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19 Ottobre 2024
13:30

Perché cerchiamo sempre l’approvazione degli altri? L’evoluzione del bisogno di appartenenza

L'inclusione sociale è indispensabile per la costruzione dell'identità. Dal punto di vista neurologico attiva il rilascio di dopamina, che genera benessere e riduce lo stress. Al contrario, il rifiuto attiva aree cerebrali associate al dolore fisico.

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Perché cerchiamo sempre l’approvazione degli altri? L’evoluzione del bisogno di appartenenza
bisogno di accettazione appartenenza

Il desiderio di piacere ed essere accettati dagli altri è profondamente radicato nella natura umana e, da un punto di vista sociologico e antropologico, indispensabile per costruire la nostra identità. Ci sono molte possibili spiegazioni sulle motivazioni di questa dinamica psicologica: vivere con gli altri ha rappresentato uno dei più grandi vantaggi evolutivi per Homo sapiens, e per l'evoluzione della sua cognizione. Stare con gli altri aumenta le possibilità di sopravvivenza e riproduzione, ed è talmente importante per la nostra specie che noi tutti abbiamo circuiti cerebrali dedicati alla promozione del comportamento prosociale.

Il bisogno di appartenenza: una questione di sopravvivenza

Per capire il nostro bisogno profondo di essere accettati, dobbiamo tornare indietro di migliaia di anni, all’epoca in cui i nostri antenati vivevano in piccoli gruppi tribali. Nel passaggio dall’essere cacciatori-raccoglitori al diventare via via più sedentari con lo sviluppo dell’attività agricola, che risale a circa diecimila anni fa, i gruppi diventarono sempre più stabili e numerosi. Ancora prima dell'avvento dell'agricoltura, il rischio di diventare vittima dei predatori e la possibilità di cooperare per obiettivi più ambiziosi, come cacciare un grosso animale al posto di piccole prede, costituiscono, per i ricercatori, motivi forti che hanno incentivato il nostro bisogno di stare insieme, che è diventato nel tempo talmente importante da incarnarsi nei circuiti cerebrali profondi e alle nostre emozioni, che ci avvertono che la solitudine non è per niente una buona cosa per la sopravvivenza. Senza la protezione dai predatori e la condivisione delle risorse, i membri più solitari hanno sempre affrontato pericoli maggiori, e conseguentemente possibilità di sopravvivenza e riproduzione più scarse. Il nostro cervello si è evoluto per spingerci a cercare l’inclusione ed evitare l’esclusione, proprio perché essere rifiutati rappresentava una minaccia concreta. Conserviamo questo istinto ancora oggi, forse più forte che mai, anche se i rischi “selvaggi” legati all’esclusione sociale sono meno evidenti. L’isolamento sociale provoca in noi e nel nostro organismo seri disturbi psicologici e fisiologici, aumentando la mortalità tutt'oggi.

Le basi neurobiologiche del bisogno di approvazione e appartenenza

Abbiamo detto che il cervello è cablato per cercare la connessione con gli altri e l’approvazione sociale. Quando veniamo accettati e lodati, il cervello riceve forti scariche di dopamina nei circuiti di ricompensa. Questo neurotrasmettitore ci regala una immediata sensazione di benessere, ci fa sentire gratificati e innesca un rinforzo dei comportamenti che hanno causato questa scarica di dopamina, ovvero ci spinge sempre più a farci accettare dagli altri.

I risultati degli esperimenti in neuroscienze ci raccontano un’altra cosa stupefacente: il rifiuto sociale attiva aree cerebrali che si occupano del dolore fisico. Studi di neuroimaging hanno evidenziato che l’insula anteriore, una delle regioni associate alla percezione del dolore fisico, si attiva anche quando sperimentiamo una situazione di esclusione sociale. Questo potrebbe spiegare perché, anche se il rifiuto è solo emotivo, lo percepiamo come una ferita intensa, capace di influire profondamente sul nostro benessere emotivo.

Immagine
In questa sezione del cervello, si può notare l’insula, colorata in verde e indicata dalla freccia rossa. Credit: Gray, via Wikimedia Commons

Appartenenza e benessere psicologico

Sentirsi parte di un gruppo o di una comunità è una dimensione cruciale per sentirci soddisfatti nella vita, e riduce effettivamente i livelli di cortisolo nel nostro organismo; dunque, riduce lo stress e promuove la salute mentale. Secondo la teoria dell'autodeterminazione di Deci e Ryan, l’appartenenza è uno dei tre bisogni psicologici fondamentali dell’essere umano, insieme alla competenza e all’autonomia. Quando questi bisogni sono soddisfatti, le persone tendono ad essere più felici e motivate a perseguire i propri obiettivi personali.

Non commettiamo l’errore di pensare che i meccanismi evolutivi appartengano solamente ad un remoto passato: il mondo di oggi non solo non si è affrancato dalle dinamiche sociali, ma si sta sviluppando proprio su queste importanti qualità dell’essere umano, amplificandone le dinamiche. I social media, per esempio, sono un’espressione di questo meccanismo. Le piattaforme utilizzano il nostro bisogno di inclusione e i circuiti di ricompensa nel nostro cervello, offrendoci feedback istantanei sottoforma di “mi piace”. Ogni conferma sociale, anche online, causa un rilascio di dopamina, e rafforza il nostro desiderio di approvazione.

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