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5 Dicembre 2023
10:57

Arriva la guerra in Sudamerica? Cosa succede in Venezuela dopo il referendum di Maduro sulla Guyana

In Venezuela ha avuto esito positivo il referendum sull'annessione della Guyana Esequiba, voluto dal presidente Maduro. La regione contesa, però, costituisce i 2/3 dello Stato della Guyana. Ora cosa succederà? Intanto il Brasile muove le truppe e la Corte di Giustizia dell'ONU cerca il dialogo.

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Arriva la guerra in Sudamerica? Cosa succede in Venezuela dopo il referendum di Maduro sulla Guyana
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Era ampiamente previsto ed è stato confermato: in Venezuela ha avuto esito positivo il referendum per rivendicare la sovranità sulla Guyana Esequiba, una regione che costituisce i 2/3 dello Stato della Guyana, ricca di petrolio e risorse minerarie. Si tratta di un territorio al centro di una disputa che dura da quasi 200 anni: in estrema sintesi, il Venezuela afferma che la regione le è stata sottratta in passato e vorrebbe annetterla, mentre la Guyana ovviamente si oppone.

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha espresso grande soddisfazione per i risultati del referendum che, però, ha solo valore consultivo e non vincolante. Secondo il Consiglio Elettorale Nazionale sono stati espressi 10,5 milioni di voti su 20,7 milioni di persone aventi diritto, con il 95% di pareri favorevoli. Altre fonti, però, parlano di un'affluenza minima, gonfiata dalle autorità. In effetti i quesiti a cui rispondere erano 5 e l'ente certificatore ha parlato di voti espressi e non di votanti. Potrebbero quindi aver partecipato al voto solo 2 milioni di cittadini.

Quale che sia la verità, il risultato non cambia: il presidente Maduro ha ottenuto un potenziale mandato politico interno per rivendicare la sovranità sulla Guyana Esequiba. In particolare, ai venezuelani è stato chiesto se volessero rendere il territorio uno stato della repubblica federale, chiamato Essequibo, garantendo la cittadinanza venezuelana ai residenti dell'area e rifiutando la mediazione dell'ONU sulla questione.

Il voto espresso nel referendum ha aumentato la tensione tra il Venezuela e altri Paesi dell'area: anzitutto la Guyana, diretta interessata, ma anche il Brasile, che confina con entrambi i Paesi e che ha già aumentato i propri militari lungo le frontiere, temendo una possibile escalation e l'inizio di un conflitto armato.

Guyana Esequiba
Carta della regione contesa della Guyana Esequiba (credit: Kmusser, Kordas)

Ora che abbiamo inquadrato in breve i risultati e gli effetti della consultazione, rispondiamo a due domande fondamentali: perché Maduro ha realizzato il referendum proprio ora? E c'è il rischio di una guerra? Per l'occasione abbiamo interpellato alcuni esperti, in particolare il Prof. Graziano Palamara dell'Università degli Studi di Salerno, il Prof. Alessandro Guida dell'Università degli Studi di Napoli L'Orientale e il Dott. Elia Morelli, ricercatore presso l'Università di Pisa e analista geopolitico.

Perché Maduro ha realizzato il referendum ora?

Chiariamo anzitutto un primo aspetto: il referendum ha valore soprattutto per la politica interna venezuelana. Probabilmente, infatti, è un tentativo del regime di Maduro di ottenere consensi su una questione nazionalistica di lungo periodo, per cercare di rafforzarsi in vista delle elezioni presidenziali del 2024. Negli ultimi anni, infatti, il Venezuela sta vivendo una crisi economica e sociale senza precedenti, con l'inflazione più alta del mondo e 7,7 milioni di persone emigrate all'estero negli ultimi dieci anni. Attraverso il referendum Maduro cerca così di distrarre la popolazione dalle difficoltà interne, ravvivare l'orgoglio nazionale e legare la popolazione intorno a un'iniziativa di cui è il primo sostenitore.

