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27 Dicembre 2025
15:00

Ritrovata l’arte di Michaelina Wautier, la pittrice fiamminga le cui opere furono attribuite agli uomini

Per secoli dimenticata, Michaelina Wautier, pittrice fiamminga del Seicento, è oggi riconosciuta come una delle artiste più talentuose del suo tempo. Le sue opere, un tempo attribuite a uomini come Van Dyck, rivelano una maestria e una libertà creativa straordinarie, degne di rivaleggiare con Rubens.

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Ritrovata l’arte di Michaelina Wautier, la pittrice fiamminga le cui opere furono attribuite agli uomini
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Michaelina Wautier, autoritratto con cavalletto; via Wikimedia Commons

Probabilmente non avete mai sentito parlare di Michaelina Wautier: per anni, infatti, i dipinti di questa pittrice fiamminga, attiva nell’Europa centrale a metà del Seicento, sono stati attribuiti ad artisti uomini suoi contemporanei. Solo di recente la sua opera è stata riscoperta – come era già accaduto per altre artiste, tra cui Artemisia Gentileschi – e ne è stata finalmente riconosciuta l’importanza nella storia dell’arte mondiale. Si tratta dell'unica artista barocca donna ad aver avuto una produzione così ragguardevole per varietà, dimensioni e numero di opere.

Della sua vita si sa poco, nata nel 1614 a Mons, nell’attuale Belgio, aveva un fratello maggiore che lavorava come artista professionista. Ciò che possiamo dedurre dalle sue opere era che aveva accesso a pigmenti rari (come l'oltremare, derivato dai lapislazzuli) e che preparava la tela con strati di pittura per studiarne l'influenza sui colori. Non solo: visto che diversi dei suoi dipinti facevano parte della collezione dell’arciduca d’Austria Leopoldo Guglielmo, allora governatore dei Paesi Bassi spagnoli, si suppone che avesse un legame con l’aristocrazia.

Wautier realizzò ritratti, scene storiche e mitologiche di grandi dimensioni e nature morte. La sua abilità tecnica e la libertà con cui sperimentava erano talmente sorprendenti che, per molto tempo, gli studiosi non riuscirono a credere che quei dipinti fossero davvero opera sua. Le tele di Michaelina Wautier vennero così attribuite ad artisti uomini, come Antoon van Dyck o persino al fratello Charles, perché sembrava impossibile che una donna nei Paesi Bassi spagnoli del Seicento potesse cimentarsi con tanti generi diversi, e farlo con tale maestria.

A far emergere la verità, trent'anni fa, è stata una scoperta della storica dell'arte Katlijne Van der Stighelen, che si imbatté in un dipinto di questa artista nell'archivio del Kunsthistorisches Museum di Vienna, il grandioso "Trionfo di Bacco": un enorme dipinto a olio di 2,7 metri per 3,5 metri raffigurante una sfilata di persone ubriache, che si contorcevano, nude. "Non potevo credere ai miei occhi", ha detto al Guardian Van der Stighelen "Conosco bene la pittura fiamminga del XVII secolo, ma quando vidi questo dipinto non riuscii a confrontarlo con nulla di ciò che conoscevo". L'archivista la informò che si credeva che fosse opera di una donna. Così è cominciato un viaggio lunghissimo, terminato adesso con la più grande mostra di opere di Wautier mai fatta.

Come fa notare la stessa Van der Stighelen al Guardian, una produzione così estesa e varia è un unicum assoluto per le artiste di epoca barocca: "All'epoca c'erano eccellenti artiste che dipingevano fiori o nature morte, ma in generale i loro lavori erano molto più piccoli di quelli degli uomini, in gran parte perché non avevano una propria bottega. Wautier è una completa eccezione alla regola". Anche la sensibilità che esibisce in queste opere è molto moderna.

Oggi Michaelina Wautier è finalmente riconosciuta come una delle figure più straordinarie del suo tempo, capace di competere con maestri del calibro di Peter Paul Rubens e di riscrivere, con il suo talento, una parte dimenticata della storia dell’arte.

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