;)
È un ceppo del batterio Vibrio pectenicida il colpevole dell'epidemia che ha portato alla moria di diverse specie di stelle marine dal 2013 a oggi per via della sindrome da deperimento delle stelle marine (Sea Star Wasting Syndrome – SSWS). Questo è quanto emerso dallo studio pubblicato su Nature Ecology & Evolution da ricercatori dell'Università della British Columbia e del Hakai Institute. Dopo circa tre anni di esperimenti, gli scienziati canadesi sembrano aver trovato una risposta alle cause di questa malattia che finora di origine incerta o attribuita erroneamente da alcuni studi a un virus (densovirus SSaDV). Si tratta di una serie di sintomi che iniziano con delle lesioni esterne, seguite dalla decomposizione del tessuto, che può portare alla frammentazione del corpo e alla morte in pochi giorni. Più di 20 specie di stelle marine sono state decimate sulla costa pacifica nordamericana, dal Messico all'Alaska; tra le più colpite ci sono le stelle marine girasole (Pycnopodia helianthoides), la cui popolazione è diminuita del 90%, con importanti ripercussioni sull'ecosistema marino.
Cos'è la Sea Star Wasting Syndrome che uccide le stelle marine
Oltre 20 specie di stelle marine sulla costa pacifica nordamericana sono state colpite negli ultimi dieci anni da una grave epidemia chiamata sindrome da deperimento delle stelle marine (Sea Star Wasting Syndrome – SSWS), che ne ha decimato le popolazioni. I sintomi di questa malattia possono essere confusi con la disidratazione di una stella marina rimasta fuori dall'acqua; all'apparenza "sgonfie" e con lesioni esterne, questi echinodermi vengono colpiti dalla sindrome nel loro habitat naturale, sott'acqua. Dalle lesioni la malattia prosegue fino a far decadere o "disintegrare" il tessuto circostante portando alla morte dell'animale.

La sindrome da deperimento colpisce numerose specie di stelle marine, dalla stella marina ocra (Pisaster ochraceus) alla stella marina rosa gigante (Pisaster brevispinus) ma la più vulnerabile risulta essere la stella marina girasole (Pycnopodia helianthoides). Questa specie, presente nelle acque costiere dal Messico all'Alaska, un tempo contava diversi miliardi di individui ma dal 2013 al 2017 ha visto la sua popolazione ridursi del 90% a causa di questa piaga. Tra le stelle marine più grandi al mondo, è considerata una specie chiave per l'equilibrio dell'ecosistema marino in quanto, nutrendosi dei ricci di mare, ne controlla la popolazione proteggendo le foreste di alghe, fondamentali per l'immagazzinamento del carbonio e per ospitare numerose specie marine.

Lo studio per scoprire il batterio responsabile della morte delle stelle marine
Sebbene inizialmente alcuni studi avevano ipotizzato che alla base della Sea Star Wasting Syndrome fosse un virus (densovirus SSaDV), ricerche successive hanno reso questa ipotesi improbabile, fino alla scoperta dei ricercatori dell'Università della British Columbia e del Hakai Institute che hanno individuato il ceppo FHCF-3 di Vibrio pectenicida come la causa diretta della SSWS.
Per identificare l'origine della malattia, i ricercatori hanno confrontato stelle marine sane e malate, notando un'enorme quantità di batteri del genere Vibrio solo nei campioni delle stelle malate. Dopo aver isolato la specie specifica, V. pectenicida, il team ha esposto stelle marine sane a questo batterio verificando che tutte le stelle esposte, tranne una che ha ricevuto la dose più bassa, sono morte.
Questo procedimento ricalca i famosi postulati di Koch, i criteri scientifici utilizzati per confermare che un determinato microrganismo è la causa di una specifica malattia. In breve, devono essere soddisfatte queste condizioni:
- Il microrganismo sospettato di essere la causa della malattia deve essere presente in tutti gli individui malati e assente in quelli sani.
- Deve essere possibile isolare il microrganismo dall'ospite malato e farlo crescere in una coltura pura in laboratorio.
- Una volta inoculato in un ospite sano e suscettibile, il microrganismo in coltura pura deve causare la stessa malattia.
- Deve essere possibile isolare nuovamente lo stesso microrganismo dall'ospite infettato.
Ulteriori studi saranno di fondamentale importanza per comprendere l'origine del batterio e i motivi della sua diffusione. Le prime ipotesi, supportate dal fatto che in Columbia Britannica le epidemie più gravi si verificano a fine estate, collegano la diffusione all'aumento delle temperature dei mari e ai cambiamenti climatici.