A Roma la questione dell’emergenza rifiuti è state per molti anni un tema delicato per i grandi disagi che ha provocato. Ma perché è stato così difficile gestire e smaltire questi rifiuti? Abbiamo cercato di capire quali sono state le cause e com’è la situazione oggi nella Capitale, scoprendo anche i provvedimenti comunali per ovviare al problema.
Perchè c'è stata l'emergenza rifiuti a Roma? Le cause
Partiamo col dire che solo nel 2023 i rifiuti totali prodotti a Roma sono stati 1.600.209,29 tonnellate. È una cifra che corrisponde ai rifiuti prodotti da Milano, Firenze e Napoli messe insieme, ma contiamo che – come vediamo nel video – questi rifiuti provengono da una superficie davvero ampia (1287 km², per la precisione), e che ognuno dei 15 Municipi di Roma corrisponde, per numero di abitanti, a un Comune italiano capoluogo di provincia. Va da sé che più il territorio di un comune è vasto e più è complessa la gestione dei rifiuti.
Ma al di là della grande quantità di rifiuti, l’emergenza rifiuti è stata causata dall’insieme di tre problemi.
In primis negli ultimi anni c’è stata una carenza di mezzi per trasportare i rifiuti e degli operatori ecologici che li raccolgono. Senza di loro i rifiuti rimangono per strada, e in una città in così rapida espansione il fenomeno non ha fatto altro che allargarsi col tempo.
Il secondo problema? Per anni Roma ha mandato gran parte dei suoi rifiuti nella ex-discarica di Malagrotta, che è stata chiusa nel 2013. I rifiuti quindi sono stati destinati altrove, ma non è stato facile scegliere gli impianti alternativi da adottare per smaltire una mole di rifiuti così ampia.
L’ultimo problema si collega al secondo: per smaltire i rifiuti è fondamentale avere degli impianti per smaltirli; senza impianti i rifiuti rimangono per strada o vengono portati all’estero a costi esorbitanti. Roma è priva di termovalorizzatori, e ad aprile dello scorso anno è stato chiuso anche l’unico TMB del Comune, quello di Rocca Cencia. Potremmo dire quindi che c’è stata una serie di problemi organizzativi che col passare del tempo è diventata sempre più complessa da gestire in una città di queste proporzioni. Altre grandi città europee, invece, si sono organizzate diversamente per evitare il problema: ad esempio, Parigi ha 3 termovalorizzatori, Copenaghen ne ha uno a 3 km di distanza dalla piazza centrale e Berlino invia oltre la metà dei propri rifiuti indifferenziati al termovalorizzatore di Ruhleben, a 14 km da Alexanderplatz.
Chi si occupa della raccolta dei rifiuti a Roma e come vengono gestiti
A Roma, da quasi 40 anni è la società AMA (Azienda Municipale Ambiente) ad occuparsi della raccolta (stradale e porta a porta) e dello smaltimento dei rifiuti urbani. Ma che percorso fanno questi rifiuti?
Come si può osservare nel grafico presente nel video, il 34% dei rifiuti differenziati è organico, il 33% è carta e cartone, il 10% vetro, l’8% plastica e metalli e i restanti 15% sono legno, rifiuti inerti (materiali come roccia, ceramica, mattoni) e i rifiuti da spazzamento stradale (raccolti dalla pulizia delle strade). L’organico (250.440 tonnellate) viene mandato in due impianti esterni, uno in Friuli e uno in Veneto. Lì vengono smaltiti tramite biodigestori, grossi stomaci con la funzione di decomporre il rifiuto organico ricavando biogas e fertilizzanti.
Gli altri rifiuti differenziati (circa 494.495 tonnellate) vengono riciclati per tipologia in alcuni impianti del Lazio, esterni a Roma.
Ma invece com’è che si smaltiscono le 851.001 tonnellate di indifferenziato della capitale? Le strade di solito sono due: il trattamento meccanico (anche detto trattamento meccanico biologico) o i termovalorizzatori.
Poco più di un decimo di questi rifiuti finiva nel TMB (trattamento meccanico biologico) del Comune, che trasforma il rifiuto in due tipologie: materiali che si possono riutilizzare, come combustibili o composti organici, oppure scarti, che finiscono in discarica.
Quasi il 90% dell’indifferenziato di Roma, però, finisce in impianti di trattamento privati nel Lazio, nel Centro Italia e all’estero, o in termovalorizzatori privati (fuori dalla regione), impianti che bruciano il rifiuto recuperando l’energia generata dalla combustione stessa. Quell’energia poi può essere utilizzata per riscaldare le case e generare energia elettrica.
Qual è la situazione attuale a Roma oggi: difficoltà e soluzioni adottate
Ricapitolando, secondo i dati forniti da Ama la totalità dei rifiuti sono smaltiti per l’88% nel Lazio, l’8,5% nel resto d’Italia e il 3,5% all'estero, principalmente in Olanda e Germania. Ad oggi quindi a Roma, tutti i rifiuti trovano una sistemazione e la situazione è migliorata rispetto al passato.
Ciò è avvenuto anche grazie all’assunzione di 1000 nuovi dipendenti nel 2023 e a un incremento del tasso di disponibilità media dei mezzi in servizio, che è passato dal 50% nel 2021 al 75% di oggi con un parco mezzi rinnovato che conta 1.735 unità per raccolta e spazzamento.
Inoltre, per velocizzare i tempi di smaltimento il Comune ha previsto la costruzione di nuovi impianti: due biodigestori, due impianti per il trattamento di carta e plastica e un termovalorizzatore (quest’ultimo verrà realizzato in una zona industriale nella zona di Santa Palomba).