
Il terribile incendio che ha devastato i grattacieli nel complesso residenziale di Wang Fuk Court, nel quartiere Tai Po di Hong Kong (Cina) ha causato almeno 128 morti e quasi 100 feriti. Le cause del rogo non sono ancora state chiarite dalle autorità, che hanno aperto un'indagine per negligenza: alle 8 torri, di 31 piani ciascuna, erano in corso dei lavori di ristrutturazione, per i quali non sarebbero stati utilizzati materiali ignifughi – tra cui delle reti verdi in plastica e del polistirolo per coprire le finestre. Tre dirigenti dell'azienda di ristrutturazione sono stati arrestati dalla polizia.
Le fiamme – scoppiate intorno alle 14:51 del 26 novembre – sono state domate dai Vigili del Fuoco dopo ben 48 ore dallo scoppio dell'incendio: gli edifici residenziali ospitavano circa 2.000 appartamenti, per un totale di 4.600 residenti, di cui gran parte anziani.
Come hanno fatto le fiamme a estendersi così velocemente: la dinamica
Secondo le ricostruzioni fornite dalle autorità, l'incendio del complesso residenziale Wang Fuk Court, nel distretto di Tai Po, sarebbe divampato nel pomeriggio di mercoledì 26 novembre 2025 intorno alle 14:51 (ora locale, le 07:51 in Italia), ora in cui è arrivata la prima segnalazione ai Vigili del Fuoco. Le fiamme sono scoppiate nel blocco F: nei 5 minuti impiegati per raggiungere il sito, il rogo si è propagato a una velocità impressionante attraverso le impalcature esterne. In circa quattro ore le fiamme sono arrivate a coinvolgere 7 degli 8 grattacieli (di 31 piani ciascuno) che fanno parte del complesso, come confermato dal consigliere distrettuale di Tai Po, Mui Siu-fung.
Alle 15:34, a meno di un'ora dall'inizio dell'incendio, le autorità hanno portato l'emergenza al livello 4, per poi innalzarla al livello 5 alle 18:22, il massimo previsto dalla procedura di emergenza. Le autorità hanno inoltre rilevato come gli allarmi antincendio non abbiano funzionato in modo efficace in nessuno degli 8 grattacieli.
La velocità con cui il fuoco si è esteso è stata impressionante: le prime ricostruzioni indicano che l'incendio si sarebbe propagato rapidamente non solo per la presenza di ponteggi in bambù che circondavano diverse torri – visti i lavori di ristrutturazione in corso –, ma anche a causa delle reti protettive e dei teli di plastica installati sull'esterno degli edifici.
Le fiamme sono state estinte dopo più di 48 ore dallo scoppio del rogo. Nel momento in cui scriviamo, le vittime certificate sono salite a 128 (con circa 200 dispersi): si tratta dell'incendio più distruttivo e letale nella storia recente di Hong Kong.
Come si sono svolte le operazioni di soccorso: oltre 2.311 Vigili del Fuoco
In totale, secondo i dati ufficiali, sul luogo sono intervenuti oltre 2.311 Vigili del Fuoco, di cui 12 rimasti feriti durante le operazioni, assistiti da 400 agenti di polizia, 391 autopompe e 188 ambulanze.
Secondo le ricostruzioni, l'intervento è stato estremamente complicato: l'intensità del calore ha impedito ai Vigili del Fuoco di entrare negli edifici, con alcune sezioni degli edifici che hanno raggiunto temperature superiori ai 200 °C. Il comando di Hong Kong ha evidenziato come la combinazione di alte temperature, il rischio di ulteriori crolli delle impalcature e gli interni piccoli e affollati degli appartamenti hanno reso difficili le operazioni di soccorso.
Costruiti nel 1983, i grattacieli del complesso Wang Fuk contavano complessivamente 1.984 appartamenti, per circa 4.600 residenti. Secondo l'ultimo censimento realizzato, il 40% delle inquilini ha almeno 65 anni o più. Il governo ha dichiarato che almeno 900 residenti sono stati evacuati e reindirizzati verso dei rifugi di emergenza, istituiti appositamente.
Dal polistirolo alle finestre alle reti in plastica: le indagini per negligenza
Come evidenziato da Reuters, gli abitanti del complesso di Wang Fuk Court avevano già espresso preoccupazione per i lavori di ristrutturazione già nel settembre 2024, in particolare per la potenziale infiammabilità della rete protettiva verde – ben visibile in tutte le immagini – utilizzata dagli appaltatori per coprire le impalcature di bambù attorno agli edifici.
La polizia di Hong Kong ha infatti dichiarato giovedì che le pareti esterne degli edifici del complesso «erano dotate di reti protettive, teloni impermeabili, teli di plastica e altri materiali non ignifughi, sospettati di non rispettare gli standard di sicurezza antincendio». Su questo punto, la professoressa Raffaella Endrizzi (docente della facoltà di Architettura della Chinese University of Hong Kong) ha spiegato a Geopop che:
Le reti installate non erano conformi agli standard di sicurezza antincendio, come confermato dalle autorità. L'uso di materiali non certificati o non ignifughi rappresenta una violazione significativa, perché la rete ha un ruolo determinante nella propagazione o nel contenimento di un incendio. Va inoltre ricordato che gli impalcatori devono essere certificati, poiché il montaggio del bambù richiede competenze tecniche molto specifiche.
Durante le prime ispezioni del complesso residenziale, sono stati inoltre ritrovati dei pannelli di polistirolo espanso all'esterno delle finestre, chiaramente non conforme alle norme antincendio: «questa pratica illegale ha fatto sì che il fuoco si propagasse con estrema rapidità», ha concluso Endrizzi.
Le cause dell'incendio, comunque, non sono ancora state confermate dalle autorità, che hanno aperto delle indagini: poco dopo l'incidente, tre alti dirigenti dell'impresa di ristrutturazione, la Prestige Construction, sono state arrestate con l'accusa di omicidio colposo.