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2 Agosto 2025
15:00

L’Hungaroring, dalle curve lente al carico aerodinamico: l’analisi della pista di Formula 1 ungherese

L'Hungaroring, situato a 20 km a nord-est di Budapest, è conosciuto come una sorta di “giostra” per le sue curve ravvicinate e il continuo susseguirsi di cambi di direzione. Domenica 3 agosto alle 15 andrà in scena il GP di Ungheria per il Mondiale 2025.

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L’Hungaroring, dalle curve lente al carico aerodinamico: l’analisi della pista di Formula 1 ungherese
gp ungheria
Una panoramica del rettilineo del circuito di Hungaroring in Ungheria.

Nel cuore dell'Ungheria, a pochi chilometri dalla capitale Budapest, si trova uno dei circuiti più particolari e tecnici del Mondiale di Formula 1: l'Hungaroring. Lungo 4381 metri, la conformazione del tracciato lo rende una delle piste più lente di tutto il calendario, con curve molto strette e impegnative. Qui si corre dal 1986 e la gara di quest'anno segna la sua 40ª apparizione nel calendario del Mondiale. I sorpassi sono quasi impossibili da effettuare, tranne che sul rettilineo principale lungo 850 metri, il quale nel 2003 è stato allungato al fine di vedere più sorpassi in pista. Il circuito ospiterà la gara di 70 giri domenica 3 agosto 2025 alle ore 15.oo, con i piloti che dovranno percorrere una distanza totale di 306.63 km.

All’Hungaroring serve un alto carico aerodinamico per una ragione molto semplice: è un circuito molto tortuoso, con curve lente e medio-veloci, pochissimi rettilinei e quasi nessun punto per rifiatare. La configurazione della pista somiglia a un kartodromo: tanti cambi di direzione, curve in sequenza e poco spazio per le alte velocità. Serve una monoposto precisa e stabile in inserimento, ma anche molta trazione in uscita di curva, dove è facile perdere aderenza. Assume un'importanza vitale qui la qualifica del sabato per via dei pochi spunti per i sorpassi.

Nel 2020 Lewis Hamilton ha fatto segnare il giro record in gara fermando il cronometro a 1'16"627 con una velocità media di 218 km/h. Scopriamo meglio cosa rende così impegnativo il circuito dell'Hungaroring.

Le caratteristiche del “kartodromo” ungherese

Il tracciato dell'Hungaroring è composto da 14 curve in totale: di queste, 8 sono a destra e 6 a sinistra. Nonostante il numero relativamente contenuto, la difficoltà sta nella sequenza ravvicinata e nella varietà di curve, che si alternano tra tornanti molto stretti e curve ad angolo retto, ma sempre con raggi di curvatura piuttosto contenuti, mediamente tra i 30 e i 60 metri.

Il tracciato si sviluppa su un’altura che raggiunge i 238 metri sul livello del mare e presenta un dislivello massimo di circa 26 metri, con una superficie quasi piatta. A caratterizzare la pista ci sono quattro tratti a velocità relativamente alta: il rettilineo principale e tre segmenti tra le curve 1-2, 3-4-5 e 11-12. Di contro, ci sono anche tre curve lente (la 1, la 2 e la 6) e una chicane molto tecnica che comprende le curve 6 e 7.

A testimonianza di quanto sia "guidato" il tracciato, in media qui i piloti trascorrono circa il 65% del tempo sul giro con il volante ruotato. Su un circuito del genere la velocità di punta passa in secondo piano. I team montano configurazioni ad alto carico aerodinamico, puntando tutto sull’aderenza in curva e sulla trazione in uscita. Le sospensioni tendono a essere più morbide per gestire i continui cambi di pendenza e garantire stabilità nei tratti lenti.

Secondo i dati forniti da Brembo, l’Hungaroring è una pista mediamente impegnativa per i freni: 10 frenate per giro, ma solo due davvero intense, per un totale di 22% del giro con il piede sul pedale del freno. La più dura è quella in curva 1, dove si frena da 310 a 96 km/h in appena 122 metri, con una decelerazione di 4,5 g e una potenza frenante che supera i 2.200 kW. Il problema più grande però è il calore. Le alte temperature estive unite alla mancanza di lunghi rettilinei rendono difficile raffreddare l’impianto frenante e la power unit. La gestione termica diventa così un fattore decisivo per tutto il weekend.

Sul fronte dei sorpassi, nonostante la natura tortuosa del tracciato, l’Hungaroring presenta due zone DRS (ovvero a favore di sorpasso): la prima è posizionata sul rettilineo principale, il punto più veloce della pista, subito dopo la curva 14. la seconda si trova invece tra curva 1 e curva 2, un tratto breve ma utile per rimanere incollati all’avversario dopo il primo tentativo di attacco.

