0 risultati
video suggerito
video suggerito
6 Maggio 2025
14:28

L’elusivo “Pianeta Nove”: abbiamo un possibile candidato, ma ci sono dubbi sul nuovo studio

Un nuovo studio sembra aver trovato l'elusivo pianeta Nove (o pianeta X) tra i dati di archivio di due telescopi spaziali infrarossi, a una distanza tra 75 e 105 miliardi di km da noi. Nonostante l'eccezionalità della scoperta, diversi interrogativi sono stati sollevati dalla comunità astronomica sulla bontà dello studio appena pubblicato.

103 condivisioni
L’elusivo “Pianeta Nove”: abbiamo un possibile candidato, ma ci sono dubbi sul nuovo studio
Immagine
Credits: NASA, PL–Caltech/R. Hurt.

Gli astronomi sono ormai da anni alla ricerca dell'elusivo Pianeta Nove (chiamato talvolta anche pianeta X), un pianeta trans-nettuniano – cioè oltre l'orbita di Nettuno – la cui presenza sembra necessaria a spiegare l'orbita anomala di diversi oggetti nella periferia più remota del Sistema Solare. Un nuovo studio, guidato da Terry Long Phan dell'Università Tsing Hua di Taiwan, afferma di aver finalmente trovato questo elusivo oggetto grazie al confronto tra i dati di due telescopi infrarossi che hanno ripreso le stesse regioni di cielo a distanza di 23 anni l'uno dall'altro. Gli astronomi hanno cercato in questi dati oggetti il cui spostamento fosse compatibile con quello atteso dal pianeta Nove in un lasso di tempo di 23 anni, trovandone uno in particolare che sembra avere l'identikit giusto di pianeta Nove. Diversi dubbi rimangono tuttavia sulla veridicità della scoperta, dal momento che gli autori non considerano il caso che la rilevazione sia un falso positivo o una galassia infrarossa non visibile in uno dei due cataloghi utilizzati.

Cosa è il pianeta Nove

L'esistenza del pianeta Nove è stata proposta dagli astronomi del Caltech Mike Brown e Konstantin Batygin nel 2016 per spiegare l'orbita anomala di alcuni oggetti trans-Nettuniani, cioè posizionati oltre l'orbita di Nettuno. Sembra infatti che questi oggetti distanti siano influenzati dall'attrazione gravitazionale di un corpo enorme e invisibile, molto più grande della Terra e posizionato ben oltre l'orbita di Plutone. Nonostante per anni ci siano stati diversi studi che hanno sostenuto di aver trovato indizi della sua esistenza, fino ad ora non c'è stata nessuna prova conclusiva sulla presenza di questo pianeta nelle fredde periferie del Sistema Solare, nemmeno utilizzando i più potenti telescopi a nostra disposizione.

Come è stato trovato il candidato pianeta Nove

Il team guidato da Terry Long Phan dell'Università Tsing Hua di Taiwan ha tentato di trovare il pianeta Nove utilizzando una metodologia ingegnosa. Gli astronomi hanno utilizzato i dati di archivio di due telescopi spaziali sensibili alle lunghezze d'onda del lontano infrarosso, IRAS e AKARI. L'utilizzo dell'infrarosso è consigliabile per la ricerca del pianeta Nove, dal momento che un mondo così freddo e lontano, riceve e riflette solo una minuscola quantità di luce ottica.

I dati dei telescopi IRAS e AKARI coprono la stessa porzione di cielo, ma sono stati ottenuti a distanza di 23 anni gli uni dagli altri. Questo ha permesso agli astronomi di confrontare le immagini e cercare quegli oggetti che in questo arco temporale si sono spostati in cielo di un quantitativo simile a quello atteso da un ipotetico pianeta Nove. I ricercatori hanno in particolare cercato oggetti che si sono spostati di circa 3 arcominuti ogni anno per 23 anni, compatibile con quanto atteso per un pianeta di massa compresa tra le 7 e le 17 volte quella della Terra e distante tra le 500 e le 700 unità astronomiche, cioè tra i 75 e i 105 miliardi di km da noi.

Immagine
Il pannello di sinistra mostra l’immagine infrarossa ottenuta dal telescopio spaziale IRAS del candidato pianeta Nove, mentre il pannello di destra mostra l’immagine del telescopio AKARI. Il cerchietto verde in alto a sinistra nel pannello di sinistra mostra la sorgente nel catalogo IRAS del 1983, mentre il cerchietto bianco in basso a destra nel pannello di destra mostra la sorgente nel catalogo AKARI del 2006. Credits: Phan et al. 2025.

Inizialmente il team ha trovato 13 oggetti candidati che si erano spostati di una quantità coerente con l’orbita prevista del Pianeta Nove. Dopo un approfondito processo di selezione, che ha incluso anche un'ispezione visiva delle immagini originali, gli astronomi hanno ristretto la lista a un candidato valido, che mostra una separazione tra i 42 e 69,6 arcominuti (circa due volte il diametro della Luna piena) e che non appare mai nella stessa posizione in due immagini prese in momenti consecutivi.

Le critiche allo studio

Nonostante l'eccezionalità della scoperta, gli autori riconoscono che i dati utilizzati non sono sufficienti ad identificare l'oggetto trovato come il pianeta Nove e che più osservazioni sono necessarie per confermare la scoperta. A raffreddare ulteriormente gli animi ci ha pensato Mike Brown stesso, il quale, in un lungo post sul social Blue Sky, ha sollevato diversi dubbi sulla robustezza della scoperta.

L'astronomo del Caltech ha infatti puntualizzato come i ricercatori non facciano menzione della probabilità che l'oggetto da loro trovato sia un falso positivo, cioè ad esempio sorgenti diverse che per coincidenza si trovano nelle posizioni giuste per essere considerate come lo stesso oggetto. I ricercatori non menzionano inoltre la possibilità che gli oggetti che appaiono e scompaiono in un catalogo possano essere sorgenti astrofisiche che naturalmente variano in luminosità infrarossa o la possibilità che l'oggetto trovato non sia un pianeta, ma una galassia che mostra la stessa luminosità infrarossa attesa da un pianeta (le immagini hanno una risoluzione troppo bassa per distinguere la forma di una galassia). Ancora più "preoccupante" è l'assenza di una stima dell'orbita dell'oggetto trovato. Mike Brown, utilizzando i dati a disposizione, ha infatti trovato che l'oggetto si muoverebbe su di un'orbita perpendicolare al piano del Sistema Solare, completamente in disaccordo con ciò che si attende dal pianeta Nove.

Insomma, la caccia al pianeta Nove continua ed è in pieno svolgimento. Secondo molti, la nostra speranza più grande di trovarlo risiede nel telescopio Vera Rubin che, a partire da quest'anno, sonderà il cielo australe ogni notte alla ricerca di oggetti che variano in posizione e luminosità, proprio come farebbe l'elusivo pianeta Nove.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views