
Il processo di fusione nucleare, ancora in via sperimentale, rappresenta una delle possibili alternative energetiche per il futuro.Un team di circa cinquanta ricercatori ha condotto esperimenti al Lawrence Livermore National Laboratory, negli Stati Uniti, ottenendo traguardi sorprendenti. Vediamo assieme in dettaglio di cosa si tratta, sottolineando l'impatto che questi risultati hanno sul futuro della fusione.
Il processo di fusione nucleare, ovvero l'unione di atomi leggeri come deuterio e trizio, sprigiona enormi quantità di energia. Per generare questo processo, però, sono necessarie alte temperature e alte pressioni affinché si formi il plasma – una nube di ioni ed elettroni liberi – e gli atomi di partenza si avvicinino a tal punto da fondere assieme.

L'applicazione di un campo magnetico esterno
Grazie all'applicazione di un campo magnetico di 26 Tesla, i ricercatori sono stati capaci di far implodere le capsule di deuterio usate come combustibile nucleare, aumentando notevolmente le condizioni di pressione e temperatura locali. La creazione di questo punto caldo, chiamato hotspot, ha permesso un aumento del 40% della temperatura ionica, ovvero quella degli ioni liberi nel plasma. Inoltre, la produzione di neutroni – e dunque l'energia prodotta – sono aumentate di un fattore pari a 3,2.
Questo nuovo passo in avanti, seppur ancora distante dai valori necessari per l'accensione autosufficiente del plasma, rende sempre più vicina la possibilità di sfruttare questo processo come fonte energetica. Gli stessi ricercatori vorrebbero replicare lo stesso esperimento con capsule contenenti strati ghiacciati di deuterio e trizio, applicando un campo magnetico di 40 Tesla, per aumentare ulteriormente la temperatura ionica e l'energia prodotta.