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Come si costruisce una grande nave? Il video direttamente sul cantiere navale

Costruire una grande nave è un lavoro quasi artigianale, poiché ogni nave è unica e l'automazione, come quella utilizzata per le automobili, è difficile da implementare. Abbiamo visitato uno dei cantieri navali più grandi al mondo per mostrarvi questo complesso lavoro.

25 Luglio 2024
18:30
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Come si costruisce una grande nave? Il video direttamente sul cantiere navale
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In questo video vi portiamo in uno dei cantieri navali più grandi al mondo, quello di Fincantieri a Monfalcone, in provincia di Gorizia, per mostrarvi tutto il lavoro che c’è dietro la costruzione di una grande nave.

L’aspetto sorprendente è che si tratta di un lavoro pressoché artigianale, perchè non c’è una catena di montaggio, come per le auto: ogni nave è un pezzo a sé.

La vera sfida è quindi trovare soluzioni tecnologiche per automatizzare i processi produttivi e per facilitare il più possibile il lavoro degli operai.

Nel video vedrete nel dettaglio i vari passaggi per costruire una grande nave, che sono i seguenti:

1) Dai pezzi di lamiera si crea un blocco. Il blocco è proprio un termine utilizzato in gergo ed è un po’ come il mattoncino rettangolare di una costruzione. Per esempio, lo scafo di una nave da crociera conta circa 1000 blocchi.

2) Ogni blocco viene allestito con tubi e condotte per impianti elettrici e idraulici.

3) Poi si uniscono una decina di blocchi tra loro, creando una sezione. Una nave ha in genere un centinaio di sezioni.

4) Man mano le sezioni vengono portate nella cosiddetta zona del bacino, dove si assembla la nave.

5) Completata la struttura, il bacino si riempie d’acqua e la nave viene trasferita in banchina per gli ultimi allestimenti interni ed esterni e per i test in acqua.

Le soluzioni tecnologiche adottate sul cantiere

Nel video, abbiamo avuto modo di toccare con mano le varie soluzioni tecnologiche messe in campo da Fincantieri per creare un nuovo modo di gestire il lavoro in cantiere: intelligenza artificiale, robotica, smart things, software, sensori. Si tratta di soluzioni adottate per creare un nuovo modo di gestire il lavoro in cantiere, passando dalla cara e vecchia manodopera alla cosiddetta “Testa d’opera”.

Tra queste, abbiamo trovato sorprendente l’adozione, da parte di alcuni operai, di un caschetto con visore integrato che, tramite la mixed reality, funge da supporto agli operai. In che modo? In pratica, permette di vedere lo stato dei lavori eseguiti e il risultato finale in formato virtuale.

Sempre per aiutare gli operai, ci sono gli “esoscheletri”, che fungono da supporto alle articolazioni degli operai, quando devono sollevare per lunghi periodi di tempo dei carichi pesanti. Questi dispositivi facilitano alcune operazioni manuali e prevengono l’affaticamento degli operai, oltre che gli infortuni.

In generale poi, tutte le lavorazioni in cantiere, e tutta la movimentazione dei numerosissimi pezzi, vengono gestiti tramite il cosiddetto digital twin. Che cos’è? Si tratta di un insieme di soluzioni che tengono traccia “virtuale” di tutto quello che accade in cantiere.

La digitalizzazione del settore navale è molto complessa, proprio perché si tratta di un’industria quasi artigianale. Sembra un paradosso, eppure è proprio questa la sfida del settore, che ad oggi passa nelle mani di ingegneri, data scientist, esperti di informatica e operai sempre più specializzati.

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