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17 Settembre 2025
14:59

Come si calcola il costo dei pedaggi autostradali e cosa potrebbe cambiare da gennaio 2026

Da gennaio 2026 il costo dei pedaggi autostradali dovrebbe diminuire, grazie a un metodo di calcolo unitario che terrà conto degli investimenti effettivi. Oggi, i pedaggi italiani vengono calcolati moltiplicando una tariffa unitaria (che considera tipologia di veicolo, caratteristiche della strada e società concessionarie) per il numero di km percorsi, a cui si aggiunge l'IVA al 22%.

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Come si calcola il costo dei pedaggi autostradali e cosa potrebbe cambiare da gennaio 2026
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A partire da gennaio 2026 il costo dei pedaggi autostradali in Italia dovrebbe diminuire: a confermarlo è stato il presidente dell'Autorità di regolazione dei trasporti, Nicola Zaccheo, che ha comunicato la prossima entrata in vigore di un nuovo metodo di calcolo unitario, il quale dipenderà dagli investimenti effettivamente realizzati.

Ma, nella pratica, come si calcola il costo del pedaggio autostradale in Italia? Oggi la cifra, calcolata dall'Autorità di regolazione dei trasporti, si ottiene moltiplicando una tariffa unitaria (che dipende da classe del veicolo, tipologia di tratto e società concessionaria) per i chilometri percorsi dal veicolo sul tratto autostradale. A questo, poi, si aggiunge anche l'IVA al 22% e un arrotondamento per eccesso e difetto.

Il nuovo sistema dovrà essere approvato nelle prossime settimane: secondo Zaccheo, comunque, i veri effetti di questa riduzione si inizieranno a vedere tra il 2027 e il 2028: queste nuove misure puntano a bilanciare «la sostenibilità degli investimenti e la sostenibilità dei costi dell'utenza», introducendo anche un diritto di rimborso in caso di cantieri stradali.

Cos'è la tariffa unitaria e quanto costa l'autostrada in Italia

Il pedaggio autostradale non è altro che l'importo che i conducenti sono tenuti a pagare per l'utilizzo dell'autostrada: i proventi di questi pedaggi sono poi destinati al recupero degli investimenti (già effettuati o da effettuare), ma anche alle spese di ammodernamento, di gestione e di manutenzione della rete autostradale.

Come riportato da Autostrade per l'Italia, il costo del pedaggio viene stabilito dall'Autorità di regolazione dei trasporti in base alle normative statali e alle delibere del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica): per calcolare l'ammontare finale del pedaggio si deve moltiplicare la cosiddetta “tariffa unitaria” per i chilometri effettivamente percorsi sulle autostrade.

Questa tariffa unitaria, quindi, è un coefficiente variabile applicato al pedaggio autostradale e che dipende da:

  • Classe del veicolo (A, B, 3, 4, 5), che dipende dalla sagoma (cioè l'altezza del veicolo sulla perpendicolare dell'asse anteriore) e dal numero degli assi per i veicoli con più di due assi. Per intenderci, un'automobile classica è di classe A, mentre un camion con rimorchio può essere di classe 4 o 5. In generale, più è alta la classe del veicolo e maggiore sarà il costo della tariffa unitaria.
  • Caratteristiche dei percorsi autostradali, sulla quale influiscono i costi di costruzione, gestione e manutenzione delle tratte. È per questo che i tratti autostradali di montagna costano di più, avendo un numero maggiore di gallerie e viadotti rispetto a quelli pianeggianti.
  • Società concessionaria della tratta: nel caso in cui i percorsi autostradali siano gestiti da più società, è necessario calcolare separatamente i chilometri e le tariffe unitarie di ciascuna di queste.

Nello specifico, nei tratti di pianura la tariffa unitaria varia dai 7 (classe A) ai 18 centesimi (classe 5), mentre nei tratti di montagna parte da 8 fino a 21 centesimi di euro.

Per avere un'idea prendiamo in considerazione la tratta autostradale Milano-Bologna e quella Milano-Aosta, entrambe di circa 200 km: nel primo caso, il costo del pedaggio per un veicolo di classe A è di circa 16 euro, nel secondo si arriva invece a 35 euro circa (più di 40 euro se si percorre il tunnel del Monte Bianco).

A questo calcolo, poi, vanno aggiunti l'IVA al 22% e l'arrotondamento, per eccesso o per difetto, ai 10 centesimi di euro. Un importo aggiuntivo viene anche destinato ad ANAS (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade), come previsto dalle Leggi 102/2009 e 122/2010. È importante sottolineare che nel conteggio finale dei chilometri vengono inclusi anche gli svincoli, le bretelle di adduzione e i tratti autostradali a percorrenza libera, sia prima che dopo il casello.

Secondo uno studio condotto dalla società Tollwayr, l'Italia è, insieme alla Francia, tra gli Stati europei con i pedaggi autostradali più cari: c'è da dire, però, che il costo elevato dipende anche dalla morfologia del territorio. In Paesi come il nostro, prevalentemente montuoso o collinare, sono infatti necessari maggiori investimenti per la costruzione delle autostrade (che deve includere numerose gallerie o viadotti), con ricadute inevitabili sul costo a carico dei conducenti.

Che cosa potrebbe cambiare dal prossimo gennaio

Secondo quanto riportato dal presidente della Autorità di regolazione dei trasporti, Nicola Zaccheo, a partire dal gennaio 2026 il costo dei pedaggi autostradali sarà legato «agli effettivi investimenti realizzati». Questo nuovo sistema di calcolo unitario, che si applicherà sia alle nuove concessioni che a quelle vigenti, dovrà essere approvato definitivamente nelle prossime settimane, per poi entrare in vigore a partire dal prossimo anno. In altre parole, sarà abolita la tariffa unitaria, con l'ammontare del pedaggio che dipenderà principalmente dagli investimenti effettivamente realizzati per la costruzione e la gestione di quella autostrada.

Secondo Zaccheo, il cambiamento avrà «un beneficio per l'utenza», con un costo più basso dei pedaggi, anche se «i veri effetti inizieranno a vedersi tra il 2027 e il 2028». Al tempo stesso, è stato introdotto il diritto di rimborso per i conducenti (calcolato come una riduzione del pedaggio stesso) in caso di limitazioni all'utilizzo della rete a causa di lavori stradali.

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