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18 Aprile 2025
15:04

Com’è nato il Comic Sans, la storia del font più amato e odiato di sempre

Il Comic Sans, nato nel 1994 per utenti alle prime armi, è diventato simbolo di uso improprio della tipografia. Criticato dai designer, è oggi un'icona pop, amato, odiato e impossibile da ignorare.

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Com’è nato il Comic Sans, la storia del font più amato e odiato di sempre
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La scritta "Geopop" in Comic Sans

Il Comic Sans è probabilmente il carattere tipografico più controverso nella storia della grafica digitale. Nato nel 1994 nei laboratori di Microsoft Corporation da un'idea del designer Vincent Connare, il Comic Sans MT fu pensato per un pubblico ben preciso: utenti alle prime armi, spesso bambini, che si avvicinavano per la prima volta al computer. Eppure, questo font giocoso e apparentemente innocuo è diventato presto un simbolo d'uso improprio della tipografia, suscitando un'ondata di critiche da parte di designer, tipografi e appassionati. Se avete mai ricevuto un invito a una festa, letto un cartellone scolastico o visto una presentazione PowerPoint in Comic Sans, allora sapete di cosa stiamo parlando. Paradossalmente, proprio la sua “bruttezza” dichiarata sembra avergli garantito un posto nella storia dell'informatica e nella cultura pop.

La nascita del font Comic Sans

Per capire il Comic Sans, bisogna tornare a metà degli anni '90, quando la grafica digitale iniziava a entrare nella quotidianità delle persone. Vincent Connare, un tipografo che lavorava nel team di font di Microsoft, ricevette il compito di progettare caratteri per applicazioni come Microsoft Publisher (un software di grafica) e Microsoft Encarta (un'enciclopedia multimediale per Windows prodotta dal colosso di Redmond dal 1993 al 2009). Durante lo sviluppo di un programma chiamato Microsoft Bob, destinato a rendere i computer più accessibili ai bambini, Connare notò un'incongruenza: un cane parlante in stile cartoon comunicava attraverso nuvolette di testo scritte in… Times New Roman. Un carattere serif, cioè con piccoli tratti decorativi alle estremità delle lettere, noto per il suo tono serio e formale. Un cane da cartone animato che parlava come un saggio maestro?! Non funzionava.

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Interfaccia di Microsoft Bob. Credit: Microsoft.

Spinto da questa dissonanza, Connare trasse ispirazione dai fumetti che aveva in ufficio, in particolare Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro, dove i testi erano scritti a mano da calligrafi specializzati. Invece di copiare direttamente quei caratteri, per una questione etica scelse di reinterpretarli digitalmente, disegnando ogni lettera con il mouse. Nel ricordare quei momenti, Connare ha affermato:

Non dovevo fare delle linee dritte, non dovevo far sì che tutto sembrasse giusto, ed è questo che trovavo divertente. Stavo infrangendo ogni regola della tipografia

Non ci furono schizzi preparatori né schemi rigorosi: tutto fu improvvisato, rompendo volutamente le regole classiche della tipografia. Per esempio, Connare decise che le lettere “p” e “q” non dovevano necessariamente essere speculari, come invece imponeva la tradizione.

Comic Sans, però, fu completato troppo tardi per Microsoft Bob, ma trovò presto una seconda vita. I programmatori di Movie Maker, un'applicazione dedicata al montaggio video semplificato, ne fecero uso per le finestre pop-up. Poco dopo, fu incluso nel pacchetto Windows 95, e da lì divenne un carattere di sistema distribuito con numerosi software Microsoft, tra cui Publisher e Internet Explorer. Il suo tono informale e amichevole lo rese subito popolare tra gli utenti meno esperti, in particolare tra le segretarie e le assistenti che si occupavano di e-mail e inviti in ambito aziendale. Da qui la sua diffusione massiccia in ogni tipo di comunicazione, anche quelle per cui era del tutto inadatto.

L'uso improprio del Comic Sans

Usato senza criterio su lapidi, curriculum vitae, conferenze scientifiche (come la celebre presentazione del CERN sul bosone di Higgs), il Comic Sans iniziò a suscitare l'indignazione dei professionisti del settore. Nel 2002 nacque persino un movimento di protesta chiamato Ban Comic Sans, guidato da Holly e David Combs, che paragonavano l'uso improprio del font a «presentarsi a una cena di gala vestiti da clown». Le critiche non riguardavano solo l'estetica, ma anche la mancanza di consapevolezza nel suo impiego. Dal momento che la tipografia riveste un ruolo comunicativo ben preciso, e ogni font trasmette un messaggio, usare un carattere giocoso come il Comic Sans in un contesto solenne viene effettivamente considerato un errore, e non una scelta creativa, da moltissimi grafici professionisti.

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Annuncio del bosone di Higgs in Comic Sans. Credit: CERN.

Nonostante le critiche, Connare non ha mai rinnegato la sua creazione. Anzi, ne è orgoglioso, perché il Comic Sans ha centrato il suo obiettivo iniziale: parlare in modo semplice e immediato agli utenti meno esperti. Lo definisce un font “che grida”, proprio perché rompe con la sobrietà della tipografia classica. E c'è un'altra cosa interessante sul Comic Sans: pare che si sia rivelato utile anche in ambito educativo per aiutare i bambini dislessici, che trovano più leggibili le sue forme ampie e irregolari rispetto a caratteri di scrittura più “classici”.

Interpellato dal quotidiano britannico The Guardian sulla sua creazione, Connare ha ironicamente raccontato un aneddoto che, a suo dire, ben illustra l'utilità del Comic Sans in certe occasioni:

Ho usato Comic Sans solo una volta. Avevo problemi a cambiare la mia banda larga in Sky, quindi ho scritto loro una lettera in Comic Sans, dicendo quanto fossi deluso. Ho ricevuto un rimborso £10. In questi casi, lo consiglierei.

Oggi, più di trent'anni dopo la sua creazione, Comic Sans è ancora installato su milioni di computer in tutto il mondo. Ha attraversato decenni di critiche, meme, tazze ironiche e magliette satiriche. Eppure, come ogni elemento culturale diventato virale, è riuscito a lasciare un segno. È passato da soluzione pratica a simbolo pop, da esperimento tipografico a fenomeno globale. E forse, proprio come certi brani musicali anni '90 che all'epoca facevano rabbrividire e oggi ci strappano un sorriso nostalgico, anche Comic Sans potrebbe vivere un inatteso ritorno di fiamma. Chissà…

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