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La mappa del circuito dell’Hungaroring suddivisa nei tre settori utilizzati per il cronometraggio durante le gare (Settore 1 – Rosso, Settore 2 – Blu, Settore 3 – Giallo). Credit: via Wikimedia Commons

Gestione delle gomme e strategia: la vera sfida dell'Hungaroring

All’Hungaroring, la gestione delle gomme è un aspetto cruciale. Nonostante il tracciato non sia particolarmente abrasivo e nemmeno troppo veloce, la sua brevità fa sì che i pneumatici vengano sollecitati in modo costante e ravvicinato. Il problema principale, però, non è tanto l’usura meccanica quanto il degrado termico, ovvero la perdita di prestazione causata dalle alte temperature, soprattutto all’anteriore sinistra, che soffre per via delle numerose curve a destra. L’asfalto, molto scuro, tende infatti a surriscaldarsi facilmente: nel 2024, per esempio, si sono toccati i 58,6 °C, il valore più alto dell’intera stagione.

Per il weekend 2025, Pirelli ha selezionato la stessa terna di gomme slick del 2024: C3 come Hard, C4 come Medium e C5 come Soft. La strategia ideale, in queste condizioni, è spesso quella a due soste, come confermato anche nel 2024. Lo scorso anno la Medium (C4) ha dimostrato di essere la gomma più equilibrata ed è stata infatti scelta da 13 piloti per la partenza. Alcuni hanno optato per la Soft per tentare uno stint iniziale più aggressivo, mentre altri sono partiti con la Hard per ritardare la prima sosta.

All’Hungaroring, a causa della difficoltà nei sorpassi, le strategie ai box diventano decisive. Il pit-stop medio, compreso il tempo impiegato per entrare, cambiare le gomme e uscire dai box, "costa" circa 21-22 secondi. Questo rende particolarmente efficace la strategia dell’undercut, cioè fermarsi prima di un avversario per montare gomme fresche e guadagnare terreno mentre l’altro è ancora in pista con gomme più vecchie. Se il pilota che effettua l’undercut riesce a girare abbastanza veloce nel giro successivo, può trovarsi davanti quando l’avversario rientra ai box.

Al contrario l’overcut è una strategia più rischiosa, in cui si rimane in pista più a lungo nella speranza che le gomme tengano e che si riescano a mettere insieme giri rapidi approfittando di aria pulita o errori degli altri. Ma su un tracciato dove il degrado è alto e i sorpassi sono rari, l’undercut tende a essere l’arma preferita.

L’Hungaroring in numeri: vittorie, pole e record del tracciato ungherese

Dal 1986 a oggi, l’Hungaroring ha regalato alla Formula 1 gare piene di sorprese. Ecco i numeri da conoscere:

  • Piloti con più vittorie: Lewis Hamilton è il re dell'Hungaroring con ben 8 vittorie, un record assoluto su questo tracciato. Dietro di lui troviamo Michael Schumacher (4) e Ayrton Senna (3).
  • Scuderie più vincenti: McLaren, che qui ha ottenuto 12 vittorie, seguita da Williams e Ferrari (7), di poco più staccate troviamo Mercedes (5) e Red Bull (4).
  • Pole position: Lewis Hamilton guida anche in questa classifica con 9 pole, seguito da Michael Schumacher (7), Sebastian Vettel e Ayrton Senna (3).
  • Piloti con più podi conquistati: Lewis Hamilton (12), Kimi Raikkonen (9), Ayrton Senna, Michael Schumacher e Sebastian Vettel (7).
  • Piloti con più giri percorsi in gara: Fernando Alonso (1357), Kimi Raikkonen (1222), Lewis Hamilton (1211), Michael Schumacher (1123), Rubens Barrichello (1113).
  • Giro record in gara: 1'16"627, segnato da Lewis Hamilton nel 2020 con la Mercedes
  • Giro record in qualifica: 1'13″447 firmato da Lewis Hamilton nel 2020

Su questa pista, inoltre, vale la pena ricordare che Fernando Alonso nel 2003 ottenne la sua prima vittoria in Formula 1 a soli 22 anni e 26 giorni, diventando all’epoca il più giovane vincitore di sempre (record poi infranto da Sebastian Vettel e Max Verstappen). Citando sempre grandi campioni di questo sport, Michael Schumacher conquistò qui la prima delle sue 68 pole position della sua carriera nel 1994.

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