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Nella nostra vita dobbiamo affrontare decine e decine di scelte: dalle più semplici, come decidere se provare a cercare parcheggio in centro il sabato sera o accontentarsi di un posto lontano e camminare un po’, fino alle scelte che condizionano la nostra felicità sul lungo periodo, come scegliere un lavoro o un partner. Come facciamo a capire quand’è il momento giusto per smettere di cercare e prendere finalmente una decisione? La strategia migliore possibile per fare la scelta giusta è la “Regola del 37%”. Questa regola suggerisce di rifiutare qualsiasi opzione durante il primo 37% delle possibilità disponibili e poi selezionare la prima opzione successiva che risulti migliore di tutte quelle viste in precedenza. Questa strategia ci garantisce che, se ci sono moltissime opzioni tra cui scegliere, riusciremo a trovare la migliore con il 37% di probabilità. Questo vuol dire che con il 63% di probabilità non troveremo mai il parcheggio perfetto, il lavoro dei nostri sogni, l’amore della nostra vita. Eppure, è la strategia migliore che abbiamo.
Vediamo più nel dettaglio come e perché funziona la "Regola del 37%".
Il problema dell'interruzione ottimale: come scegliere se non conosco le opzioni?
Immaginiamo di essere alla ricerca di un posto di lavoro. Dopo ogni colloquio che facciamo, dobbiamo decidere immediatamente se accettare il lavoro o rifiutare per aspettare un'opzione potenzialmente migliore. Il problema è che, una volta rifiutato un posto di lavoro, non possiamo tornare indietro, perché qualcun altro verrà assunto da lì a poco al posto nostro. Chiaramente, noi vorremmo poter scegliere il lavoro migliore, ma come possiamo fare se non possiamo vedere tutte le opzioni? Come ulteriore difficoltà, non abbiamo un criterio numerico e oggettivo con cui dare un punteggio a ciascun lavoro (ad esempio: non usiamo la RAL – Retribuzione Annua Lorda- come unica misura per capire se un lavoro ci interessa), ma possiamo ordinare i vari lavori in base alla nostra preferenza (quindi possiamo valutare quanto un lavoro è interessante per noi).
E quindi, come fare per stabilire se accettare o meno, se ancora non sappiamo quali altri lavori si presenteranno davanti a noi e come valutarli?

Trovare un equilibrio tra informazione e possibilità di scegliere
Per capire quale sia la strategia migliore, iniziamo con il caso più semplice: se abbiamo un unico colloquio di lavoro e siamo disoccupati, dobbiamo accontentarci e scegliere per forza quel lavoro. Se abbiamo due colloqui, invece, abbiamo il 50% di possibilità di scegliere il lavoro migliore tra i due. Con tre colloqui, la situazione diventa più interessante: se scegliessimo un lavoro a caso avremmo una possibilità su tre (33%) di scegliere il lavoro migliore per noi, ma se usiamo un po’ di strategia le nostre probabilità migliorano. In questo caso, tutto dipende dal secondo colloquio. Quando andiamo al primo colloquio, non possiamo stabilire se questo sia il lavoro migliore perché non possiamo confrontarlo con i due successivi: o lo scegliamo subito oppure andiamo avanti. Quando andiamo all’ultimo colloquio, abbiamo tutte le informazioni che ci servono, ma non abbiamo alcuna possibilità di scelta, dobbiamo per forza accettare quel lavoro perché non possiamo tornare indietro. Ma quando ci presentiamo al secondo colloquio abbiamo sia la possibilità di scegliere sia il confronto con il colloquio precedente.

