegazione, è bene tenere a mente che quella dell'esplosione è un'eventualità estremamente rara e, come vedremo, chiunque possegga un automobile a GPL può stare tranquillo.
Cos'è il GPL e quanto è infiammabile
Il GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) è una miscela di idrocarburi (principalmente butano e propano) usato come carburante. La prima cosa da tenere a mente è che il GPL è più denso rispetto all'aria, e quindi tende a ristagnare verso il basso e a non disperdersi. Il secondo fattore importante è il fatto che, così come accade per il metano, se c'è una giusto rapporto tra gas e aria, in caso di innesco è possibile che si verifichi la sua combustione. Questa concentrazione di gas nell'aria, detta limite di infiammabilità, è piuttosto bassa per il GPL e va dal 2 al 9% circa. Ciò vuol dire che se nell'aria c'è una concentrazione di GPL compresa tra questi due valori (che possono comunque leggermente variare a seconda delle condizioni locali) può verificarsi una combustione in presenza di un innesco.
Dal punto di vista chimico, la combustione del GPL in presenza di aria entro certi valori è legata alla reazione tra le molecole che compongono il carburante (propano e butano) con l'ossigeno molecolare presente nell'aria. Questa reazione chimica produce energia, ma soprattuto genera gas (come CO2 e vapor acqueo) che tendono ad espandersi aumentando la pressione.
Se questa reazione avviene in un ambiente confinato, come ad esempio un serbatoio, e i sistemi di sicurezza non funzionano a dovere, la presenza elevata di gas può far crescere la pressione al punto tale da causare una vera e propria esplosione.
GPL e rischi per le auto
Quindi chi ha un automobile a GPL deve preoccuparsi? La risposta è no, non c'è alcun bisogno di andare nel panico.
I serbatoi GPL presenti nelle nostre automobili sono dotati di sistemi di sicurezza progettati ad hoc per limitare al minimo il rischio di incendi ed esplosioni. Per esempio è sempre presente una valvola di sicurezza in grado di rilasciare il gas in caso di sovrappressione, oppure la stessa bombola è realizzata in modo tale da resistere a urti e incidenti senza rompersi. Gli incendi e le esplosioni causate dal GPL in un auto per questo motivo sono molto rari e possono verificarsi in caso di gravissimi incidenti oppure di impianti installati da persone non competenti o ancora dall'utilizzo di fiamme libere durante la fase di rifornimento.
Allo stesso tempo è bene tenere a mente che il Gas di Petrolio Liquefatto, come ogni combustibile fossile, è pur sempre infiammabile: se non lo fosse non potrebbe essere utilizzato all'interno di un motore endotermico! Per questo motivo è necessario maneggiarlo con cura ed è anche per questo che in Italia il suo rifornimento non può essere fatto in autonomia ma solo da un operatore specializzato.