;Resize,width=638;)
Nessuno dei 5 referendum abrogativi per cui i cittadini italiani hanno votato tra ieri 8 giugno e oggi 9 giugno 2025 ha raggiunto il quorum a seguito della chiusura dei seggi oggi alle 15:00, per via della bassa affluenza alle urne, ferma al 30% circa. In questa consultazione sono state consegnate 5 schede, ognuna di colore diverso e con un numero progressivo. Quattro schede erano dedicate ai quesiti sul lavoro e una al quesito sulla cittadinanza. Ma cosa succede una volta che le votazioni sono concluse nei seggi? E come vengono contati i voti? Queste fasi sono svolte nei seggi elettorali da un personale apposito formato da un presidente, un segretario e da 4 scrutinatori che svolgono specifici compiti per garantire la validità del voto che confermerà o ribalterà le previsioni degli exit poll.
Spoglio dei voti del referendum 2025: come avviene il conteggio nei seggi elettorali
Una volta chiuse le urne i componenti del seggio elettorale – presidente, segretario e scrutatori – prima di iniziare lo spoglio delle schede, devono svolgere delle operazioni preliminari per garantire la trasparenza e la correttezza del voto. Innanzitutto, per i referendum abrogativi, deve esserci l'accertamento del numero degli elettori: viene determinato il numero complessivo degli elettori della sezione per verificare il quorum. Viene poi accertato il numero totale dei votanti, distinguendo tra uomini e donne, compresi i votanti speciali come quelli a domicilio o in strutture sanitarie e penitenziarie. A questo punto, il presidente del seggio distribuisce i compiti tra gli scrutatori.
Una volta accertato il numero dei votanti, inviati al tribunale i plichi contenenti le liste degli elettori e i registri delle tessere e definiti i compiti dei componenti del seggio, può iniziare lo scrutinio vero e proprio che, in caso di più referendum, deve avvenire separatamente per ciascun quesito, seguendo l'ordine numerico indicato sulla scheda. Per esempio, per i referendum del 8 e 9 giugno 2025, prima avverrà lo spoglio per le schede di colore verde, poi di quelle arancioni e così via. Le fasi dello scrutinio, a cui possono assistere i rappresentanti di partiti e gli elettori della sezione, sono:
- il presidente agita l'urna per mescolare le schede, poi la apre e inizia lo spoglio;
- uno scrutatore estrae una scheda alla volta e la consegna al presidente;
- il presidente legge la risposta a voce alta (SI o NO) e passa la scheda a un secondo scrutatore;
- il secondo scrutatore prende nota della risposta, in uno dei due esemplari della tabella di scrutinio (uno ha frontespizio di colore rosso e l'altro di colore nero);
- il segretario del seggio, contemporaneamente al presidente, pronuncia ad alta voce la risposta (SI o NO) data al quesito referendario e prende nota, nell’altro esemplare della tabella di scrutinio;
- un terzo scrutatore ripone la scheda scrutinata nella cassetta apposita.
In questa fase vengono conteggiate anche le schede nulle – quelle che presentano segni di riconoscimento, non sono conformi al modello legale, mancano del bollo di sezione o della firma dello scrutatore, o se la volontà dell'elettore non è univoca – e le schede bianche, prive di segni di voto. Queste devono essere firmate o siglate dal presidente e da almeno due scrutatori.
Al termine dello scrutinio, il presidente verifica che il numero delle schede valide, contestate, nulle e bianche corrisponda ai dati registrati nelle tabelle e dichiara pubblicamente il risultato dello scrutinio certificandolo nel verbale, firmato da tutti i componenti del seggio. Infine, vengono preparati diversi plichi per le schede valide, nulle, bianche, e così via e inseriti in apposite buste che vengono inviate al sindaco del comune che provvederà a inoltrare i risultati all'Ufficio provinciale per il referendum.
Cosa succede dopo lo spoglio: come si arriva all'esito finale di un referendum
Una volta arrivati dal comune di partenza i risultati, l'Ufficio provinciale per il referendum, costituito presso il Tribunale nella cui circoscrizione si trova il capoluogo di provincia e composto da tre magistrati, provvede a un riesame dei voti contestati o non assegnati.
Le operazioni dell'Ufficio provinciale per il referendum vengono riassunte in tre verbali, uno dei quali viene inviato tramite corriere speciale all'Ufficio centrale per il referendum che accerta la proclamazione finale del risultato del referendum presso la Corte di Cassazione a Roma. Quest'ultima verifica i quorum una volta ricevuti i verbali da tutti gli Uffici provinciali per il referendum e dall'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero (per i voti dei residenti all'estero).
Se al termine della consultazione in Cassazione l'esito del referendum abrogativo è favorevole, il Presidente della Repubblica dichiara l'abrogazione della legge o di parte di essa, con effetto dal giorno successivo alla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale. Se invece il risultato è contrario all'abrogazione, la legge rimane in vigore e non è possibile presentare una richiesta identica di referendum prima che siano trascorsi 5 anni.
Come funziona lo scrutinio per i voti esteri
Per quanto riguarda gli italiani all'estero, i voti vengono raccolti dagli Uffici Consolari che inviano agli scali aeroportuali di Roma i plichi contenenti le schede e i relativi documenti. Una volta in Italia, l'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero, istituito presso la Corte d’Appello di Roma e composto da 6 magistrati, li riceve tutti e li smista in Uffici decentrati a seconda del Paese di provenienza.
I plichi provenienti dall'Europa e i territori asiatici della Federazione Russa e della Turchia vengono inviati agli uffici decentrati di Milano, Bologna, Firenze; mentre i plichi provenienti da America settentrionale e centrale, Africa, Asia, Oceania e Antartide vengono mandati all'ufficio decentrato di Napoli. A Roma rimangono i plichi provenienti dall'America meridionale.
Lo spoglio delle schede provenienti dall'estero inizia alla stessa ora di quello dei voti espressi sul territorio nazionale (ore 15 di lunedì 9 giugno 2025). Tutti gli uffici decentrati inviano i verbali degli scrutini con una sommatoria dei risultati all’Ufficio centrale per la circoscrizione Estero di Roma che redige il verbale ufficiale del numero degli elettori che hanno votato all’estero e dei risultati dello scrutinio comunicandoli alla Corte di Cassazione.