

“Toxic” è la serie di Geopop che dà voce a chi ha vissuto in prima persona l’abuso di sostanze. In questo episodio, Maurizio, 45 anni, romano che vive a Milano, ripercorre vent’anni di dipendenza e il cammino verso la rinascita. La sua storia mette a fuoco ciò che spesso si nasconde sotto la “punta dell’iceberg” della droga: fragilità, insicurezza e un profondo senso di inadeguatezza.
Maurizio ha iniziato a usare sostanze a 13 anni, durante un trasferimento da Roma a Milano. La prima canna non fu curiosità, ma un modo per sentirsi accettato e nascondere la paura di non essere all’altezza. Da lì, l’uso di cannabis si trasformò presto in cocaina e party drugs.
Con il liceo e poi nel mondo del lavoro, la cocaina diventò centrale. L’euforia iniziale non tornò più, ma il consumo aumentò per evitare il disagio e l’insicurezza. Maurizio arrivò a prendere soldi in famiglia e nei locali dove lavorava, mantenendo all’esterno un’immagine pulita che mascherava un profondo crollo personale.
Il punto di rottura arrivò quando, dopo aver sottratto denaro a un locale, si chiuse in un albergo e inviò al padre un messaggio dal tono suicidario. Spesi tutti i soldi in droga, scelse di riaccendere il telefono: dall’altra parte trovò affetto e sostegno. Poco dopo entrò a San Patrignano.
In comunità dovette smettere di fingere e affrontare le proprie fragilità. Il confronto con altri ex tossicodipendenti lo aiutò ad accettarsi, a vivere le emozioni senza anestetizzarle e a smontare la paura di non essere all’altezza. Dopo quattro anni, imparò a dirsi e mostrarsi per quello che è.
Oggi Maurizio lavora insieme alla compagna nella gestione di un centro di neuropsichiatria infantile e si occupa del figlio piccolo. Vive finalmente la normalità che aveva sempre cercato: una vita serena, senza ruoli da interpretare, in cui può abbracciare sé stesso e le proprie passioni.
Se potesse parlare al sé tredicenne, gli direbbe:
“Non aver paura di mostrarti per quello che sei. Non serve fingere o interpretare ruoli che ti fanno star male. Segui le tue passioni senza timore.”
La sua storia mostra che uscire dalla dipendenza è possibile: il sostegno degli altri, l’onestà con sé stessi e il coraggio di chiedere aiuto possono davvero cambiare la vita.