Insomma, nel primo colloquio non abbiamo alcun metro di paragone ma abbiamo la possibilità di scegliere o meno il lavoro perché sappiamo che se rifiutiamo abbiamo altri due colloqui davanti a noi. Al contrario nel terzo colloquio possiamo confrontare la proposta con le due precedenti e abbiamo uno quadro completo della situazione, ma non abbiamo più possibilità di scelta perché se rifiutiamo, ormai tutte le possibilità sono andate. In entrambe le opzioni, c'è un disequilibrio tra informazione e possibilità di scelta.
E per il secondo colloquio? Qui la situazione si fa più interessante: siamo in grado di confrontarlo almeno con un'altra opzione, cioè il primo colloquio che abbiamo già fatto, e abbiamo anche la possibilità di scegliere. Se infatti decidiamo di rifiutarlo, non rimaniamo sicuramente senza lavoro ma ci sarà il terzo colloquio a darci un'altra possibilità.
Quindi, cosa succede se scegliamo il secondo lavoro solo se è migliore del primo, ma lo rifiutiamo e scegliamo il terzo se non lo è?
Osservare per un po’, poi scegliere “il meglio rimasto” è la strategia migliore possibile
Chiamiamo i nostri possibili lavori A,B e C, dove A è il lavoro migliore possibile, B quello mediocre e C il peggiore. Questi colloqui possono avvenire in sei diversi ordini: A-B-C, A-C-B, B-C-A, B-A-C, C-A-B, C-B-A.

La strategia di guardare il primo colloquio e quindi scegliere qualunque lavoro sia meglio del primo, cioè tutti quei casi in cui dopo aver valutato il primo colloquio, scegliamo il secondo solo se è migliore del primo, se no passiamo al terzo, avrebbe successo – cioè la scelta del miglior lavoro A – in tre casi su sei, cioè:
- B-A-C in cui dopo aver valutato B passiamo al secondo colloquio A, che essendo migliore di B verrà scelto
- B-C-A in cui dopo aver valutato B, scartiamo C perché peggiore di B e arriviamo così a scegliere il terzo lavoro A, migliore sia di B che di C
- C-A-B in cui dopo aver valutato B, scegliamo A essendo migliore di C.
Allo stesso modo, la tattica porterebbe al fallimento in altri tre casi:
- in due casi in cui la scelta migliore A, capita per prima e dunque viene scartata (A-B-C, A-C-B)
- e il caso in cui la prima scelta è la peggiore C e la seconda è la mediocre B, che secondo la strategia impone di accettare B senza arrivare a considerare A (C-B-A)
Riusciremmo quindi a ottenere il lavoro migliore il 50% delle volte, cioè 3 volte su 6. Un netto miglioramento rispetto alla strategia casuale, che mi garantiva il successo solo il 33% delle volte.

Questo metodo funziona bene con 3 colloqui, ma cosa succede con 4? Se applichiamo lo stesso ragionamento e facciamo qualche calcolo in più, scopriamo che nel caso di 4 scelte possibili abbiamo successo solo in 11 casi su 24, cioè il 46%. Se invece i colloqui sono 5, la percentuale diminuisce ulteriormente arrivando al 43% di casi di successo.
Questo ci fa intuire che all'aumentare del numero di opzioni, diminuisce la probabilità di successo. Ma non per sempre! Esiste un limite a questa probabilità, cioè un valore della percentuale di casi di successo sotto il quale non si scenderà mai, a prescindere da quanto sia diventato grande il numero di scelte possibili, ed è proprio 37% da cui il nome "Regola del 37%". Ma com'è possibile? Grazie al concetto di convergenza. Infatti se calcoliamo la probabilità di successo della nostra tattica all'aumentare del numero di scelte possibile, la funzione che descrive questa probabilità converge, appunto, verso un valore all'incirca di 0,37, cioè 37%. A essere "più matematici", il valore della probabilità converge verso 1/e, dove e è il numero di Eulero, il cui valore è circa 2.72 e quindi, considerandone l'inverso (1/e) si ottiene 1/e ≃ 0,37, cioè 37%.

Tutto questo ragionamento funziona anche se consideriamo il tempo che vogliamo dedicare alla ricerca. Quindi, se in questo 2025 vogliamo cambiare lavoro e non abbiamo un criterio oggettivo di scelta, scartiamo tutte le proposte di lavoro che arrivano fino a metà Maggio (che, ipotizzando di fare un numero di colloqui uniforme per mese, corrisponde al il 37% dell'anno) e poi scegliamo la successiva offerta migliore.