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Sembra incredibile, ma il latino non è affatto scomparso come dicono alcuni, e non serve essere esperti di declinazioni per parlarlo: lo facciamo ogni giorno, in modo naturale. Altro che "lingua morta" o "del passato": il latino è tutt'ora vivo e molto utilizzato, soprattutto in alcune espressioni (eccetera, mea culpa, alter ego) che, come una piccola macchina del tempo, ci collegano a chi migliaia di anni fa diceva le stesse cose… con le stesse lettere.
1. Post scriptum
Significa letteralmente "scritto dopo". Lo usiamo nelle lettere (o nelle email) per aggiungere qualcosa dopo la firma, spesso con la sigla "P.S.".
Nell'antichità, quando si scrivevano lettere a mano (spesso su pergamena), non si poteva semplicemente tornare indietro a modificare un pensiero e quindi l’unico modo per aggiungere qualcosa era scriverlo alla fine: post scriptum.
2. Tabula rasa
Tradotto in italiano vuol dire "tavoletta raschiata": si usa spesso per indicare una circostanza in cui si è dimenticato o si è eliminato tutto.
Si pensa che l'espressione arrivi dall’antica Roma, dove si usavano tavolette di legno ricoperte di cera su cui si scriveva con uno stilo: per riutilizzarle, si raschiava via la scrittura con la parte piatta dello stilo. Ed era così che si faceva “tabula rasa”.
3. Carpe diem
Vuol dire letteralmente "afferra il giorno" e oggi si usa per indicare qualcosa di cui godere al momento, senza preoccupazioni per il futuro.
L'espressione, resa celebre dal poeta Orazio, invita a vivere il momento senza rimandare troppo. Nell’antica Roma, infatti, la vita era spesso breve e incerta, per questo molti filosofi e poeti insistevano sull’idea di godere del presente, senza preoccuparsi troppo del futuro.
4. Curriculum vitae
Oggi é il documento con cui raccontiamo i nostri studi e le nostre esperienze professionali, ma letteralmente significa "corso della vita".
Il termine ha cominciato a circolare solo nel Medioevo, quando i pochi che sapevano scrivere (monaci, notai, studiosi) documentavano il loro percorso con registri e lettere ufficiali. Oggi, il “CV” è il biglietto da visita di ogni lavoratore.
5. Deficit
Letteralmente, deficit significa "manca", ed è un termine usato soprattutto in economia per indicare una mancanza o una carenza, come quando lo Stato spende più di quanto incassa.
La parola è nata nei registri contabili in latino: “deficit” era annotato accanto ai numeri in rosso, a indicare che le spese superavano le entrate. Sì, anche i contabili romani usavano formule eleganti!
6. Eccetera
Quest'espressione vuol dire letteralmente "e le altre cose" ed è molto usata per abbreviare lunghe liste attraverso le abbreviazioni: ecc., etc., o il famoso “eccetera eccetera…”.
Anche gli scrittori romani amavano essere sintetici: Cicerone, ad esempio, usava “et cetera” nei suoi discorsi pubblici per evitare di elencare troppi esempi e mantenere alta l’attenzione del pubblico. Una strategia da oratore esperto!
7. Gratis
Quando diciamo che qualcosa è "gratis", intendiamo che non si paga. Ma originariamente era un gesto di favore, un dono, il termine latino significa infatti "per i favori".
Nella Roma antica offrire qualcosa gratis era un gesto di rispetto e generosità, spesso fatto per amicizia o per onore. Un po’ come dire: “Lo faccio volentieri, senza pretendere nulla”.
8. Habitat
Questa espressione, che in origine era una voce verbale, letteralmente significa "egli/ella abita", e in italiano indica l’ambiente naturale dove vive una specie. Il termine poi è stato adottato dagli scienziati nel Settecento per descrivere con precisione le condizioni ambientali ideali per ogni specie.
È diventato così comune da essere usato anche per le case: “habitat urbano”, “habitat naturale”, ecc.
9. Honoris causa
Quando si usa questa espressione oggi ci si riferisce ad una laurea onoraria, conferita a chi si è distinto in un campo, anche senza aver studiato in quell’ambito: infatti, la traduzione italiana dal latino è "per motivo d’onore".
Il primo a ricevere una laurea honoris causa pare sia stato il poeta Giosuè Carducci nel 1876. Oggi è un modo simbolico con cui l’università riconosce il valore di grandi personalità, anche esterne al mondo accademico.
10. Vademecum
Questo termine significa "vieni con me", oggi indica una guida pratica, facile da consultare, da tenere sempre con sé.
I primi vademecum erano libretti religiosi da viaggio, usati da pellegrini e missionari e servivano per pregare, confessarsi, orientarsi. Oggi il termine ha assunto un significato molto più ampio, ma conserva l’idea del “portatile”.