In termini mediatici, inoltre, il referendum serve all'estero per legittimare politicamente le rivendicazioni venezuelane sulla Guyana Esequiba e, più in generale, la figura e l'operato del presidente, delegittimando al contempo l'ONU e la Corte Internazionale di Giustizia. Nel 2018, infatti, la Guyana ha ufficialmente chiesto all'organo giudiziario delle Nazioni Unite di dichiarare legittimi i suoi attuali confini, in modo tale da renderli definitivi. La decisione della Corte, però, richiederà qualche anno. Con il referendum il Venezuela sta dicendo in anticipo che non riterrà vincolante il parere dell'ONU.

Nicolas Maduro
Il presidente del Venezuela Nicolás Maduro (credit: kremlin.ru)

Infine il referendum potrebbe rappresentare il supporto politico per intervenire militarmente nella Guyana Esequiba e provare a prenderne possesso. Ma è davvero possibile che si scateni una guerra d'annessione?

È possibile che scoppi una guerra in America del Sud?

Non ci sono certezze ma, allo stato attuale, la possibilità che si scateni una guerra tra Venezuela e Guyana è remota. In Sudamerica ci sono stati storicamente dei conflitti causati da rivendicazioni territoriali e dalla volontà di modificare dei confini (soprattutto a causa del lascito della colonizzazione europea), ma l'area in questione è sempre stata pacifica.

L'attacco, inoltre, aprirebbe una crisi regionale che difficilmente il Venezuela saprebbe gestire, senza considerare che non si sa quali potenze esterne potrebbero intervenire in difesa della Guyana: il Brasile del presidente Lula sembrerebbe propenso, eventualmente, a difendere i propri confini; il Regno Unito potrebbe invece sentirsi chiamato in causa come ex Paese colonizzatore (tant'è che la Guyana è l'unico Paese sudamericano in cui si parla inglese). La Guyana, inoltre, è un Paese membro del Commonwealth, l'organizzazione che raccoglie quasi tutti gli Stai che hanno fatto parte dell'impero britannico. Infine ci sono gli Stati Uniti, ostili alla leadership di Maduro, ma attualmente focalizzati sulla guerra russo-ucraina, sullo scontro tra Israele e Hamas e sulla competizione globale con la Cina.

Nonostante siano distratti su altri fronti, anche gli USA potrebbero decidere di intervenire in difesa della Guyana, anzitutto per dare seguito alla cosiddetta Dottrina Monroe, un'ideologia che sostiene che il Paese a stelle e strisce debba mantenere la supremazia sulle Americhe e intervenire in prima persona per sedare eventuali conflitti tra Paesi americani (evitando che lo facciano Stati europei). Inoltre un intervento statunitense potrebbe portare a indebolire il regime di Maduro e sosterrebbe invece gli interessi della ExxonMobil, compagnia petrolifera di bandiera che nel 2015 ha scoperto il petrolio al largo delle coste della Guyana Esequiba.

dottrina monroe stati uniti
Vignetta satirica del 1896 sulla Dottrina Monroe statunitense

Come si vede, un attacco del Venezuela avrebbe esiti incerti e pertanto al momento non sembra probabile. Detto questo, se Maduro dovesse decidere di attaccare, nessuno intervenisse in difesa della Guyana e l'assalto avesse successo, l'annessione potrebbe sicuramente far respirare l'economia del Venezuela, distraendo l'opinione pubblica dalle proprie condizioni e focalizzandola su una questione molto sentita a livello nazionale. Inoltre rafforzerebbe la leadership del presidente e il regime.

Un'opzione militare, d'altro canto, potrebbe essere praticabile in termini concreti. Il Venezuela ha svolto recentemente delle esercitazioni militari che simulano assalti anfibi e ha già mobilitato parte delle proprie truppe, avvicinandole ai confini con la Guyana. In termini assoluti avrebbe infatti le forze armate necessarie per sopraffare quelle, molto modeste, di cui dispone il Paese vicino.

Operativamente si tratterebbe in particolare di invadere la regione sfruttando le vie fluviali attraverso la foresta equatoriale e conquistando dal mare la parte costiera e più abitata. La presa della città di Anna Regina, in particolare, potrebbe consentire di realizzare anche un ponte aereo con cui sostenere l'eventuale invasione.

Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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