
Nel 2024 la spesa media delle famiglie italiane è stata di 2.755 euro al mese, una cifra sostanzialmente stabile rispetto al 2023 secondo quanto riportato dall'ISTAT. Il dato più significativo, però, è quello mediano: la metà delle famiglie italiane ha speso almeno 2.240 euro al mese, circa 46 euro in più dell’anno precedente. Questo indicatore fotografa meglio la realtà quotidiana perché non è influenzato dai redditi più elevati. Vediamo in questo articolo cosa ci dicono i dati e per cosa spendono di più gli italiani.
Quanto spende una famiglia in Italia: i dati Istat
La metà delle famiglie italiane spende almeno 2.240 euro al mese (2.243 euro nel 2023). La media, più alta, arriva a 2755 euro: una differenza che mostra quanto alcuni redditi elevati alzano il valore medio. Le spese medie più elevate si registrano nel Nord-est (3.032 euro), nel Centro (2.999 euro) e nel Nord-ovest (2.973 euro), mentre sono più contenute nelle Isole (2.321 euro) e nel Sud (2.199 euro). A livello regionale, la spesa media mensile più elevata è in Trentino-Alto Adige (3.584 euro) e Lombardia (3.162 euro), mentre Calabria e Puglia sono quelle con la spesa più contenuta, intorno ai 2.000 euro mensili.
Vivere in città fa aumentare le spese: le famiglie che vivono nelle aree metropolitane arrivano a spendere 2.999 euro al mese, mentre nei comuni con meno di 50mila abitanti si scende a 2.638 euro, circa il 12% in meno.
Chi vive da solo spende in media 1.932 euro al mese, cioè più dei due terzi della spesa di una famiglia di due persone perché molte spese (come casa, bollette, servizi) non sono facilmente scalabili.
Le famiglie composte esclusivamente da italiani spendono poi circa un terzo in più rispetto a quelle con componenti stranieri, che risultano più parsimoniosi soprattutto nelle spese per tempo libero, cultura e ristorazione.
Per cosa spendono gli italiani: il costo dell'abitazione è al primo posto
Le spese per cibo e bevande analcoliche restano stabili rispetto al 2023, nonostante l’aumento dei prezzi: circa un terzo delle famiglie ha infatti dichiarato di aver ridotto quantità e/o qualità degli acquisti alimentari. È però aumentata la spesa media per oli e grassi (18€/mese), e per la frutta (45€/mese).
Circa l’80% della spesa totale riguarda beni e servizi non alimentari, per un totale medio di 2.222 euro al mese. La voce più consistente resta l’abitazione: quasi una famiglia su 5 vive in affitto pagando in media 423 euro al mese. Circa 3,8 milioni di famiglie invece pagano un mutuo: questa voce non è conteggiata nella spesa dei consumi (essendo un finanziamento a medio-lungo termine finalizzato ad accrescere il patrimonio immobiliare), ma rappresenta un esborso consistente, pari in media a 581 euro al mese.
Tra le spese non alimentari in aumento spiccano quelle per i servizi di ristorazione e di alloggio (162€/mese). Al contrario, la voce di spesa che le famiglie hanno ridotto maggiormente è quella per abbigliamento e calzature ma anche per Informazione e comunicazione.
Le priorità di spesa cambiano molto lungo la penisola. Nel Mezzogiorno la spesa si concentra di più sui bisogni primari, come le spese alimentari, perché la disponibilità economica è minore. Nel Nord, invece, si registrano le quote più alte di spesa per i servizi di ristorazione e di alloggio, trasporti e per ricreazione, sport e cultura. In particolare, in Lombardia si registrano le spese maggiori per ristorazione e alloggio (7,5%), in Trentino-Alto-Adige quelle per la casa (42%), mentre in Calabria si ha il record per spesa alimentare (28%).