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25 Dicembre 2025
15:00

Cosa sono gli ex voto e qual è la loro origine: significato e funzione

Gli ex voto sono oggetti offerti a Dio o a un santo per ringraziarlo di una grazia ricevuta o per invocarne l’intervento. Diffusi dal XVI secolo, includono quadretti, ciondoli e altri manufatti. Rappresentano devozione popolare e sono importanti fonti storiche e culturali.

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Cosa sono gli ex voto e qual è la loro origine: significato e funzione
oggetti ex voto
Credit: Sara Risaliti (Saryz0), CC0, via Wikimedia Commons

Gli ex voto sono oggetti offerti a Dio o a un santo per ringraziarlo dopo la realizzazione di un evento ritenuto miracoloso o per invocarne la protezione, in genere sono donati a un santuario, che provvede a esporli in apposite sale. Gli ex voto “per grazia ricevuta” possono essere realizzati per i motivi più vari, per esempio per essere scampati a un pericolo, come una malattia o un incidente stradale. In altri casi, gli ex voto si donano per sollecitare l’intervento della divinità: non per grazia ricevuta, ma per riceverla.

Sebbene oggetti con funzioni simili esistessero già nel mondo antico, nella loro forma attuale gli ex voto risalgono solo al XVI secolo. Tra gli artisti che, nella loro carriera, hanno realizzato ex voto figurano anche pittori di fama mondiale, come Raffaello. Oltre ai dipinti, gli ex voto includono ciondoli, cuori di metallo o argento, cere di parti del corpo e altri simboli personali.

Cosa sono e a cosa servono

Gli ex voto (dal latino “a seguito di un voto”, letteralmente “per il voto, per la promessa” ) sono oggetti offerti alla divinità per chiedere una grazia o come atto di ringraziamento per la realizzazione di un evento che si ritiene dovuto a intervento divino: spesso riportano la frase “per grazia ricevuta” e rappresentano quindi l’adempimento di un voto, una promessa fatta alla divinità. Dipinti, cuori o parti del corpo in cera, ciondoli e altri oggetti vengono lasciati in chiese, santuari o luoghi sacri come adempimento di una promessa fatta a Dio, alla Madonna o a un Santo, spesso accompagnati dalla formula “per grazia ricevuta”.

Ex voto del 1881 donato dopo un naufragio
Ex voto del 1881 donato dopo un naufragio

Tutti gli ex voto sono un esempio di devozione popolare, basati sull’assunto che la divinità intervenga nelle vicende umane. Oltre a essere segni di gratitudine e fede personale, testimoniano eventi quotidiani e privati, trasformandosi nel tempo in fonti preziose per la storia culturale, sociale e artistica. L’usanza di donare ex voto è diffusa in Italia e in molti altri Paesi cattolici: offerti idealmente a Dio, a Gesù, alla Madonna o a specifici santi, sono in genere donati a chiese e santuari, alcuni dei quali allestiscono sale apposite per esporli al pubblico.

In molti casi, gli ex voto per grazia ricevuta sono costituiti da piccoli quadretti raffiguranti il miracolo ricevuto: un malato in ospedale, con o senza la presenza di figure divine, nel caso di ex voto donati in seguito alla guarigione da una malattia; la scena di un incidente d’auto se si vuole ringraziare Dio (o qualche santo), per essere sopravvissuti allo scontro; ecc. Altri ex voto, soprattutto quelli offerti per chiedere una grazia, assumono invece la forma di oggetti simbolici, come ciondoli o manufatti, esposti in apposite sale all’interno dei santuari.

Diffusione degli ex voto in Italia (credit Touring Club Italiano via Wikimedia Commons)
Diffusione degli ex voto in Italia; credit: Touring Club Italiano via Wikimedia Commons

Storia degli ex voto: oggetti che raccontano miracoli

Il termine ex voto significa letteralmente “a seguito di un voto”, cioè di una promessa fatta a Dio o a una figura sacra in cambio del suo intervento. La funzione principale di questi oggetti è ringraziare per una grazia ricevuta – una guarigione, una vita salvata, il superamento di un pericolo – ma talvolta anche testimoniare pubblicamente l’adempimento di quella promessa. Questa pratica affonda le sue radici nelle religioni antiche, dove l’offerta agli dei era un gesto di riconoscenza o di richiesta, ed è stata poi accolta e rielaborata dal Cristianesimo, diffondendosi in molte culture religiose fino ai giorni nostri. Presso molti popoli era diffusa la prassi di offrire doni agli dei per ringraziarli dopo aver ricevuto una grazia o per “sollecitarli” ad agire se si aveva bisogno del loro intervento. La tradizione non si è interrotta dopo l’avvento del Cristianesimo, tuttavia, nella loro forma moderna, gli ex voto esistono all’incirca dal Cinquecento. In un primo momento, l’usanza di donarli era diffusa solo tra le persone facoltose, ma con il passare degli anni si è diffusa in tutte le classi sociali.

Nel tempo, questi oggetti hanno assunto forme e materiali diversissimi: bronzo, terracotta, cera, argento, oro, legno, tessuti, ma anche piccoli oggetti di uso quotidiano. Oltre ai classici quadretti dipinti, si possono trovare statuette, gioielli, modellini di navi, corone nuziali, stampelle, persino rappresentazioni delle parti del corpo guarite. Ognuno di essi racconta una storia: la paura, la malattia, la speranza di un miracolo o la gratitudine per una vita salvata.

ex voto
Credit: DeSchepperG, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons

Anche grandi artisti si sono cimentati con questo genere. Raffaello, per esempio, ne dipinse alcuni, e nel corso dei secoli ci sono stati pittori specializzati negli ex voto, tanto da realizzarne centinaia. Ma il loro valore non è solo religioso: sono veri e propri documenti di vita, preziosi per capire come le persone di ogni epoca affrontassero le prove dell’esistenza, dalle malattie alle disgrazie quotidiane.

Ex voto attribuito a Raffaello
Ex voto attribuito a Raffaello

Ogni ex voto è anche una “testimonianza pubblica”, un modo per dire agli altri: “Ecco, la grazia è arrivata, la fede ha funzionato”. Nei dipinti si vedono miracoli, incidenti, guarigioni, ma anche scene di vita domestica o lavorativa: spaccati autentici del mondo popolare. Ancora oggi, molti santuari italiani custodiscono collezioni di ex voto di ogni epoca, vere gallerie della fede e dell’umanità.

E forse le radici di tutto questo sono ancora più lontane: alcuni studiosi ritengono che le prime tracce di ex voto risalgano addirittura al Paleolitico, nelle mani impresse sulle pareti delle grotte. Un gesto semplice ma universale: lasciare un segno, un ringraziamento, una memoria di sé davanti al mistero della vita.

Grandi collezioni di ex voto si possono ammirare in alcuni santuari, tra i quali il Santuario della Consolata a Torino, il Santuario di Nostra Signora del Boschetto a Camogli, il Santuario di Montevergine presso Avellino. Altri ex voto fanno parte di collezioni private, tra le quali merita di essere segnalata quella della National Library of Medicine degli Stati Uniti (la più grande biblioteca medica del mondo), che conserva una collezione di ex voto di carattere “sanitario”, donati in seguito a guarigioni “miracolose”.

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