Al giorno d'oggi nell'industria discografica quando si registra un brano difficilmente viene inciso tutto insieme: di solito ciascuno strumento viene registrato separatamente. Tutte le tracce vengono poi assemblate durante il cosiddetto missaggio (o mixaggio). Per spiegarvi nel dettaglio come funziona questo processo, siamo andati a trovare nel suo studio di registrazione Massimo Varini, chitarrista e compositore che ha suonato con grandi artisti come Nek, Laura Pausini, Biagio Antonacci, Mina e Celentano.
Come funziona il missaggio
Come abbiamo anticipato, il missaggio è un elemento chiave per la buona riuscita di un brano. Ma come viene fatto esattamente? Possiamo semplificare dicendo che è la messa a punto di cinque fattori:
- Volumi – non ci deve essere uno strumento che prevarica sugli altri;
- Stereofonia – è il cosiddetto effetto stereo che prevede la ripartizione dei suoni di qualsiasi strumento nella cuffia sinistra o destra;
- Equalizzazione – è l'arte di disporre le frequenze di ogni strumento in modo corretto, in modo che il risultato finale sia chiaro, equilibrato e pieno;
- Profondità – cioè dare spazialità non solo a destra e a sinistra ma anche in profondità;
- Dinamica.
Il missaggio permette quindi di lavorare su ogni singola traccia, cosa che negli anni '50 era impossibile: per questo motivo le canzoni di oggi sono qualitativamente meglio di quelle registrate decine di anni fa! Ad oggi è una tecnica imprescindibile e se non ci fosse la qualità audio delle canzoni sarebbe decisamente inferiore.
Piccola curiosità: nel video vi raccontiamo anche come togliere la normalizzazione da Spotify per ascoltare i brani così come sono stati caricati sulla piattaforma. Per approfondire invece ecco la nostra intervista a Massimo Varini per il nostro format Pop Corner: