
Clive Wearing è uno dei casi neurologici più noti al mondo: pianista e direttore d'orchestra britannico, nel 1985 (all’età di 46 anni) venne colpito da un'encefalite erpetica, provocata dal comune virus herpes simplex, che gli aggredì l'ippocampo (la "stazione centrale" di smistamento della memoria) rendendolo incapace di creare nuovi ricordi per più di qualche secondo. Inoltre, Wearing è incapace di ricordare qualsiasi altra cosa del suo passato: si tratta di un rarissimo caso di combinazione tra amnesia anterograda (incapacità di formare nuovi ricordi) e amnesia retrograda (perdita di memoria del passato). Di fatto, la memoria di Wearing è brevissima: da 7 a 30 secondi!
L’uomo vive in un costante presente, con la sensazione di un perenne risveglio da un coma, ma a rendere ancora più stupefacente il suo caso c'è il fatto che Wearing riesce il musicista riesce a suonare il pianoforte come se niente fosse successo, e a dirigere l’orchestra con la stessa maestria di prima dell'incidente. La sua memoria motoria e musicale è rimasta intatta, perché l'encefalite ha lasciato intatta la struttura della memoria implicita di Wearing.
Perché Clive Wearing non ha perso la memoria musicale: la differenza tra memoria esplicita e implicita
Suonare il piano e dirigere un’orchestra con grande precisione; questo Clive Wearing è sempre riuscito a farlo molto bene, e ha continuato anche dopo l’encefalite devastante. Questo strano fenomeno di mantenimento di una memoria procedurale implicita relativa alle combinazioni motorie necessarie per eseguire brani al pianoforte o per dirigere efficacemente un’orchestra può essere spiegato proprio facendo affidamento alla distinzione tra memoria esplicita e memoria implicita.
- La memoria esplicita è quel tipo di memoria che possiamo richiamare alla mente, che ha a che fare che il ricordo degli episodi della nostra vita, di ciò che ci è accaduto, così come alle informazioni che riceviamo, le storie lette nei libri o i numeri di telefono più importanti.
- La memoria implicita, spesso chiamata anche memoria procedurale, è invece quella memoria incarnata e “sotterranea”, che si forma con la pratica continua, e riguarda l’uso degli oggetti, l’andare in bicicletta, guidare l’auto o, appunto, suonare il pianoforte. La memoria implicita è quindi un grande insieme di tutto ciò che non possiamo richiamare alla mente consapevole, ma che possiamo ugualmente eseguire.
Suonare il pianoforte è un’attività simile all’andare in bicicletta: si tratta di attuare movimenti raffinati e per lo più inconsci, affinati da anni di esperienza e pratica che si cablano nel cervello tra i gangli della base, corteccia motoria e premotoria. La straordinaria permanenza della memoria implicita di Wearing è dovuta proprio al diverso cablaggio nel cervello che hanno la memoria implicita e la memoria esplicita.

Le vie neurali della memoria esplicita e implicita
Le vie cerebrali che le due memorie attraversano sono quindi differenti. La memoria esplicita, quella del ricordo degli eventi e dei concetti generali, coinvolge principalmente l’ippocampo, che è centrale nel consolidamento dei ricordi dal breve termine al lungo termine, la corteccia prefrontale, che mantiene il contesto temporale dei ricordi e contribuisce alla loro rievocazione, e la corteccia temporale mediale, cruciale per l’integrazione delle varie informazioni che costituiscono un ricordo.
La memoria che riguarda invece le abilità motorie e i comportamenti appresi che possono essere eseguiti inconsciamente e senza sforzo fa affidamento a strutture profonde come i gangli della base, porzioni di cervello che stanno sotto la corteccia e che hanno un ruolo centrale nella formazione delle abitudini, nella progressiva automatizzazione delle varie sequenze motorie di un movimento complesso e nella trasformazione di movimenti inizialmente controllati in azioni automatiche e fluide. Insieme ai gangli collaborano corteccia premotoria e motoria, nell’organizzazione e nell’esecuzione del movimento, con il cervelletto che monitora la regolazione delle abilità motorie complesse rendendole fluide e dinamiche.
L’encefalite di Clive Wearing ha attaccato aggressivamente entrambi gli ippocampi e le amigdale, con danni di media intensità anche per la corteccia prefrontale e la corteccia temporale. Le strutture della memoria implicita, miracolosamente, sono rimaste pressoché illese. Nel tempo, Clive è riuscito a recuperare solo una piccolissima parte delle sue capacità di memoria esplicita e, convinto di lavorare nell’ospedale nel quale è in cura, ha raggiunto un relativo stato di tranquillità che, fino agli anni '90, gli era impossibile sperimentare a causa di importanti turbe emotive dovute all'encefalite e alla comparsa, dopo qualche anno dalla malattia, di allucinazioni uditive.