
Fra le sette meraviglie del mondo antico (termine usato dagli scrittori dell'antichità per indicare i sette monumenti più importanti mai costruiti, fra cui la Biblioteca di Alessandria) il Colosso di Rodi fu l'ultimo a essere costruito ma anche il primo a crollare. Era una mastodontica statua in bronzo con le fattezze di Elio, il dio del sole della mitologia greca e patrono dei rodiesi. Era alto circa 32 metri, che rendevano il colosso la statua più alta mai costruita durante l'antichità. Venne eretta dagli abitanti di Rodi a partire dal 292 a.C. per celebrare la loro vittoria contro il re macedone Demetrio I, che aveva assediato l'isola nel 305 a.C. ma che non riuscì ad impadronirsene.
Storia e leggenda del Colosso dedicato al Sole
I lavori del Colosso di Rodi cominciarono nel 292 a.C., e vennero finanziati con i proventi ricavati dalla vendita degli equipaggiamenti militari macedoni abbandonati sulle spiagge di Rodi dall'esercito di Demetrio I. Il progetto venne affidato a Carete di Lindo, allievo di Lisippo, uno dei più importanti scultori della storia dell'arte greca. I lavori per la realizzazione della statua durarono dodici anni, e il colosso venne ufficialmente inaugurato nel 280 a.C.

La statua di Elio rimase in piedi per 54 anni, fino al 226 a.C., quando crollò a causa di un violento terremoto che devastò l'intera isola di Rodi. Pare che la gigantesca statua si fosse spezzata all'altezza delle ginocchia, cadendo poi rovinosamente al suolo. Pensando di aver offeso in qualche modo il dio, i rodiesi scelsero di non ricostruire la statua. Per questa ragione il colosso rimase sostanzialmente integro, anche se abbattuto, per secoli, suscitando la meraviglia di coloro che visitavano Rodi. tra cui il geografo greco Strabone e lo scrittore romano Plinio il Vecchio.
Negli ultimi secoli dell'antichità la sorte del colosso abbattuto non è nota. Molto probabilmente, con l'avvento del cristianesimo e il bisogno di metallo nei primi secoli del Medioevo è probabile che il bronzo e il ferro con cui era realizzata la statua vennero sistematicamente spogliati. Una unica fonte tarda vuole che il bronzo sia stato razziato dagli Arabi nel VII sec. d.C. ma ciò è altamente improbabile e sarebbe frutto della propaganda antislamica dell'VIII-IX secolo. Quando gli Arabi giunsero a Rodi nel 653 molto probabilmente il colosso del dio del sole non esisteva più già da tempo, rifuso per realizzare monete o attrezzi.
Struttura e ricostruzione della statua
La statua, alta 70 cubiti (circa 32 metri), si innalzava su un piedistallo in pietra. In pietra erano realizzati anche i piedi, rivestiti in bronzo, che dovevano reggere l'intero peso della struttura. Le piastre di bronzo erano rette da una struttura interna in ferro e pietra. Anche se non è chiara la sua precisa collocazione, secondo alcuni autori il colosso si trovava nei pressi dell'entrata del porto di Rodi, a segnalare il predominio navale raggiunto dall'isola tra il III e il II sec. a.C. Secondo alcuni autori il dio era raffigurato addirittura con le gambe allargate, per permettere alle navi che entravano nel porto di passarvi al di sotto. In realtà le ricerche più recenti hanno dimostrato come questa collocazione fosse piuttosto improbabile.

Non essendo rimaste tracce delle parti in bronzo della statua, a oggi non è possibile stabilire con certezza come il colosso sia stato realizzato. Filone di Bisanzio, che visse nel periodo in cui la statua era ancora in piedi, scrisse che Carete di Lindo fece fondere le piastre sul luogo, costruendo la statua in verticale e versando il metallo liquido progressivamente all'interno di un gigantesco stampo contenuto all'interno di un enorme tumulo di terra della stessa altezza della statua. Oggi gli storici ritengono non plausibile l'uso di questa tecnica con le conoscenze dell'epoca. Molto più probabilmente, i vari segmenti della statua sono stati fusi e realizzati a parte con le stesse tecniche con cui venivano ricavate le statue più piccole dell'epoca. I singoli pezzi poi sarebbero poi stati montati verticalmente con l'ausilio di rampe e gru.
Dopo il crollo i rodiesi scelsero di non ricostruire la statua sulla base di quanto riportato da un oracolo. Più recentemente invece ci sono state diverse proposte di ricostruzione. La prima, da parte di un architetto tedesco, prevedeva un colosso di ben 150 metri di altezza, e venne divulgata nel 2008. La seconda invece, vide una campagna di crowdfunding nel 2015, e prevedeva la realizzazione di un vero e proprio centro culturale polifunzionale all'interno della statua. Nessuno dei due progetti ha trovato investitori.
Dove si trova il Colosso di Rodi?

Non essendo rimasta alcuna traccia della sua struttura in metallo, rifusa negli ultimi secoli dell'antichità, è molto difficile ad oggi stabilire dove si trovasse il colosso con precisione. La tradizione lo voleva all'entrata del porto dell'isola, ma questa collocazione risulta improbabile per via dell'assenza di qualunque formazione geologica che potesse reggere una statua di tale peso. Recentemente è stato proposto che la collocazione più probabile per il colosso fosse l'acropoli di Rodi, la parte più alta della città, dove erano situati i templi e gli edifici più sacri.