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Tutti gli autovelox installati in Italia saranno censiti e gli automobilisti potranno sapere la loro posizione esatta: è quanto prevede l'emendamento al Decreto Infrastrutture proposto dalla Lega e approvato ieri, 10 luglio, dalla Camera dei Deputati. A occuparsi di questo “censimento” saranno direttamente i 7.896 Comuni italiani, che dovranno raccogliere e trasmettere tutti i dati al Ministero dei Trasporti, il quale provvederà a pubblicarli sul proprio sito dove potranno essere consultati dalla popolazione.
L'obiettivo di questo emendamento è quello di garantire una maggiore trasparenza: al momento, infatti, non sappiamo con precisione quanti siano gli autovelox presenti sul territorio italiano, né dove si trovino. Ma il Governo è intervenuto anche per regolare al meglio l'utilizzo di questi strumenti, dato che le amministrazioni comunali sono state spesso accusate di installare i rilevatori di velocità non tanto per migliorare la sicurezza stradale, ma piuttosto per incassare il denaro delle multe.
Qualsiasi dispositivo non censito entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge sarà considerato inutilizzabile. In altre parole, se l'autovelox non è stato registrato dal Comune, le sanzioni per eccesso di velocità non saranno considerate valide.
Cosa cambia con il nuovo Dl Infrastrutture
Insomma, con il nuovo Decreto tutti gli autovelox presenti su tutto il territorio nazionale saranno mappati e gli automobilisti potranno conoscere con esattezza sia la loro posizione che il numero complessivo. I Comuni avranno 60 giorni di tempo per censire questi dispositivi, altrimenti saranno considerati inutilizzabili: per ogni apparecchio andrà indicato tipo, marca e modello.
Oltre alla mappatura, il Governo ha introdotto regole più stringenti, tra cui:
- L'obbligo di segnalare in maniera chiara la presenza di un autovelox, con i cartelli che dovranno essere a una distanza minima di 200 metri sulle strade extraurbane e 75 metri su quelle urbane.
- Il preavviso dovrà essere ben leggibile e non coperto da vegetazione, altra segnaletica o ostacoli.
- Non saranno più validi i cartelli generici come “controllo elettronico della velocità”, sopratutto se non indicano la distanza precisa dall’autovelox.
Finora, Comuni e Province hanno gestito l'installazione degli autovelox quasi in completa autonomia, sottoponendo semplicemente un'autorizzazione preventiva al Ministero dei Trasporti, per poi installare gli strumenti senza troppe limitazioni. Proprio per questo, il numero ufficiale degli autovelox non è chiaro: secondo alcune stime, la cifra si potrebbe aggirare tra i 15.000 e i 20.000, ma è comunque difficile stimare il totale a livello nazionale.
Tra l'altro, negli ultimi anni sono state introdotte anche nuovi modelli, sempre più moderni e precisi: oltre ai classici autovelox fissi, sono aumentate le versioni mobili (usati ad esempio dalla Polizia Locale per controlli temporanei), così come i tutor che misurano la velocità media tra due punti e il cosiddetto scout speed, installato a bordo delle auto della Polizia e in grado di calcolare la velocità delle auto in entrambi i sensi di marcia.
A questo punto, però, molti si staranno chiedendo com'è possibile che Google Maps rilevi alcuni autovelox. In realtà, questo tipo di segnalazioni sono consentite, purché si limitino a fornire informazioni solo informazioni preventive, come la segnalazione di generiche “zone a rischio”, così da non compromettere l'efficacia delle attività di controllo.
La questione dell'omologazione
Il Decreto, però, non ha chiarito un il problema legato all'omologazione degli autovelox: nel 2024, infatti, una sentenza della Corte di Cassazione aveva stabilito che le multe fatte dagli autovelox potevano essere considerate valide solo se gli impianti erano stati precedentemente “omologati” e non solo “autorizzati” dal Ministero.
In particolare, il Codice della Strada distingue tra:
- Approvazione, ossia un procedimento più snello con cui il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti autorizza l’utilizzo di un apparecchio dopo averne verificato le caratteristiche di base;
- Omologazione, ovvero un procedimento tecnico più complesso e rigoroso e che dovrebbe seguire degli standard precisi per verificare la perfetta funzionalità e la rispondenza dell'apparecchio ai criteri stabiliti dalla legge.
Secondo quanto riportato dal Ministero dei Trasporti, tra gli obiettivi di questo censimento c'è anche quello di distinguere tra gli autovelox approvati e quelli omologati, potendo così intervenire per rendere conformi tutti i dispositivi installati a livello nazionale.