0 risultati
video suggerito
video suggerito
4 Agosto 2025
7:00

Restaurati i dipinti di Artemisia Gentileschi ritrovati sotto le macerie a Beirut dopo l’esplosione

Nell'esplosione del porto di Beirut del 2020 furono danneggiate due capolavori attribuiti ad Artemisia Gentileschi, tra cui una Maddalena oggi restaurata e in mostra a Napoli. L’altra, Ercole e Onfale, è esposta al Getty Museum: rivelata al mondo proprio grazie al disastro.

Ti piace questo contenuto?
Restaurati i dipinti di Artemisia Gentileschi ritrovati sotto le macerie a Beirut dopo l’esplosione
beirut artemisia

Era l'agosto 2020 quando una devastante esplosione scoppiò nel porto di Beirut, la capitale del Libano: morirono più di 200 persone, e tutta l'area intorno al grande porto subì dei danni ingentissimi. Tra questi, vi fu anche il famoso Palazzo Sursock, villa della famiglia libanese nota per aver dato il nome al più grande museo d'arte della città: oltre al ferimento mortale di Yvonne Sursock Cochrane, furono gravemente danneggiate le opere della collezione privata di famiglia, tra cui due dipinti molto particolari attribuiti alla grande pittrice seicentesca Artemisia Gentileschi, una delle poche artiste della storia a ottenere il giusto riconoscimento per la propria opera (e ulteriormente rivalutata negli ultimi anni). Le due tele, di cui non si sapeva nulla o quasi, sono una dedicata a Ercole e Onfale e una alla Maddalena.

La prima, Ercole e Onfale è l'opera più particolare e apprezzata: grande due metri e mezzo per due, raffigura il celebre eroe delle sette fatiche sottomesso alla regina di Lidia (di cui era amante). Secondo il mito, Ercole era stato costretto a diventare suo schiavo per aver commesso un omicidio, motivo per cui lo vediamo mentre fila la lana, un compito solitamente muliebre, mentre Onfale porta addosso l'eroica pelle di leone. La tela ha riportato ingenti danni, per cui si è resa necessaria una laboriosa restaurazione.

Nonostante la sua attribuzione a Gentileschi risalisse al 1996, su suggerimento dello storico dell’arte libanese Gregory Buchakjian, la scoperta è rimasta sostanzialmente inedita fino all’esplosione di cinque anni fa. Dopo il disastro, lo stesso studioso aveva ribadito la propria tesi, presentando anche una serie di prove a favore, che è stata supportata dalla storica dell’arte ed esperta di Gentileschi, Sheila Barker, e da Davide Gasparotto, curatore del californiano J. Paul Getty Museum, che ritiene questa opera fosse coeva alla Maddalena e fosse stata comprata un centinaio d'anni fa da un mercante d’arte napoletano (senza essere mai stata esposta prima).

Maddalena, Artemisia Gentileschi
Maddalena "Sursock", Artemisia Gentileschi. Credit: via Wikimedia Commons, IlSistemone

L'opera che ha come soggetto la Maria Maddalena, invece, la vede nel momento della conversione, mentre si libera da una collana e guarda verso l’alto. Nonostante il tema comune, per lo storico dell’arte Costantino D’Orazio si tratta di un lavoro importante nella carriera di Gentileschi, perché fu uno dei primi che realizzò a Napoli, negli anni '30 del Seicento. L’attribuzione all'artista della Maddalena "Sursock" è stata confermata anche dallo storico dell’arte ed esperto Riccardo Lattuada, che ha ricostruito il suo passaggio nei secoli da una collezione privata all'altra fino a essere acquisita a fine Ottocento dalla famiglia libanese.

Sottoposte ad anni di ricostruzione e restauro (anche in ottica di recupero dei colori originali) entrambe le opere sono adesso tornate in vita: dal 10 giugno Ercole e Onfale è esposto al pubblico, per la prima volta dopo almeno un secolo, al riaperto J. Paul Getty Museum, per poi essere collocato al museo d’arte di Columbus, in Ohio, mentre la Maddalena è stata esposta prima a Milano, e in questi giorni nel complesso monumentale di Santa Chiara a Napoli.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views